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La riforma della riscossione cambierà radicalmente il sistema delle cartelle esattoriali a partire dal 2025. Meno burocrazia e rate più lunghe, ma anche accertamenti esecutivi immediati. Ecco cosa cambia per chi ha debiti con il Fisco.
Cartelle esattoriali: cosa cambia dal 2025
Il 2025 sarà un anno di grandi cambiamenti per il sistema delle cartelle esattoriali in Italia. La riforma della riscossione, varata con il Dlgs n. 110 del 29 luglio, prevede infatti diverse novità che incideranno significativamente sul rapporto tra contribuenti e Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Tra le modifiche più importanti troviamo l’eliminazione di alcune cartelle esattoriali ormai “dormienti”, piani di rateizzazione più flessibili e una semplificazione delle procedure per l’esecuzione forzata. Ma vediamo nel dettaglio cosa comporteranno queste nuove disposizioni.
Accertamento esecutivo: l’addio alla cartella esattoriale
Una delle novità più rilevanti riguarda l’introduzione dell’accertamento esecutivo. Dal 2025, per molte imposte, la tradizionale cartella esattoriale potrebbe diventare superflua.
Se un contribuente non paga quanto dovuto in base a un avviso di accertamento (ad esempio, per tasse di registro o imposte di successione), non sarà più necessario emettere una cartella esattoriale per avviare le procedure di recupero del credito.
Questo significa che l’Agenzia delle Entrate potrà avviare direttamente le azioni di esecuzione forzata — come pignoramenti, fermi amministrativi o ipoteche — già 30 giorni dopo la scadenza dei 60 giorni concessi per il pagamento. In pratica, i tempi per i debitori si ridurranno drasticamente e le conseguenze saranno più immediate rispetto al passato, quando tra avviso e cartella passavano mesi, se non anni.
Cancellazione automatica delle cartelle più vecchie
Un’altra novità della riforma riguarda la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali più datate. Questo provvedimento mira a “pulire” il magazzino crediti dell’Agenzia delle Entrate dai debiti che non sono stati riscossi per oltre 5 anni e che riguardano contribuenti considerati non aggredibili.
Tra questi troviamo persone decedute, nullatenenti o soggetti falliti.
Per questi casi specifici, la cartella viene eliminata d’ufficio senza necessità di alcuna domanda da parte del contribuente. Attenzione però: il debito non sparisce del tutto, ma torna a essere di competenza dell’Ente creditore originario (per esempio, il Comune per i tributi locali), che potrà decidere se provare a riscuotere nuovamente o cancellarlo definitivamente.
Questo provvedimento alleggerisce il carico di lavoro dell’Agenzia delle Entrate e semplifica la gestione dei crediti ormai non recuperabili.
Piani di rateizzazione più lunghi e flessibili
La riforma introduce una nuova struttura per i piani di rateizzazione delle cartelle esattoriali, rendendoli più flessibili e adatti alle esigenze dei contribuenti in difficoltà. Fino ad oggi, le rate ordinarie potevano arrivare a un massimo di 72 mensilità (6 anni), mentre solo chi dimostrava una grave situazione economica poteva ottenere fino a 120 rate.
Dal 2025, invece, i nuovi piani di rateizzazione saranno progressivamente estesi:
- 2025: Fino a 84 rate mensili (7 anni)
- 2027: Fino a 96 rate mensili (8 anni)
- 2029: Fino a 108 rate mensili (9 anni)
- 2031: Fino a 120 rate mensili (10 anni)
Questo significa che tutti i contribuenti, indipendentemente dalla loro situazione economica, potranno scegliere piani di pagamento più lunghi, purché la rata mensile non sia inferiore a 50 euro. In caso di mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive, però, il piano decade, e il debito residuo torna esigibile immediatamente.
Cosa fare se si ha una cartella esattoriale in sospeso?
Chi ha cartelle esattoriali in sospeso dovrebbe valutare se rientrano tra quelle che saranno cancellate d’ufficio o se è conveniente chiedere una nuova rateizzazione approfittando dei piani più lunghi introdotti dalla riforma. In alternativa, è possibile verificare la possibilità di chiudere i debiti con la rottamazione (che consente di estinguere il debito senza sanzioni e interessi) o con il saldo e stralcio, che permette di pagare solo una percentuale dell’importo dovuto.
Un passo avanti o indietro per i contribuenti?
La riforma del 2025 può essere vista sia come un vantaggio che come uno svantaggio per i contribuenti. Da un lato, l’introduzione dell’accertamento esecutivo riduce i tempi e rende più difficile sfuggire ai debiti con il Fisco. Dall’altro, però, i nuovi piani di rateizzazione e la cancellazione delle vecchie cartelle offrono un’opportunità concreta per regolarizzare la propria posizione con meno pressione fiscale.
La chiave per i contribuenti sarà mantenere alta l’attenzione su avvisi e comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, poiché dal 2025 l’assenza della tradizionale cartella esattoriale non sarà più una garanzia di sicurezza contro azioni di recupero immediate. Come sempre, è consigliabile farsi assistere da un professionista per valutare al meglio le proprie opzioni e evitare spiacevoli sorprese.
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