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“L’intelligenza artificiale è e deve rimanere uno strumento nelle mani dell’uomo”. Così Papa Francesco ha indicato alla Fondazione Centesimus Annus una traccia per approfondire un tema delicato e cruciale nel dibattito culturale ed economico attuale.
Il gruppo di Bergamo della Fondazione a partire da questa sollecitazione promuove per il 19 ottobre un incontro su “Ai e identità umana: riflessioni antropologiche, economiche e sociali”: appuntamento a partire dalle 9,30 nella sede di Kilometro Rosso (via Stezzano n. 87 Bergamo).
La prolusione è affidata al vescovo Francesco Beschi. Seguirà una tavola rotonda alla quale interverranno Sergio Cavalieri, rettore dell’Università di Bergamo, Giorgio Gori, europarlamentare, Aldo Livolsi, presidente di Livolsi & Partners e Roberto Vavassori Chief Public Affairs & institutional relations officer di Brembo. Al termine ci sarà spazio per il dibattito.
Approfondimento a più voci sull’intelligenza artificiale
“Da qualche anno – sottolinea Antonio Angioni, referente della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice – promuoviamo in autunno un’occasione di approfondimento rivolta alla comunità civile ed ecclesiale. Abbiamo scelto il tema dell’intelligenza artificiale raccogliendo le indicazioni espresse da Papa Francesco nei messaggio per la Giornata Mondiale per la pace, nei suo interventi al G7 e in occasione della Convention annuale della Fondazione Centesimus Annus”.
“L’intelligenza artificiale – ha sottolineato fra l’altro Papa Francesco – influenza in modo dirompente l’economia e la società e può avere impatti negativi sulla qualità della vita, sulle relazioni tra persone e tra Paesi, sulla stabilità internazionale e sulla casa comune”. Da qui l’invito a prendere coscienza dei vantaggi ma anche dei rischi che l’uso dell’intelligenza artificiale comporta: “Proprio per questo – aggiunge Angioni – abbiamo pensato di coinvolgere diverse voci. Prima di tutto abbiamo chiesto al vescovo di accompagnarci a compiere alcune riflessioni antropologiche sull’uso dell’intelligenza artificiale. Abbiamo poi coinvolto il rettore dell’Università di Bergamo, un rappresentante di un’azienda importante come la Brembo, un esponente del mondo finanziario e un deputato dell’europarlamento, per considerare anche le ricadute sull’ambito culturale ed educativo, sull’economia e sugli aspetti legislativi Questo confronto non può vederci come spettatori passivi. È importante che come cristiani ci facciamo ma promotori di una gestione attenta e oculata delle nuove tecnologie, che metta al centro la persona”.
Ai e identità umana, non solo teoria
Non si tratterà di una riflessione teorica fine a se stessa: “Ci piacerebbe che dal dibattito emergessero anche indicazioni operative – conclude Angioni -. Non vorremmo che la riflessione sull’intelligenza artificiale fosse autoreferenziale ma che potesse essere oggetto di un confronto più ampio possibile. Da tre anni siamo promotori del progetto Eureka per sostenere l’imprenditoria giovanile: attraverso di esso cercheremo anche di incoraggiare i giovani a usare l’intelligenza artificiale da protagonisti”.
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