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Il Superbonus non avrebbe provocato alcun buco
di bilancio, ma sarebbe servito solo alla costruzione di un alibi,
“utilizzato come scudo per i vostri fallimenti, per coprire le
vostre politiche di austerità e tutelare chissà quali
interessi”.
Superbonus e cessione del credito: stop alle accuse
Sono molto dure le parole che l’on. Agostino Santillo ha
affidato a un post, nel quale ribadisce come lo stop a Superbonus e
cessione del credito abbia rovinato imprese, famiglie e
lavoratori, sebbene sia stata proprio l’agevolazione fiscale
“che avete provato a demonizzare, a mantenere ancora in piedi
l’economia e probabilmente il vostro governo”.
Una misura nata come stimolo all’economia messa in ginocchio
dalla pandemia e che, con l’art. 119 del D.L.
n. 34/2020, c.d. “Decreto
Rilancio” ha avuto un impatto non indifferente sul sistema
Italia, proponendo una detrazione fiscale del 110% per interventi
di riqualificazione energetica e strutturale su edifici esistenti,
con l’ulteriore supporto dell’art. 121, che ha introdotto il
meccanismo delle opzioni alternative alla
detrazione diretta (sconto in fattura e
cessione del credito).
La storia la conosciamo tutti: ben 38 correttivi normativi,
culminati in un crescendo di limitazioni e divieti, che dal
D.L. n
11/2023 (c.d. Decreto Cessioni), attraverso il
D.L. n.
212/2023 (c.d. Decreto Superbonus), è approdato
al D.L. n.
39/2024 (cd. Decreto taglio Cessioni), che ha
definitivamente stoppato l’utilizzo delle opzioni alternative,
senza però di fatto trovare una soluzione fattibile per chi si
ritrova oggi i cassetti fiscali pieni di crediti
incagliati e una filiera messa in ginocchio dall’assenza
di liquidità.
Bonus edilizi: un futuro senza prospettive
Che ormai il Superbonus – ridotto al 70% fino a fine 2024 e
al 65% per il 2025 – sia quasì un tabù per il comparto lo
dimostrano i numeri, tutti i picchiata, dei dati
Enea, senza che all’orizzonte si profili qualche novità
positiva in Legge di Bilancio 2025, nonostante la
riqualificazione del patrimonio edilizio sia uno degli obiettivi
posti all’Italia dalla Direttiva Green.
Difficile che il prossimo anno, a queste condizioni,
si possano registrare numeri positivi, in contrasto con
la crescita confermata invece di recente da ISTAT sul triennio
2021-2023. Ed è proprio Santillo a richiamare i dati
dell’Istituto Nazionale di Statistica che ha rivisto al
rialzo il Pil 2021-2023, “con più 90 miliardi trainati
proprio dal settore delle costruzioni, e un rapporto debito/pil
tornato ai livelli pre pandemia del 2019, pari
al 134,6%”.
Il deputato conclude con una previsione non particolarmente
rassicurante: “le politiche espansive del nostro governo hanno
salvato il Paese e adesso, guardate che paradosso, stanno salvando
anche voi. Il problema è che tra poco raccoglieremo ciò che voi
avete seminato. A quel punto rischiamo di andare a fondo”.
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