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Questa nuova realtà si inserisce perfettamente nel percorso di chi visita il centro: dal Duomo alla chiesa di Sant’Alfonso, dalla biblioteca Lucchesiana ai musei del Mudia, passando per il Palazzo Arcivescovile e la Cattedrale. Tappe obbligate per ogni tour nel centro agrigentino.
Claudia Caci e Giulio Bonfissuto hanno trasformato un sogno in realtà con l’apertura di “Sant’Arfò”, un ristorante che unisce tradizione e sostenibilità nel cuore del centro storico di Agrigento. Situato tra via Sant’Alfonso e via Santa Maria dei Greci, proprio accanto all’omonima chiesa, il locale si trova in un crocevia di turisti che, a piedi, si dirigono verso le bellezze storiche della città, come la Cattedrale, il Mudia e il Palazzo Arcivescovile.
Claudia e Giulio non hanno semplicemente aperto un ristorante, ma hanno creato un vero punto di riferimento per il centro storico. Uniti dalla passione per il buon cibo e la sostenibilità, e rafforzati dall’amore per la loro bambina, hanno trasformato una vecchia bottega abbandonata in uno spazio accogliente e curato nei minimi dettagli. Un luogo che offre ai turisti la possibilità di gustare piatti locali dopo una lunga giornata tra rovine e spiagge.
Giulio, originario di Canicattì e già noto per la sua famosa pasticceria, ha creduto nella rinascita di questo angolo di Agrigento. Grazie al decreto “Io resto al Sud”, i due imprenditori hanno potuto realizzare questo progetto ambizioso, che è ormai frequentato da ospiti illustri come l’Arcivescovo Alessandro Damiano e don Giuseppe Pontillo, entrambi grandi sostenitori dello sviluppo del centro storico.
Oltre all’eccellente cucina curata da Claudia, il ristorante si distingue per la scelta accurata dei collaboratori, come Domenico, un giovane poliglotta che ha già lavorato in strutture di lusso, e Fiore, entrambi mossi da una grande passione. “Sant’Arfò” è più di un ristorante, è un progetto che rispecchia l’amore per la città e la visione di un futuro sostenibile.
Alcuni particolari del ristorante
La storia di Sant’Arfò, il progetto di Claudia e Giulio
Claudia Caci e Giulio Bonfissuto realizzano il loro sogno: l’apertura di Sant’Arfò
Tradizione e Sostenibilità ad Agrigento
In un angolo affascinante tra via Sant’Alfonso e via Santa Maria dei Greci, a pochi passi dalla storica chiesa di Santa Maria dei Greci, Claudia Caci e Giulio Bonfissuto hanno dato vita a un sogno che unisce passione e innovazione. Sant’Arfò non è solo un ristorante, ma un punto di riferimento nel cuore pulsante del centro antico di Agrigento, crocevia di turisti e visitatori.
Questa nuova realtà si inserisce perfettamente nel percorso di chi visita il centro: dal Duomo alla chiesa di Sant’Alfonso, dalla biblioteca Lucchesiana ai musei del Mudia, passando per il Palazzo Arcivescovile e la Cattedrale. Tappe obbligate per ogni tour nel centro agrigentino.
Claudia e Giulio, entrambi legati dalla passione per la tradizione e la sostenibilità, hanno realizzato un progetto che va oltre la semplice ristorazione. La loro unione, culminata nella nascita di una deliziosa bambina, ha dato vita a un servizio prezioso per il centro storico cittadino: «Da qui – racconta Giulio, mentre Claudia si dedica con cura alla preparazione dei piatti in cucina – passano centinaia di turisti che spesso non trovavano un posto dove fermarsi anche per un semplice spritz. In questa zona ci sono molte strutture ricettive, ma la gente non sapeva dove andare a pranzare. Ora possono rilassarsi e assaporare la nostra cucina a due passi dalla loro residenza».
Il locale, con una sala intima e accogliente, offre anche tavolini all’aperto in un cortile che è diventato davvero suggestivo. Giulio e Claudia hanno recuperato e ristrutturato quella che un tempo era una vecchia bottega di generi alimentari. Grazie a un’attenta filosofia degli spazi e all’accesso al decreto “Io resto a sud” per un finanziamento a fondo perduto, hanno dato nuova vita a questo angolo di Agrigento.
«È incredibile come l’idea sia partita da Giulio – spiega Claudia – canicattinese che gestisce la famosa pasticceria “Bonfissuto” nella sua città natale. E ora, insieme, stiamo creando qualcosa di speciale qui ad Agrigento». Il ristorante ha già conquistato il cuore di molti, tra cui l’Arcivescovo Alessandro Damiano, appassionato degli spaghetti con gambero di Mazara e burrata, e don Giuseppe Pontillo, sacerdote che crede nel recupero del centro storico per lo sviluppo turistico. Coincidenza vuole che entrambi condividano le origini canicattinesi.
«Grazie alla nuova SS 640 – continua Giulio – ora Agrigento e Canicattì sono più vicine. Durante il giorno lavoro alla mia azienda, mentre la sera mi prendo cura della mia bambina, mentre la mia dolce metà gestisce il ristorante».
Oltre alla cura dei dettagli, Sant’Arfò si distingue anche per la scelta dei collaboratori. Qui lavora Domenico, un giovane talento che parla correntemente quattro lingue ed ha già accumulato esperienza al Verdura Resort. Insieme a lui, Fiore, entrambi impegnati con passione e dedizione.
Claudia, chef e giornalista, cura la cucina con amore e attenzione. Nonostante le difficoltà legate alla burocrazia, il locale è finalmente una realtà. «Che questo progetto sia da monito affinché gli uffici sappiano cogliere l’indirizzo politico e la vocazione che questa città dovrebbe sviluppare», conclude Giulio. Con Sant’Arfò, Agrigento si illumina di una nuova luce, pronta ad accogliere chiunque desideri assaporare la bellezza della sua tradizione culinaria in un ambiente sostenibile e accogliente. (Domenico Vecchio)
Che cos’è Io resto al sud. Il decreto “Io resto al sud” è un’iniziativa del governo italiano finalizzata a incentivare l’imprenditorialità nelle regioni del Mezzogiorno. Esso prevede finanziamenti a fondo perduto e agevolazioni fiscali per le nuove attività commerciali, in particolare per i giovani imprenditori e per chi vuole avviare un’attività in zone svantaggiate. La misura è pensata per stimolare la crescita economica, combattere la disoccupazione e incentivare l’innovazione. Gli imprenditori possono ricevere aiuti per coprire le spese di avvio e gestione delle loro aziende, contribuendo così a creare posti di lavoro e promuovere lo sviluppo locale.
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