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TORINO – Il maltempo di inizio maggio e lo stato delle risorse idriche in Piemonte a fine aprile (Arpa Piemonte).

IL MALTEMPO DI INIZIO MAGGIO E LO STATO DELLE RISORSE IDRICHE IN PIEMONTE A FINE APRILE

Tra il 30 aprile e il 1° maggio una vasta area di bassa pressione atlantica, attiva al largo dell’Irlanda, si è estesa verso il Mediterraneo occidentale agganciando una perturbazione già attiva sullo Stretto di Gibilterra. Questa situazione ha portato alla formazione di un minimo di bassa pressione sul Golfo del Leone, in moto poi verso il Mar Ligure e l’Italia centrale. Sul Piemonte ha causato, tra la sera del 30 aprile e il 2 maggio, precipitazioni estese e prolungate, molto forti in particolare sulle aree di medio-bassa valle dei settori alpini. Ciò è stato favorito dal marcato effetto stau, ovvero di sollevamento dettato dai rilievi alpini, per il flusso intenso e umido dai quadranti orientali. Le zone meno interessate da questa dinamica, come l’area lontana dai rilievi e l’estremo nord della regione, hanno visto precipitazioni meno intense. Se le piogge sono state più continue il primo maggio, il 2 maggio sono state più intermittenti e caratterizzate da una componente convettiva, con episodi di rovesci o temporali anche intensi nel Cuneese e sull’alto Piemonte.

IL MONITORAGGIO

I picchi massimi di precipitazione rilevati dalla rete di monitoraggio sono stati attorno ai 150 mm in 48 ore, in alcune stazioni di medio-bassa valle tra le valli del Po e del Biellese: Piano Audi (167 mm), Praly (157 mm), Balme (154 mm), Camparient (154 mm), Piamprato (152 mm), Barge (137 mm). La quota delle nevicate si è generalmente attestata su valori maggiori dei 2000 m con locali e temporanee oscillazioni anche a quote notevolmente superiori (2300-2500 m). Complessivamente gli apporti di neve maggiori si sono registrati alle quote prossime o superiori ai 2300m: tra le Alpi Pennine e le Alpi Graie i valori hanno raggiunto i 70-90 cm con punte di 100 cm al Rifugio Gastaldi – Balme TO (2659 m), 40-60 cm su Alpi Cozie Nord e Sud, 20-40 su Marittime Occidentali e valori inferiori ai 20cm sui restanti settori delle Alpi Liguri e delle Alpi Lepontine. Dalla serata del 2 maggio la quota neve ha subito un repentino calo che localmente ha raggiunto i 1400m nelle vallate più strette ed in concomitanza di episodi di rovesci intensi ma in generale si è attestata sui 1500-1700m conferendo nuovamente un aspetto invernale ai fondovalle alpini delle vallate piemontesi. La nuova neve molto umida soprattutto al di sotto dei 2000-2200m si è rapidamente destabilizzata già in corso di nevicata, soprattutto nella fase finale della precipitazione, determinando una significativa attività valanghiva in quota che, in alcuni casi, ha raggiunto le zone di fondovalle ben al di sotto del limite della nevicata.

LE PRECIPITAZIONI

Per quanto riguarda i corsi d’acqua, la fase di maltempo che ha colpito la regione ha provocato un generale innalzamento di quelli del reticolo principale e secondario senza però raggiungere i livelli di guardia. Gli incrementi più significativi si sono avuti sul Pesio a Carrù (CN), l’Ellero a Mondovì (CN), il Corsaglia a Frabosa Soprana (CN) e l’Orco a Spineto (TO) nella giornata del 1° maggio mentre nella giornata del 2 maggio il Cervo a Quinto Vercellese (VC) e il Sesia a Palestro (PV).  La piena del Po è transitata a Torino nelle prime ore del 3 maggio mentre nella sezione di chiusura del bacino piemontese, ad Isola Sant’Antonio (AL), al mattino del 3 maggio con livelli che si sono mantenuti notevolmente al di sotto del livello di guardia. Le piogge intense della giornata del 2 maggio hanno provocato fenomeni di versante con inneschi isolati nelle provincie di Torino e Cuneo. Questo inizio di maggio all’insegna del maltempo ha contribuito ad incrementare ulteriormente le risorse idriche a disposizione del Piemonte in questo 2024. La precipitazione cumulata da inizio anno idrologico presenta ancora un surplus importante del 38% rispetto alla norma (1991-2020), anche se il mese di aprile appena trascorso è risultato mediamente poco al di sotto (-14%) della norma climatica del periodo. La distribuzione delle piogge e delle nevicate negli ultimi 30 giorni è stata disomogenea nello spazio (anomalie positive sui rilievi alpini di circa il 20%) e negative altrove (-25/30%), e disomogenea anche nel tempo, con le prime due decadi secche e l’l’ultima decade molto piovosa).

LE TEMPERATURE

Le temperature del mese sono state lievemente superiori alla norma (+0.4°C), grazie ad una prima metà di aprile molto calda e ad una seconda metà decisamente fredda che ha bilanciato la media mensile. Finora è comunque questa una annata molto calda, con una anomalia termica positiva da inizio anno di circa 1.6° C, la più ampia degli ultimi 70 anni dopo il 2007. Sempre grazie alle precipitazioni abbondanti di febbraio e da record di marzo, gli indici di anomalia delle precipitazioni SPI e di anomalia della precipitazione e dell’evapotraspirazione SPEI evidenziano come alle scale temporali dei 3 mesi, il Piemonte sia in situazioni di piovosità severa ed estrema mentre a quelle dei 6 e 12 mesi la regione sia in condizioni di piovosità moderata e, solo nel basso Piemonte, il regime sia quello “normale”. Le risorse superficiali stoccate a fine aprile sono superiori (+54%) a quelle normalmente previste in questo periodo dell’anno, grazie soprattutto al contributo dello SWE ovunque oltre il 40% rispetto alla norma. Neve al suolo da primato per i settori Settentrionali ed occidentali della Alpi, oltre il 75° percentile a sud. Le portate dei principali corpi idrici risultano superiori alla media di riferimento ad eccezione del Tanaro a Farigliano che presenta un deficit di portata lievemente negativo. Gli scarti positivi più significativi si evidenziano sul bacino della Dora Baltea (+96%), del Toce (+100%) e della Stura di Demonte (+77%), mentre in chiusura del bacino del Po si registra un bilancio positivo di +91%. Infine, per quanto riguarda le acque sotterranee, si registra un moderato innalzamento del livello della falda in tutte le stazioni; in molti piezometri la soggiacenza risulta minore del 25° percentile e del valor medio della serie storica di riferimento. L’articolo completo e i grafici al link.

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