L’esponente di Forza Italia coinvolto assieme ad altre 9 persone in una inchiesta della Procura sammaritana per appalti affidati in cambio del sostegno economico ad una squadra di calcio dilettantistica
«Di fronte alla responsabilità di genitore che ho, in modo particolare quella di garantire la serenità ai miei giovani figli e a tutti i miei familiari, non posso che prendere la decisione di dimettermi dalla carica di Sindaco e di Presidente della Provincia». Sono parole di Giorgio Magliocca, esponente di Forza Italia e che stamani ha reso noto di essersi dimesso dalle cariche di presidente della Provincia di Caserta e di primo cittadino di Pignataro Maggiore. Una decisione scaturita dall’onda emotiva causatagli dalla notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, assieme ad altre persone, in ordine ad una inchiesta che fonderebbe su appalti dati in cambio di presunte tangenti.
La storia è quella della sponsorizzazione di una squadra di calcio che milita nei dilettanti e che gioca le sue gare casalinghe a Vitulazio. «Resta il rammarico di non aver potuto portare a termine il mio lavoro di rilancio di Terra di Lavoro – dice Magliocca -. Ma in questo momento sento la necessità di affrontare serenamente questa fase della mia vita. Senza alcuna tensione e condizionamento di sorta». Già a distanza di poche ore delle perquisizioni subite ad opera dei carabinieri negli uffici della Provincia e nella sua abitazione privata Magliocca aveva rilasciato alcune dichiarazioni: «Sono indagato perché avrei favorito una sponsorizzazione per una squadra di calcio casertana e per tale motivo ho subito una perquisizione. Desidero ribadire la mia totale disponibilità a collaborare con l’autorità giudiziaria».
Questa mattina, dopo aver riflettuto ulteriormente, Magliocca ha preso la decisione di dimettersi. «Le attività investigative di ieri hanno di nuovo riportato alla mia mente e a quella dei miei familiari le vicende del 2011, quando ho subito per undici mesi una ingiusta detenzione», ha riflettuto. «Avevo promesso che mai più ci sarebbe stata una situazione di pericolo, per me e per la mia famiglia. Così purtroppo non è stato». Da qui la sua decisione.
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