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Alla ricerca di un sogno. Di un obiettivo, quello del ritorno in serie A, che manca da 30 anni – correva l’anno 1995 e l’indimenticabile finale playoff fu stravinta 3-0 nel derby contro Rimini – e che, sempre parlando di anniversari in cifra tonda, sarebbe curioso e ideale centrare nel decimo anno di vita della società. Infatti la Pallacanestro Forlì 2.015 si avvia a compiere dieci anni, erede ma molto alla lontana, della storica Libertas 1946 che cessò di vivere con la vendita del titolo a Sassari nella primavera del 1999.
Partendo dalla stagione in B del 2015-2016 il sodalizio forlivese ha sempre fatto un passo avanti mostrando una continuità ed una programmazione che andrebbero prese ad esempio. Infatti nel 2016 arrivò la promozione in A2 (e la vittoria della Coppa Italia di B), nel 2017 la salvezza all’ultimo turno dei playout, nel 2018 la salvezza senza playout e nel 2019 il primo approdo ai playoff con eliminazione al primo turno. Dal 2020 ad oggi l’Unieuro, solido e importante marchio a livello nazionale che ha la sua sede operativa in una via del centro storico cittadino, diede il via ad una serie di significativi ma simbolici successi nelle seguenti regular season che però, in un modo o nell’altro, non portarono poi alla promozione in A: seconda e con grandi margini di crescita nella stagione 19-20 interrotta per Covid, prima alla fine della stagione regolare 2021, così come nel 2023 e nel 2024. Nei playoff invece, per sfortuna – vedi infortuni ad americani – o per merito degli avversari il cammino si è sempre interrotto prima del traguardo finale: primo turno, semifinale ed anche finale. Ovviamente la formula prevedeva le promozioni solo attraverso i playoff e di conseguenza Forlì in A non è mai riuscita a tornarci. In questa stagione invece la formula è finalmente cambiata e la vincitrice della stagione regolare riceverà il giusto premio, quello della promozione diretta in A dopo 38 partite di un girone unico a 20 squadre, insieme alla vincente del tabellone playoff.
Per cercare di centrare un traguardo che la città brama da sei lustri, l’Unieuro di coach Antimo Martino (allenatore dell’anno nella stagione passata e punto fermo della società, nonché idolo dei tifosi a cui riservano più cori rispetto a quelli che inneggiano ai giocatori) ha scelto di costruire un roster con 10 giocatori veri e come undicesimo uomo un ragazzo del 2006 che sembra nato per giocare a pallacanestro. Un roster esperto con tre elementi nati negli anni ‘80 – il veterano Daniele Cinciarini del 1983, Daniele Magro del 1987 e uno dei due nuovi americani, Demonte Harper del 1989 – ma anche con due ragazzi del 2001 (Del Chiaro e Parravicini) oltre al 2006 di cui sopra. Un roster lungo, completo, esperto e affidabile con quattro conferme rispetto alla scorsa stagione e sei novità in un budget che i soci della Fondazione che guidano il club hanno aumentato rispetto alla passata annata. Le novità sono rappresentate dai due stranieri, oltre ad Harper che giocherà guardia ed anche play, dall’ala-guardia isrealiana Shawn Dawson, dall’esperto playmaker Riccardo Tavernelli, dal play-guardia Matteo Parravicini, dall’ala Raphael Gaspardo e dal centro Angelo Del Chiaro: tutti elementi che l’A2 l’hanno già vinta (Tavernelli a Tortona, Parravicini a Scafati e Del Chiaro a Pistoia) e che dovrebbero garantire a coach Martino un gruppo di persone che sanno come si fa a vincere, insegnandolo possibilmente anche agli altri.
La difesa e un attacco ‘di sistema’ basato su situazioni, spaziature e concetti che variano a seconda di quello che fa l’avversario, saranno ancora le basi tecnicamente fondanti della stagione forlivese con l’Unieuro che, per bocca del suo presidente Giancarlo Nicosanti amministratore delegato di Unieuro, dichiara di avere come obiettivo la qualificazione diretta ai playoff (significa arrivare entro le prime sei in un campionato di difficoltà media elevatissima) anche se in realtà i tifosi, la città e tutti i sostenitori e simpatizzanti biancorossi che affollano il Palafiera hanno sempre in mente quel sogno che non si avvera da trent’anni.
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