Festival del Giornalismo Culturale: la seconda giornata tra carta, tv, social, inviate e intelligenza artificiale #finsubito prestito immediato

‘PROTAGONISTE. Lo sguardo femminile nel giornalismo culturale’: la seconda giornata della 12^ edizione del Festival del Giornalismo Culturale, organizzato dall’Istituto per la formazione al giornalismo e dall’Università di Urbino in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche e con il patrocinio della Regione Marche, ha proposto un’ampia riflessione su numerosi aspetti del mondo del giornalismo, in tutte le sue declinazioni.

Una giornata intensa fin dalla mattina, con l’apertura dei lavori andata in scena nella splendida location della Sala del Trono di Palazzo Ducale dove il condirettore del Festival del Giornalismo Culturale Giorgio Zanchini ha spiegato come “se si guarda la gerarchia del giornalismo in Italia, oggi ancora troppo poco è cambiato. Troppi uomini in posizione di comando, in qualità di caporedattori. Molte donne ricoprono invece il ruolo di inviate”. La direttrice del Festival Lella Mazzoli ha invece posto l’accento sull’importanza del giornalismo femminile, “un giornalismo che offre un racconto con uno sguardo diverso e che quest’anno il Festival ha voluto premiare. Ancora di più, perché il giornalismo scarseggia in termini di donne in ruoli apicali”. Il Direttore della Galleria Nazionale delle Marche Luigi Gallo ha espresso entusiasmo per il coinvolgimento di Palazzo Ducale, ‘un luogo di incontro per eccellenza’.

Dopo i videosaluti delle autorità – ovvero del Presidente del Consiglio regionale delle Marche Dino Latini e dell’assessore regionale alla Cultura Chiara Biondi – è stata la volta della lectio ‘La sceriffa e e le altre’ della vincitrice del Premio Strega 2024 Donatella Di Pietrantonio che ha ricordato: “All’inizio gli uomini erano figure marginali nei miei romanzi. Ero più attratta dai personaggi femminili. Mia madre era inaccessibile, ma è stata più facile raccontarla rispetto a mio padre. Mia madre vive nei miei romanzi, frammentata e ricomposta in tutte le donne dei miei libri. Se fosse ricomposta, risulterebbe enorme, così come la mia ossessione. Ne L’età fragile appare poco, ma c’è la Sceriffa che è la sua evoluzione”.

Sold out per il panel delle 11 dedicato all’intervista di Giorgio Zanchini a Monica Maggioni, ex direttore TG1 e Presidente RAI, attualmente Direttore Editoriale dell’Offerta Informativa della TV di Stato. Maggioni ha detto: “Quando hai a che fare con la vita e la morte, come nel caso delle inviate, ti trovi faccia a faccia con l’umanità delle persone. Le donne stanno dimostrando grande livello professionale e tenacia (e non solo le inviate). La nostra professione da questo punto di vista costituisce un’avanguardia. Abbiamo ancora il problema dei direttori, ma è solo questione di tempo”. Il noto volto del primo canale RAI ha inoltre sottolineato: “Informarsi, per me, da giornalista è studio, dati, certezza, ma anche acquisizione di dubbi profondi”.

Molto dettagliata anche la presentazione della ricerca “Lo sguardo femminile sulla lettura e letteratura”, con gli interventi di Matteo Cavezzali, Claudia D’Ippolito, Beatrice Eleuteri, Lella Mazzoli e Giovanni Solimine. “Abbiamo estrapolato alcuni dati dalla ricerca precedente per capire meglio come possa cambiare lo sguardo di ragazzi e ragazze nell’approccio alla lettura”, ha spiegato Mazzoli per poi aggiungere: “Abbiamo voluto approfondire il tema della lettura nei giovani mettendo a confronto ragazzi e ragazze fino ai 28 anni”. L’analisi è proseguita con D’Ippolito che ha posto l’accento su come “sia i ragazzi che le ragazze hanno una dieta multimediale diversificata. Se i ragazzi preferiscono i videogames, la lettura dei libri connota le ragazze. Sia i ragazzi che le ragazze spaziano su molti generi tv ma le ragazze seguono di più le serie e le fiction. Le ragazze mostrano maggiore autonomia nella scelta di cosa leggere”. Mazzoli ha poi spiegato: “Le ragazze fanno una lettura maggiormente emozionale. Il 59% di loro legge perché la lettura suscita in loro emozioni. Interessante anche il punto di vista di Solimine: “Fino a qualche decennio fa gli uomini leggevano più delle donne. Poi la diffusione della scolarizzazione ha cambiato le cose”.

