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Dialogo tra istituzioni e parti sociali
E in questo scenario rientra anche il dialogo tra le istituzioni e le parti sociali. A ribadirlo, ricordando anche l’incontro con i sindacati europei avvenuti in occasione del G7 lavoro a Cagliari, è stata la ministra Marina Calderone che ha sottolineato anche l’importanza della formazione e la sfida che riguarda l’intelligenza artificiale.
La carta della formazione
«Sappiamo che il mondo del lavoro risente di condizioni storiche di difficoltà che riguardano l’incrocio tra domanda e offerta – ha sottolineato -. Noi stiamo lavorando per incentivare questo incrocio in odo che quelle politiche attive che devono portare al lavoro poi siano connesse con il lavoro che c’è e non con profili lavorativi che sono fuori mercato». Quindi la necessità di investire nella formazione su cui si deve insistere perché «tutti i soggetti siano in grado di poter lavorare». «Stiamo anche cercando di usare le moderne tecnologie anche l’intelligenza artificiale per comprendere messaggio del futuro – ha proseguito -. I dati indicano che siamo sulla strada giusta e che dobbiamo nvestire di più in strumenti efficienti ed efficaci».
Puntare su sostenibilità
E a parlare di formazione, investimenti e futuro anche l’ex ministra Elsa Fornero professore Onorario di Economia all’Università di Torino, Enrico Giovannini, ex Ministro del Lavoro che ha ribadito come «il desiderio dei giovani oggi non è solo quello di avere lo smart working ma di lavorare per imprese che hanno uno scopo verso la sostenibilità». E poi Tiziano Treu che ha ribadito la necessità di una formazione costante e forte così come Maurizio Sacconi: «Dobbiamo dare valore alle persone – ha detto – perché significa dare maggiore produttività e benessere alle persone».
Le sfide del cambiamento
In questo quadro ci sono poi i cambiamenti che riguardano i cambiamenti del mondo del lavoro. Dalla sfida diAlessandro Milozzi, Ingegnere elettronico, Ceo & Co-Founder Neuronova, Alumnus Politecnico di Milano che dopo un percorso in un’azienda americana è tornato in Italia. Che ci sia un cambiamento in corso, nel mondo del lavoro, lo ha ribadito Ilaria Agosta, Vice Presidente Nazionale AIDP e Presidente del Gruppo Veneto e Friuli Venezia Giulia, che al centro del suo ragionamento ha messo le persone. Non più risorse, quindi ma persone. E i luoghi di lavoro dove lo spazio dei mansionari sarà occupato da chi si assume responsabilità perché «l’evoluzione non permette di lavorare così». Il nuovo corso, come ha chiarito, passa per «l’assunzione di responsabilità. L’obiettivo è lavorare sui processi che devono essere conosciuti. Oggi nel mondo lavorativo si cresce se si riesce ad assumere una responsabilità di un risultato». Una partita importante viene giocata dall’intelligenza artificiale che, come detto da Daniele Rocchi, Vicerettore per Trasferimento tecnologico e rapporti con le imprese, Politecnico di Milano, è sempre presente e per cui è sempre necessaria una formazione. Per Virginia Stagni, Chief Marketing Officer The Adecco Group Italia le aziende per essere attrattive «devono essere in grado di comprendere e accogliere» le nuove esigenze, adottare una forma mentis più aperta e inclusiva e una politica di flessibilità verso nei confronti del lavoratore.
Le competenze
C’è infatti la questione dell’incopatibilità della competenze che per essere affrontata serve una triangolazione tra diversi soggetti: «le aziende, la scuola, realtà che offrono servizi per il lavoro come Adecco, ma anche il sistema mediatico e la cittadinanza, in modo da creare reale consapevolezza riguardo le professionalità e le competenze che oggi il mercato chiede, i percorsi per ottenerle e il modo in cui esse si sono evolute». E poi l’attrattività delle aziende. «C’è una questione culturale: oggi i candidati hanno esigenze e aspettative che vanno oltre quelle legate alla retribuzione – ha aggiunto -. C’è maggior attenzione al benessere, al work-life balance, alla crescita e formazione, alla sostenibilità in tutte le sue forme».
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