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Alcune aziende hanno diritto a un esonero dei contributi previdenziali dell’1% entro un certo limite: sono quelle che hanno ottenuto la certificazione parità di genere, sulla base di una legge del 2021 (la numero 162/2021).
L’esonero contributi 1% stabilito per legge
E’ la Legge 162 del 2021 ad aver stabilito che tutte le aziende che siano in possesso della certificazione parità di genere, possono ottenere un esonero contributivo dell’1% a carico del datore di lavoro, rispettando determinati paletti, ad esempio il tetto limite dei 50mila euro e fermo restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
A stabilirlo è l’articolo 5 della legge: “le aziende private che siano in possesso della certificazione della parità di genere di cui all’articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, introdotto dall’articolo 4 della presente legge, è concesso, nel limite di 50 milioni di euro, un esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche”.
Quale certificazione sulla parità?
L certificazione di parità di genere è quella rilasciata in conformità alla Prassi UNI/PdR 125:2022 dagli organismi di valutazione accreditati. Questa deve riportare il marchio UNI e quello dell’ente di accreditamento.
Chi può chiedere l’esonero dell’1%
La domanda di esonero è aperta a tutte le aziende private che rispettano un requisito fondamentale: avere la certificazione di parità di genere (articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna). Questa deve essere posseduta alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento. Nel nostro caso, entro il 31 dicembre 2023.
Con il messaggio n. 2844 del 13 agosto 2024, Inps ha indicato i requisiti che le imprese, in possesso della certificazione di genere, devono rispettare per accedere all’esonero contributivo. In particolare, la domanda deve riportare la retribuzione media mensile globale, cioè la media di tutte le retribuzioni mensili corrisposte dal datore di lavoro nel periodo di validità della certificazione e non quella del singolo lavoratore.
L’esonero deve essere richiesto all’Inps
L’esonero contributivo dell’1% non è riconosciuto in automatico a tutti. Per ottenerlo le aziende devono presentare domanda all’Inps, utilizzando lo specifico modulo telematico “PAR_GEN”. E’ possibile trovarlo sul Portale delle agevolazioni.
L’istanza deve essere inviata all’ente entro il termine ultimo di martedì 15 ottobre 2024. La stessa data deve essere rispettata nel caso in cui il datore di lavoro debba rettificare i dati inseriti, per erronea compilazione del campo relativo alla retribuzione media mensile globale stimata. Per farlo deve rinunciare alla domanda già presentata, sempre entro il 15 ottobre. Alla scadenza del termine, tutte le domande in stato “trasmessa”, relative a certificazioni conseguite entro il 31 dicembre 2023 verranno elaborate.
Come chiarito anche dalla nota Inps, se il datore di lavoro non rettifica la domanda erroneamente presentata entro la scadenza fissata, dovrà accontentarsi del minore importo determinato sulla base della retribuzione media mensile globale stimata erroneamente indicata.
L’importo autorizzato sarà comunicato con nota in calce al modulo di istanza online presente all’interno del “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)”.
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