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Il mantra della vigilia era: levarsi di dosso la sconfitta (brutta) dell’esordio a Rimini. L’Old Wild West lo ha fatto strapazzando i pugliesi di Nardò nel primo turno infrasettimanale d’un campionato che sia annuncia infinito e ultracompetitivo.
Finisce, partita già in ghiaccio o quasi a fine primo quarto e poi utilizzata dagli uomini di Vertemati per lavorare sui meccanismi d’attacco e di difesa. L’avversario era querl che era, domenica a Torino servono altre conferme.
Il primo canestro al Carnera dell’Apu è più o meno quello che la squadra di Vertemati vorrebbe fare quest’anno: penetrazione di Hickey (il migliore poi), raddoppio e tiro comodo di Alibegovic da tre. Insomma, una delle tante cose che domenica non hanno funzionato a Rimini.
Nardò, è squadra discreta allenata da un califfo come Strewart, che c’era già l’anno scorso, ma con altra chioma e che Johnson fa fatica a marcare. Udine trova la via del canestro, soprattutto con un ispiratissimo Hickey e gioca bene.
A fine primo quarto (30-17 contro Stewart più che Nardò) merita un’annotazione un giocatore, per l’ingaggio del quale a Udine hanno storto il naso: Bruttini. Ha 37 anni, ma sa giocare e se viene impiegato il giusto, è utilissimo. Altro che bollito. Certo, se deve invece fare pentole e coperchi la musica cambia. Come ieri, quando Pini, facendo subito tre falli, non lo aiuta certo.
Ecco, per essere competitiva ai piani alti l’Apu non potrà ovviamente prescindere dalle prestazioni del rosso Pini e dal fatto che i giocatori si adeguino al minutaggio per forza contingentato vista l’ampia scelta.
La partita? Creato il solco di 10-15 punti, per l’Apu è stato tempo di oliare gli ingranaggi, anche difensivi. Metà contesa: 51-33, match più o meno in ghiaccio per la gioia di un Carnera quasi pieno e che voleva vederci chiaro dopo il brusco esordio a Rimini.
Hickey? Primo tempo da 14 punti, segna, fa segnare. Sulla connessione con la squadra non si può che migliorare. Anche quello sarà uno dei crocevia della stagione dell’Apu. Un grande play del passato, nonché coach in cerca d’Eurolega come Sasha Djordjevic, in vista all’amico assistant Goran Bjedov friulano d’adozione, guarda interessato.
L’Apu a metà terzo quarto si distrae un nanosecondo ma torna a velocità di crociera dopo un pronto time-out di Vertemati, anche con Ambrosin che si conferma in palla. Fine terzo quarto 74-53, la Gioventù Bianconera canta, la gente si diverte.
Se le tessere del mosaico andranno a posto e il gruppo si confermerà granitico, l’uno giocherà per l’altro e l’intensità sarà quella di buona parte della partita di ieri, e non degli ultimi due quarti di Rimini, crediamo che la nuova Apu potrà farestrada.
Ora c’è da lavorare. Tra quattro giorni a Torino ci sarà ad aspettarla un coach cui Udine deve tanto, ma che attenderà i friulani col dente avvelenato per come è finita la storia in Friuli: Boniciolli.
Uno che quando parte da sfavorito styoricamente trasforma le squadre. Anche grazie a monologhi che fanno il giro del web. Insomma, sarà meglio maneggiare con cura.
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