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In risposta alle misure governative contro l’occupazione illegale di immobili, Ilaria Salis, recentemente eletta al Parlamento Europeo, sostiene che queste costituiscono “l’unica reale strategia al diritto di abitazione che si applica nel nostro paese”. Questa affermazione emerge in vista del prossimo processo riguardante i militanti arrestati il 13 dicembre 2018 nel distretto di Giambellino, Milano, accusati di associazione per delinquere con l’obbiettivo di occupare illegalmente appartamenti di proprietà Aler (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale) e resistenza a un ufficiale pubblico.
Salis, parlamentare europea, ha condiviso su un social network una foto di un edificio situato proprio a Giambellino. “Non ho selezionato questa immagine per il suo forte impatto visivo – dichiara -, né perché incarna il peggio dell’area. È uno scenario tipico – se si può chiamare tale – che caratterizza molte strutture abitative popolari in una città prospera e moderna come Milano. La manutenzione è quasi inesistente e il numero di abitazioni sigillate, murate o rivestite, è sorprendente. Il racconto secondo il quale l’occupante sottrarrebbe l’abitazione ad un anziano serve solo a fomentare la guerra tra i poveri e a esonerare le autorità gestionali dalle loro gravi responsabilità. Non rappresenta minimamente la realtà dei fatti. Oltre ai dati incontestabili sulle case vuote e le persone in attesa di alloggio, immagini come questa parlano da sole”.
“Chi occupa, avrebbe diritto a un’abitazione”
Nel suo post, Salis illustra come i gruppi, noti come “comunità solidali”, prendono di mira abitazioni disabitate da tempo, ristrutturandole autonomamente con quanto a loro disposizione. Gli inquilini si sbarazzano di muffe e sporco, ridipingono le pareti e sostituiscono i sanitari, spesso rovinati da Aler stessa per scongiurare le occupazioni e bloccare l’assegnazione di case vuote per la speculazione edilizia.
L’eurodeputata sostiene che queste persone avrebbero diritto a una casa, ma in Italia il meccanismo che garantisce il diritto all’abitazione è bloccato e di conseguenza queste case vengono abbandonate alle grinfie del racket. Questa è la storia delle lotte per il diritto all’abitazione, da Giambellino al resto del paese. Questa è la situazione delle occupazioni abitative, l’unico vero strumento politico che attualmente esiste per garantire il diritto all’abitazione in questo paese.
Ritornando sulla questione dell’indagine sugli antagonisti, Salis afferma: “Ma a volte succede che la magistratura e la polizia stabiliscano che non si tratta di una comunità solidale, ma l’aggregazione a un gruppo criminale. Pare addirittura che il mettersi insieme per favorire le proprie condizioni e assistere il prossimo senza alcun guadagno economico, sia un crimine induritamente punibile”.
Le indagini condotte dai Carabinieri hanno determinato che, dal 2015, un gruppo ha illegalmente occupato diverse abitazioni appartenenti all’Aler, assegnandole successivamente a persone senza fissa dimora, tra cui amici, parenti e conoscenti. Questa situazione è stata descritta come un racket, tuttavia l’eurodeputata controbatte affermando che “in questa questione” non sono mai stati coinvolti soldi. Salis riporta che nel 2022, “nove individui sono stati dichiarati colpevoli in primo grado, risultando in una condanna complessiva di 30 anni di prigione”. Se fosse riconosciuto il crimine di associazione per delinquere, questo rappresenterebbe un serio incremento nella repressione delle proteste e nella penalizzazione della povertà. Questo aggiunge un ulteriore elemento alla tendenza autoritaria e classista indicata dalla nuova legge sulla Sicurezza.
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