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L’evoluzione della professione è stata sancita ufficialmente con il Decreto n. 109 del 4 agosto 2023, che ha inserito la psicologia giuridica tra le discipline riconosciute per l’accesso agli albi dei tribunali italiani, garantendo un’identità istituzionale e legale alla figura dello psicologo giuridico e forense. Questo ha segnato un importante traguardo, stabilendo anche l’equipollenza tra diagnosi medica e psicologica.
Durante il convegno, i relatori discuteranno i molteplici ambiti di intervento dello psicologo giuridico e forense, esplorando la trasversalità delle competenze necessarie per operare in contesti altamente complessi e interdisciplinari. Si approfondiranno le modalità con cui questa figura interagisce con altre istituzioni e professionisti, sottolineando l’importanza di un approccio collaborativo e evidence-based.
Nel corso dell’evento, sarà presentato in anteprima il libro Psicologo giuridico forense. Ambiti, interventi, prassi di una professione, a cura di Maria Cristina Passanante e Stefania Tucci, edito da Pacini Giuridica. Il volume, frutto del contributo di molti relatori del convegno, offrirà una panoramica dettagliata degli spazi occupazionali e delle competenze necessarie per operare come psicologo giuridico.
Questo appuntamento rappresenta un’importante occasione di aggiornamento e riflessione per tutti i professionisti e gli studenti interessati a questa disciplina in rapida evoluzione, con un occhio di riguardo all’integrazione tra teoria, pratica e legislazione.
Per ulteriori informazioni e iscrizioni, visitare il sito https://psicologiaintribunale.it/ii-convegno-nazionale-di-psicologia-in-tribunale-26-ottobre-2024/.
Partecipazione gratuita previa iscrizione.
Contatti:
Psicologia in Tribunale
press@psicologiaintribunale.it
3202671762
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Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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