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Più velocità nell’erogazione dei pagamenti alle imprese e procedure più semplificate. È quanto chiedeva il comparto edile nella gestione dei fondi del Pnrr: ieri, il via libera delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato all’emendamento del governo al decreto omnibus che semplifica il processo di erogazione delle risorse destinate al finanziamento degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ma cosa prevede la novità di ieri? Innanzitutto, la disposizione mira ad assicurare a tutti gli attori della filiera attuativa la liquidità necessaria per realizzare gli interventi, prevede che i trasferimenti successivi all’anticipazione, “fino al limite cumulativo del 90%” della dotazione finanziaria di ciascun intervento siano erogati dalle Amministrazioni centrali titolari delle misure entro 30 giorni dall’acquisizione delle relative richieste di erogazione.
Le parole dell’Ance
«È una cosa di buon senso – commenta Gerardo Biancofiore alla guida di Ance Puglia, l’associazione degli edili – Effettivamente ci sono delle difficoltà per aziende che devono essere pagate ma le procedure subiscono ritardi. Se per quanto riguarda la tempistica dei finanziamenti regionali siamo comunque nella normalità, per quanto riguarda invece quelli legati al Pnrr si intravedono grandi difficoltà. Stiamo tornando nel passato e questo non va bene».
Il Pnrr, osserva Biancofore, aveva tra le tante indicazioni quella di aver adottato la velocità di pagamento «ma se io porto a termine un cantiere da un milione di euro, mi aspetto che entro trenta giorni venga pagato. Altrimenti non riesco a iniziare i lavori per altri appalti. Non si possono attendere cinque mesi per un saldo». Cinque mesi è il tempo medio di pagamento registrato dai costruttori per il saldo delle fatture relative agli stati di avanzamento lavori legati al Pnrr. Con punte, a livello nazionale, anche di due anni. In Puglia, grazie al Pnrr sono stati attivati 12.501 progetti totali. Chiaramente, si tratta del complessivo numero che comprende anche interventi di piccola o modesta entità.
Con l’ok di ieri, nel momento della presentazione delle richieste di erogazione i soggetti attuatori provvedono ad attestare l’ammontare delle spese risultati dagli stati di avanzamento degli interventi, nonché l’avvenuto espletamento dei controlli di competenza, compresi quelli specifici del Pnrr. Le amministrazioni centrali provvederanno poi, entro l’erogazione del saldo finale, ai controlli sulla documentazione giustificativa presentata. Modalità e criteri saranno stabiliti in un successivo decreto del Mef.
«In Puglia bisogna avere una visione di cosa vogliamo – aggiunge il numero uno regionale di Ance – La regione offre tante possibilità, abbiamo visto anche nel settore del turismo come sia evoluta negli ultimi anni. Io credo che una riflessione va fatta sulla valorizzazione delle coste, del patrimonio pubblico e puntare sulla rigenerazione urbana».
Infine, capitolo spinoso. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato una stretta sui bonus. A essere confermato potrebbe essere solo l’Ecobonus al 65%, ma esclusivamente per la prima casa e solo se l’intervento potrà assicurare una riqualificazione energetica dell’edificio. Lo sconto per le ristrutturazioni edilizie, come è noto, dovrebbe inoltre passare dal 50% al 36% nel 2025. Già in passato, la premier aveva dichiarato finita la stagione dei bonus, non solo edilizi.
«Senza bonus c’è il rischio che un settore fondamentale per il Pil faccia passi indietro – conclude Biancofiore – Ma questo è un settore serve al nostro Paese, perché non avviare un percorso condiviso per riqualificare le aree più degradate? Mi riferisco anche al nostro territorio: senza voli pindarici, dobbiamo puntare a ciò che serve realizzando opere essenziali».
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