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Intervista a Carlo Di Domenico capitano del motopeschereccio “Marcantonio II” #finsubito prestito immediato


Foto e video di Giancarla Perotti

SAN BENEDETTO – Approfondire la vita dei pescatori può essere un’esperienza ricca e affascinante, poiché questo mondo è pieno di storie, tradizioni, sfide quotidiane e un forte legame con il mare e la natura. Continuiamo il nostro servizio intervistando Carlo Di Domenico, uno dei tre proprietari del motopeschereccio “Marcantonio II”, in una mattinata soleggiata al Porto di San Benedetto successivamente alla ripresa della pesca dopo il fermo biologico.

Carlo Di Domenico lavora da 43 anni “in mare”, ha iniziato a soli 16 anni pieno di entusiasmo. Abbiamo chiesto a Carlo di raccontarci del suo lungo percorso da pescatore: “Oltre all’entusiasmo c’era anche la tradizione di famiglia. Ho iniziato come lavoratore dipendente poi piano piano, grazie anche a mio zio che mi ha proposto di acquistare una barca sono diventato proprietario insieme a mio fratello”.

Pubblichiamo l’intervista completa rilasciataci da Carlo Di Domenico.

Com’è formato l’equipaggio del Marcantonio II?

“I pescherecci di media dimensione, come il nostro, devono avere: il comandate, un direttore di macchina e almeno due marinai. Del “Marcantonio II” ricopro il ruolo di comandate e mio fratello Umberto quello di direttore di macchina e ci sono due marinai. Ma nel mare al di là degli incarichi che si ricoprono bisogna darsi una mano, in quanto trenta/quarant’anni fa, in barche come questa l’equipaggio era composto di più marinai. Oggi per questioni soprattutto economiche, ma anche di mancanza di personale si va in mare con personale ridotto ed è proprio questa una delle tante difficoltà della pesca odierna”.

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Com’è la vita di un pescatore riguardo per esempio la vita familiare?

“Ricordo che mia madre e altre donne che venivano da tradizione marinara erano abituate all’assenza dei propri coniugi, oggi è più difficile perché c’è l’esigenza di più condivisione di vita tra la moglie e il marito. Infatti oggi si lavora tre giorni a settimana. Mentre ricordo che mio padre lo vedevo soltanto a Natale e Pasqua. Ai tempi andavano a pescare a Lampedusa, Pantelleria, vicino alla Libia quindi tornavano soltanto per le festività.

Quali sono le differenze tra la pesca di ieri e la pesca di oggi?

La pesca di ieri era fatta anche fuori dai confini del Mediterraneo soprattutto nei periodi estivi andavano a pescare a Lampedusa, Pantelleria, Linosa e fuori le coste della Libia alla ricerca del gambero rosso, pesce che rendeva molto di più economicamente. Mentre nell’Adriatico nel periodo estivo c’è sempre stata carenza di pesce. Inoltre la pesca ai tempi dei nostri genitori era più lunga, minimo due giorni in più la settimana. I motopescherecci che facevano la pesca oceanica rimanevano fuori tanti mesi, lo stesso era lunga la pesca che si faceva nel Mediterraneo. Era una vita molto sacrificata. Ma la cosa positiva era che la pesca di ieri non contemplava regole burocratiche come quelle che ci sono oggi e neppure c’erano i controlli da parte della Capitaneria di Porto come quelli che ci sono attualmente. I sistemi satellitari che si trovano a bordo della barca oggi sono strumenti che facilitano il lavoro manuale risparmiando fatica ai marittimi, ma la cosa più complicata a mio avviso è la compilazione del giornale di pesca soprattutto perché oggi il personale è ridotto, come ho detto prima a causa dei costi e anche perché non si trovano persone disposte a fare questo lavoro tra la nuova generazione. 

Riguardo i pericoli che possono accadere in mare hai qualche episodio da poterci raccontare?

La vita in mare è una vita fatta di pericoli, già da quando si esce dal porto si sta sul chi va là. Un episodio molto brutto è successo nel 2003. Siamo stati speronati da un mercantile turco e la barca dopo qualche ora andò a fondo. Una disgrazia che ha avuto ripercussioni economiche e psicologiche tanto che ho impiegato parecchio tempo per rimuovere questo evento dalla mia testa. Vedere la propria imbarcazione, con la quale col passar del tempo si va quasi in simbiosi, colare a picco è stata una cosa difficile da superare. La barca che ci speronò torno in Turchia, cambiò proprietario e il tribunale di Ascoli Piceno non è riuscito mai a convocare i colpevoli nei tre anni consentiti dalla legge. Abbiamo dovuto ricominciare daccapo comprando un’altra imbarcazione, contrarre un nuovo debito e rimboccarci le maniche.

Ciò che anima questo lavoro è la passione. Senza di essa non si riuscirebbe a svolgere questa attività, perché al di là della sua durezza, e nonostante i diversi strumenti automatizzati, oggi a disposizione, l’umidità del mare debilita le articolazioni. Molti marittimi soffrono di artrosi.

Come sono cambiate le zone di pesca oggi?

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Molti anni fa le barche più grandi si spingevano verso la costa Croata dove si trovava più abbondanza di pesce rispetto a quella italiana e soprattutto si pescava lo scampo. Oggi la Fossa di Pomo, zona ricca di risorse ittiche è chiusa o parzialmente chiusa e quindi lo scampo sul mercato di San Benedetto è scarso anche a causa del cambiamento del clima.

Prospettive per il futuro?

Le prospettive sono completamente negative perché non c’è un cambio generazionale e dal punto di vista burocratico la pesca è diventata un’attività complicata

Papa Francesco cita spesso i pescatori di San Benedetto per il progetto che avete realizzato per la raccolta della plastica. Ce ne parli?

Si! Abbiamo avuto la fortuna di essere ricevuti in visita privata dal Sommo Pontefice, papa Francesco ed è stato un onore per noi. Al di là degli elogi del papa conta molto la sensibilità. Ora tutto quello che raccogliamo durante le battute di pesca lo mettiamo da parte, in appositi cassonetti, soprattutto la plastica. Quello che togliamo naturalmente non lo ritroviamo in mare quindi è un servizio che facciamo anche per la comunità e la salute della fauna marittima e di conseguenza anche nostra.

Ringraziamo il signor Carlo Di Domenico che ci ha raccontato della sua esperienza come pescatore, come co-proprietario del motopeschereccio “Marcantonio II” e delle varie problematiche legate al mondo della pesca.

 


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.



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