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A partire dal 2027 il regolamento 2023/1542 del Parlamento europeo e del Consiglio rende04 obbligatorio il passaporto digitale per le batterie dei veicoli elettrici. Si tratta di un vero e proprio registro contenente tutte le informazioni socialmente, ecologicamente ed economicamente rilevanti sul ciclo di vita di una batteria. Lo scopo è garantire trasparenza, tracciabilità e sostenibilità nella catena del valore dei battery systems, ridurre l’impatto ambientale e incoraggiare il riuso dopo il primo utilizzo.
Passaporto digitale per le batterie: cos’è il battery pass
La normativa comunitaria punta a tutelare sempre di più l’ambiente e i diritti umani, chiedendo ai produttori di documentare tutte le emissioni derivanti dalla fabbricazione, dall’uso e dallo smaltimento dei loro prodotti, e di assicurare la massima chiarezza nelle catene di approvvigionamento, dalle materie prime all’assemblaggio. I principi sono quelli dell’economia circolare: fornire ai consumatori informazioni verificate e verificabili per generare trasparenza e supportare l’uso delle batterie in una seconda vita.
L’obiettivo del passaporto è favorire lo sviluppo di modelli di business sostenibili lungo l’intera catena del valore delle batterie. Con questo documento, si potrà conoscere la storia di una batteria e avere una coscienza il più ampia e completa possibile sul suo impatto climatico e sul suo smaltimento. Nello specifico, quattro tipologie sono interessate dal regolamento:
- tutte le batterie di trazione;
- le batterie per i veicoli a due ruote;
- le batterie industriali con una capacità superiore a 2 kWh;
- le batterie dei LMT (light means of transport, i mezzi di trasporto leggeri) integrate in biciclette e monopattini elettrici.
Il passaporto digitale per le batterie dei veicoli elettrici è il primo passaporto digitale di prodotto ad essere introdotto a livello europeo. Servirà come progetto pilota per altri prodotti dei settori tessile, elettronico ed edile, attualmente in fase di pianificazione. Anche in questi campi è fondamentale garantire lo scambio di dati nelle catene di fornitura e di valore e il rispetto degli standard ambientali e sociali. In futuro questo tipo di passaporti verranno estesi ad altri segmenti e diventeranno sempre più rilevanti.
Come funziona e quando entra in vigore
Il passport for batteries contiene un registro con l’origine della batteria e il tracciamento dei suoi usi. Sul piano pratico, sarà un documento elettronico scansionabile e visualizzabile online. Questo protocollo riporta tutte le informazioni sensibili sull’impronta di carbonio, le condizioni di lavoro per l’estrazione delle materie prime, i materiali e i componenti della batteria, le sostanze pericolose contenute, l’efficienza delle risorse, le prestazioni e la durata, le operazioni di manutenzione da svolgere, lo stato e altri dati su riciclabilità e riparazione. Sul battery pass sono presenti anche le istruzioni di smontaggio che aiutano a facilitare il riutilizzo secondario di quanti più componenti possibile.
L’entrata in vigore è fissata dal febbraio 2027. È il consorzio Battery Pass, in collaborazione con il Fraunhofer Institute for Production Systems and Design Technology IPK, a sviluppare le linee-guida per l’implementazione del passaporto digitale per le batterie. Il primo prototipo di battery pass è stato presentato all’Hannover Messe 2024, la principale fiera di settore dell’industria internazionale. I ricercatori del Fraunhofer IPK sono responsabili della progettazione e implementazione degli standard tecnici. Per consentire ai produttori e agli importatori di dotarsi del passaporto nel 2027, tutte le specifiche e i sistemi di test devono essere completati entro la fine del 2025. Un elenco di dati che saranno visibili nel passaporto è stato presentato ad Hannover da Battery Pass nel suo prototipo:
- data e luogo di produzione;
- nome del produttore;
- condizioni di lavoro lungo la filiera;
- quantità di CO2 generata dall’estrazione delle materie prime;
- categoria;
- peso;
- composizione dei materiali;
- soglia di capacità per l’esaurimento;
- prova di riferimento utilizzata;
- periodo di applicazione della garanzia;
- capacità nominale massima;
- capacità di potenza originaria e rispetto allo stato di carica;
- indicazioni sui processi di trattamento e recupero.
Il registro è stato sviluppato sotto forma di software in cui tutti i dati sono distribuiti e memorizzati in spazi eterogenei e la responsabilità per l’inserimento è decentralizzata. Le funzioni principali, come la registrazione centrale e il registro unico dei passaporti e il Data Portal, saranno di competenza della Commissione europea. Quasi tutti i dati saranno pubblici, ma alcuni elementi verranno messi a disposizione esclusiva delle autorità nazionali di regolamentazione per i controlli di conformità al mercato. Qualsiasi modifica ai dati della batteria deve essere aggiornata nel passaporto dal produttore, il quale deve nominare un fornitore terzo per garantire il backup in caso di insolvenza.
Non è ancora noto quali dati specifici saranno richiesti, chi e come dovrà conservarli, come sarà garantita la sicurezza e chi potrà accedere a questo immenso database. Battery Pass sta lavorando agli standard sotto il coordinamento di Thomas Knothe, capo del dipartimento dei processi aziendali all’IPK. “Una delle sfide nell’applicare le specifiche è l’interoperabilità”, ha spiegato Knothe. Il software, infatti, dovrà far girare il maggior numero possibile di supporti dati diversi (che forniscono informazioni sul prodotto in modo simile a un codice QR o a un codice a barre) e di identificatori univoci.
In aggiunta, il sistema dovrà essere in grado di adattarsi alle diverse normative dei vari Paesi membri ed essere compatibile con una gamma di tecnologie e piattaforme di gestione. Uno strumento di questo tipo è così complesso per essere gestito da una singola azienda o consorzio che Battery Pass ha coinvolto una comunità di partner e sostenitori: Acatech, Audi, BASF, BMW, Circulor, FIWARE Foundation, SYSTEMIQ Deutschland, TWAICE Technologies, Umicore e VDE Renewables. Il traguardo a breve termine è essere pronti con un modello standard unico per la fine del 2025.
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