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Scritto da Redazione il
Dal 2018 a oggi sono stati spesi 13,2 miliardi di euro per migliorare la sostenibilità e la gestione dell’acqua in Italia. Ma siccità, alluvioni e fenomeni meteorologici mettono costantemente alla prova la tenuta del sistema idrico nazionale.
E, come dimostrano anche i recenti casi di siccità in Sicilia (a cui si pensa di fare fronte puntando anche sui dissalatori) e delle alluvioni in Romagna, serve intervenire per migliorare la resilienza di questi sistemi di gestione.
È quanto emerge dallo studio Agici “Le utility idriche motore dello sviluppo dei territori” presentato al Festival dell’Acqua di Firenze.
Il report segnala una crescita degli investimenti delle utility. Dal 2018 al 2023 sono stati indirizzati in questo senso 13,2 miliardi di euro, di cui 9,8 nel periodo dal 2020 al 2023. Le priorità sono note e riguardano le carenze storiche e strutturali del sistema idrico italiano.
Con una dispersione idrica stimata al 42%, è naturale che tra le utility prevalgano gli interventi di efficientamento di reti e impianti, oltre che per la riduzione delle perdite. I gestori idrici, invece, puntano sul miglioramento della qualiàt dell’acqua.
Seguono gli interventi di educazione ambientale e di valorizzazione della risorsa idrica, attraverso il riuso delle acque reflue e la valorizzazione dei fanghi.
Il ruolo dei finanziamenti
Lo studio ha anche toccato il tema del ruolo dei finanziamenti alle imprese. L’Italia è stato il maggior beneficiario degli interventi della Banca Europea degli Investimenti (BEI) tra il 2016 e il 2022, con 40 operazioni per un totale di 2,9 miliardi di euro.
I finanziamenti statali si stanno focalizzando su interventi e misure per affrontare le sfide del cambiamento climatico e garantire l’efficienza della risorsa idrica. Il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (PNIISSI), prevede il finanziamento di 418 proposte progettuali, per un importo complessivo di circa 12 miliardi di euro.
La maggior parte delle risorse assegnate è destinata al nord, con 232 progetti e 5,2 miliardi di euro di fabbisogno, seguito da sud e isole (131 progetti per 5 miliardi di euro) e, infine, dal centro (55 progetti per 2 miliardi di euro).
La revisione del PNRR, con l’aggiunta del capitolo REPowerEU, ha poi aumentato a 5 miliardi di euro le risorse destinate agli interventi sul sistema idrico.
Il campione dell’indagine è rappresentato da 100 realtà, che servono circa 42 milioni di abitanti, il 70% della popolazione italiana.
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