 La sessione pomeridiana si è aperta con il Premio Giornalistico FGCult24, assegnato a Filippo Marazzini con l’articolo “Irene Brin: la donna (e giornalista) che visse tre volte” pubblicato sulla Gazzetta di Parma, inserto culturale.

In Carta e TV, le giornaliste’ con Annalisa Bruchi, Giovanni Boccia Artieri, Lorenza Ghidini, Angela Mauro e lectio di Serena Danna si è parlato della diseguaglianza di genere in termini di posizioni nel mondo del giornalismo. Bruchi, giornalista Rai e conduttrice ReStart: “Non ho mai avuto la sensazione di essere discriminata e ho lavorato sempre circondata da donne”. La prima direttrice della storia di Radio Popolare Lorenza Ghidini ha invitato ad aprire gli spazi alle donne, a partire dalla “parità tra conduttrici e conduttori nelle fasce di maggior ascolto”, e a far sentire le voci femminili “altrimenti sembra che gli unici titolati a parlare siano gli uomini”.

 Alle 18 il focus si è spostato su ‘Tv e social: le inviate’ con nomi di spicco quali Azzurra Meringolo, Marta Serafini, Davide Maria De Luca e Gianmarco Sicuro intervistati da Giorgio Zanchini e Maria Concetta Valente. Meringolo, da Beirut, ha osservato: “La sfida è rendere questa professione accessibile a tutti e non costringere a rinunciare a qualcosa della nostra vita”. Da Kiev, De Luca riconosce che a causa dei pregiudizi ancora diffusi il giornalismo di guerra è un ambiente di lavoro difficile: “Ci sono tante colleghe bravissime nel superare questi ostacoli, ma se per me giornalista uomo è ‘scontato’ stare sul fronte non è detto che sia così per una collega giornalista”. “Il giornalismo è un mestiere che si basa su caratteristiche molto femminili”, ha spiegato Sicuro, “serve sviluppare sensibilità, empatia, ascolto, apertura alla diversità per raccontare le storie che si trovano nei conflitti. Solo attraverso le storie si raggiunge e scuote l’opinione pubblica”. “Raccontare la guerra non solo dal fronte ma anche dalle sue periferie è storicamente uno dei contributi che le donne hanno dato al racconto dei conflitti”, ha affermato Meringolo.

 La giornata si è conclusa sempre nella Sala del Trono di Palazzo Ducale con una serata dedicata al gioco, nelle sue forme umane e artificiali. Un gioco interattivo che ha attratto l’interesse del pubblico insieme a Paolo Di Paolo, Piero Dorfles e Valeria Palumbo. Un gioco ‘particolare’, interessante scoprire il vincitore.

Domenica 6 ottobre, la giornata finale del Festival che alle 10 proporrà come tema principale le protagoniste del cinema, con Susanna Nicchiarelli mentre alle 10:45 sarà la volta de ‘Le donne nel cinema e nelle serie TV’, alla presenza di Pedro Armocida, Chiara Checcagiini, Anna Fiaccarini e Michela Zegna. Alle 11:30 spazio ad arte e architettura con Francesca Cappelletti, Costantino d’Orazio, Ilaria Miarelli Mariani e Raffaella Morselli.

Alle 15 si parlerà della figura delle scienziate con gli interventi di Ilaria Iacoviello, Roberta Villa e la lectio di Michela Mattioli. L’edizione numero 12 del Festival si chiuderà focalizzandosi sulla figura e sul ruolo elle editrici insieme a Marianna Aprile, Rosanna Cappelli, Giordano Bruno Guerri, Piero Sorrentino e con lectio affidata ad Agnese Pini, direttrice – under 40 – de Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Quotidiano Nazionale.

Il programma completo al link: https://www.festivalgiornalismoculturale.it/

Il Festival è organizzato dall’Istituto per la formazione al giornalismo e dall’Università di Urbino in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche. È possibile iscriversi alla piattaforma S.O.F.I.A. per i docenti degli istituti scolastici. Sono inoltre previsti crediti formativi per tutti coloro iscritti all’Ordine dei Giornalisti: necessaria l’iscrizione su piattaforma specifica dell’Ordine stesso.