La fotografia di Bankitalia, la crisi tedesca rallenta l’export: le imprese risparmiano ma non investono #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Si cresce poco, ma almeno non si cala. L’occupazione regge e aumenta il potere d’acquisto. Ma gli investimenti sono fermi. Tutto sommato, la fotografia del Trentino – Alto Adige che emerge dall’aggiornamento del primo semestre 2024 della Banca d’Italia è positiva, ma in un quadro di stagnazione dovuto alle incertezze che caratterizzano questa fase storica. «Queste sono province che negli ultimi anni hanno vissuto una fase di crescita — ha detto Maurizio Silvi, direttore della filiale della Banca d’Italia a Trento — e adesso che c’è questo affievolimento siamo comunque in un contesto migliore rispetto a tanti altri. Non devono passare messaggi catastrofici».

Reddito e potere d’acquisto

Ma vediamo quali sono questi segnali di affievolimento elencati da Bankitalia. Il Pil reale, ovvero che tiene conto dell’andamento dell’inflazione, è cresciuto sia a Trento che a Bolzano poco meno dello 0,5%. Una sostanziale «non crescita» che ormai si protrae dal secondo trimestre del 2023. «In prospettiva la congiuntura potrebbe beneficiare dell’allentamento monetario avviato lo scorso giugno», si scrive sul report. Il direttore della filiale della Banca d’Italia di Bolzano, Michele Benvenuti, ha commentato: «Ci aspettavamo un impatto molto peggiore, siamo vicini alla crescita registrata in Italia» E mentre l’occupazione cresce in Trentino (+1,3%, ma con una diminuzione costante nel settore industriale) e cala leggermente (-0,2%) in Alto Adige, in regione le famiglie guadagnano in reddito (+3,5% Trento e +2,8% Bolzano) e in potere d’acquisto (+2,2% Trento e +1,5% Bolzano), ma i consumi restano fermi. Le famiglie, in questo quadro di «incertezza» (come l’ha definito Silvi), preferiscono mettere i soldi in banca: nell’ultimo anno, i depositi dei trentini sono aumentati dello 0,6% e gli investimenti in titoli del 23,7%. Per quanto riguarda gli altoatesini, i depositi sono aumentati del 3,4% e l’acquisto di titoli del 24,5%.

Le imprese

Dalla situazione delle famiglie si passa a quella del mondo delle imprese. Quest’ultimo si può suddividere in tre settori: industria, costruzioni e servizi. Mentre i primi due arrancano, il terzo cresce. Le imprese manifatturiere trentine sono calate nei fatturati del 5%. Per l’Alto Adige il calcolo è diverso perché si registra la differenza tra le imprese che hanno aumentato il fatturato e quelle che l’hanno diminuito: in un anno, si è passati da un +15% ad un -20%. «La dinamica meno favorevole colpisce soprattutto le aziende più esposte ai mercati internazionali», ha spiegato Michele Cascarano, capo dell’unità di ricerca economica della Banca d’Italia di Trento.

La crisi della Germania

L’export del primo semestre 2024, a causa della grave crisi della Germania, a Trento ha segnato un -1,6%, mentre in Alto Adige il dato è più complesso: se si esclude il settore degli apparecchi elettronici, le esportazioni avrebbero registrato un -3%. Ma con il +160,8% della vendita di apparecchi elettronici, l’export totale è cresciuto del 12%. «L’industria è un settore che si sta trasformando e si possono o cambiare i mercati di destinazione, come sta facendo l’Alto Adige, o cambiare il prodotto», ha detto Cascarano
Le costruzioni, con la fine delle agevolazioni fiscali, hanno iniziato a mostrare segni di debolezza, ma sono stati mitigati dal Pnrr (in totale 200 milioni di euro in Trentino e 328 milioni di euro in Alto Adige).
Il settore economico che può sorridere è quello delle imprese dei servizi. Le vendite al dettaglio, i servizi di alloggi e la ristorazione hanno beneficiato dell’incremento dei flussi turistici (+3% in Trentino e + 2% in Alto Adige). «Questa crescita però è in rallentamento — ha detto Cascarano —. Un anno fa i dati erano più alti».

Il risparmio

Negli scorsi sei mesi, la quota delle imprese che ritengono soddisfacente la propria redditività si è confermata intorno al 90%. Le condizioni economiche hanno favorito l’accumulo di liquidità da parte delle aziende, soprattutto di quelle medio-grandi. E questo tema si connette con il risparmio aumentato da parte delle famiglie della regione. In Trentino le imprese hanno aumentato i loro depositi bancari del 5,6% (un anno fa erano calati del 4,9%) e gli investimenti in titoli sono cresciti del 12,7% (di cui +46,5% in titoli di Stato). In Alto Adige invece i depositi sono aumentati del 10,1% (l’anno scorso erano calati del 2,6%) e gli investimenti in titoli sono cresciuti del 26,8%. Questa propensione al risparmio generale è in costante crescita dal quarto trimestre del 2023. In calo, invece, i prestiti bancari a famiglie e imprese (-6,4%).

«Abbiamo aspetti di resilienza. Anche se gli elementi di crisi, come la frenata della Germania e i dazi minacciati dal neo presidente americano Donald Trump, si innesterebbero in un settore economico robusto con un’alta liquidità», ha detto Cascarano. Anche il presidente di Confindustria Trento, Lorenzo Delladio, è positivo sul futuro: «Il fatto che la redditività delle imprese sia aumentata, e con essa il risparmio di liquidità, conferma il momento attendista degli imprenditori. L’aumento dei redditi nominali delle famiglie e del loro potere d’acquisto, e insieme i trend positivi di occupazione e disoccupazione, fanno ben sperare in una ripresa dei consumi».

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