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Anna Batani, titolare dell’albergo, festeggia l’anniversario e annuncia nuovi progetti: «Vorremmo realizzare una terrazza, un rooftop, sul modello dei grandi alberghi europei»
Nel 2018 il Grand Hotel di Rimini tagliò il traguardo dei 110 anni di storia. Ora, in ottobre, l’albergo più rinomato della capitale della Riviera, e forse di tutto il litorale romagnolo, sontuoso esempio di architettura liberty, tra i primi in Italia, taglia un altro importante traguardo: da 40 anni è monumento nazionale. Tante le personalità che hanno soggiornato nelle sue stanze. Da Gorbaciov a Lady Diana, passando per Tony Blair, Sharon Stone, il Dalai Lama. Tanti ricordano, di recente, i lunghi soggiorni di Vasco Rossi, prima e durante i suoi ultimi tour. «Le sere d’estate diventava Istanbul, Baghdad, Hollywood — raccontava Federico Fellini — sulle sue terrazze forse si svolgevano feste alla Ziegfeld. Si intravedevano nude schiene di donne che ci sembravano d’oro, allacciate da braccia maschili in smoking bianco». Ora i tempi sono cambiati, ma non il suo fascino, con Federico Fellini, che lo portò ricostruendolo a Cinecittà, sul grande schermo, come ricorda Paola Batani, che dal 2007 è al comando della struttura. L’albergo è di proprietà del gruppo Batani Select che lo aveva acquistato in tempo per tagliare il traguardo dei 100 anni dalla costruzione, nel 2008.
Batani, che cosa è per lei il Grand Hotel?
«Per me è significato raggiungere un sogno. Il Grand Hotel è un’icona dello stile liberty in tutto il mondo. E il motivo per cui questo luogo ha una importanza vitale per la città, per la storia di Rimini. Di certo per gli importanti personaggi che hanno soggiornato qui. Un’importanza anche cinematografica, Federico Fellini lo ha amato talmente tanto da riprodurne i saloni e Cinecittà, giocoforza tutto il mondo, direttamente o indirettamente ha potuto conoscere la magnificenza di questo albergo».
Nel passato Il Grand Hotel fu ammirato da personaggi illustri, personaggi che fecero la storia. Lei invece quali ricorda personalmente?
«Sono tanti. Noi abbiamo voluto aprire il Grand Hotel in occasione delle grandi manifestazioni che hanno attirato grandi personaggi. Sicuramente ricordiamo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Ennio Morricone, quando diresse un concerto qui vicino, in Piazzale Fellini, era il 2012, davanti a più di 5000 persone, i principi di Monaco. E tutti hanno riconosciuto di respirare un’atmosfera magica, quasi cinematografica».
Le grandi cupole che sormontavano la facciata dell’albergo, andarono distrutte in un incendio, a inizio Novecento. Il vostro sogno è quello di ricostruirle?
«Il Grand Hotel è una vecchia signora di 116 anni. Elegante e bella, ma ha sempre bisogno di continui restyling. I progetti sono tanti, alcuni riguardano il parco del mare, il nuovo waterfront che sarà rifatto completamente, al posto della strada carrabile nel futuro prossimo. Per questo, per noi che lo gestiamo, è importante, anche considerando che è un monumento, dialogare con l’amministrazione comunale. Poi sul tavolo c’è un progetto speciale: a dir la verità è ancora un’idea. Gestire un albergo che è un monumento implica relazioni con gli enti come la Soprintendenza e vincoli da rispettare. Vorremmo realizzare una terrazza, un rooftop, sul modello dei grandi alberghi europei e a questo ci piacerebbe abbinare le famose cupole distrutte. Ma, ripeto, si tratta di progetti complessi: sono sogni, se Fellini ci ha insegnato a sognare noi sogniamo».
Le ultime estati in Riviera sono state segnate da mancati sold out, spesso, negli alberghi di tutta la costa. Al Grand Hotel come sta andando?
«La nostra clientela vuole e chiede servizi di lusso. È un turismo che non ha avuto decrescita e che non sembra conoscere crisi, sono stati anni positivi gli ultimi. Noi siamo chiamati a mantenere costante nel tempo un impegno diverso per quel che riguarda la cura verso il clientela. È una clientela della ‘distinzione’ che sceglie di soggiornare qui per distinguersi. La nostra visione e missione è quella di puntare molto sui servizi, sul coccolare i clienti, sul prevedere e conoscere in anticipo le loro esigenze, le ultime tendenze, le richieste».
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