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L’Italia è alle prese con una vera e propria emergenza demografica, che spinge esperti e rappresentanti politici a lanciare allarmi e a proporre soluzioni innovative per arginare una crisi che rischia di compromettere il futuro del Paese. A guidare questo movimento di sensibilizzazione è Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità, che nel corso del Tour della natalità a Roma (i prossimi a Palermo il 21 novembre e a Milano il 13 dicembre) ha rilanciato con forza il messaggio e l’urgenza di azioni concrete: “Crollo delle nascite? Siamo in una fase di terremoto. Non possiamo più permetterci una politica di frammentazione delle risorse. Serve un commissario straordinario per la natalità, e bisogna creare un’Agenzia dedicata con esperti capaci di elaborare proposte concrete per invertire la tendenza”.

Durante gli Stati Generali della Natalità a Roma, De Palo ha avanzato una proposta provocatoria ma significativa: nominare il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni come commissario straordinario per la natalità. L’idea nasce dalla consapevolezza che il problema è ormai troppo grande per essere affrontato con misure frammentarie.

Un problema sistemico che travolge l’Italia

La gravità della situazione è stata sottolineata anche dai dati presentati durante l’evento: il Lazio, così come il resto d’Italia, sta vivendo un calo delle nascite allarmante. Dal 2007 al 2023, i nuovi nati nella regione sono diminuiti del 35%, una percentuale che supera la già drammatica media nazionale del 34%, con la città metropolitana di Roma che registra un decremento del 36%. Un quadro preoccupante che trova riscontro nelle proiezioni demografiche dell’Istat per il 2050: il Lazio avrà 345.600 residenti in meno e un rapporto squilibrato tra over 65 e under 15 di 308 a 100.

Questi dati non sono solo numeri, ma fotografano un fenomeno che rischia di compromettere il tessuto sociale ed economico del Paese. L’invecchiamento progressivo della popolazione e il calo dei potenziali genitori alimentano una spirale negativa: meno giovani significa meno forza lavoro, meno innovazione e un sistema di welfare insostenibile. Come sottolinea De Palo, “lo squilibrio generazionale rischia di far crollare tutto, obbligando i nostri giovani ad andarsene”.

Un’Italia sempre più anziana e sempre meno ottimista

Secondo Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, il calo delle nascite non è solo una questione economica, ma riflette una profonda mancanza di speranza nel futuro. “I dati sul calo delle nascite nella nostra Regione, come nel resto d’Italia, mi preoccupano. Il trend è pericolosissimo”, sottolinea Rocca. “Ma non solo perché c’è una ragione economica dietro, soprattutto perché questo denota una mancanza di speranza sul futuro da parte dei giovani e delle giovani famiglie – prosegue-. Nel Lazio abbiamo strumenti modesti, con un sostegno alla natalità fragile fatta dalla precedentemente amministrazione, per dire che quanto questo non sia un tema di sinistra o destra. Noi abbiamo raddoppiato il fondo. Anche se ancora non basta. Proprio oggi approveremo il piano della procreazione medicalmente assistita. Mentre a gennaio sarà approvata la legge sulla famiglia”.

L’impegno delle amministrazioni locali: l’esempio di Roma

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intervenendo all’evento, ha illustrato le iniziative messe in campo dalla Capitale per sostenere la natalità. Tra queste, l’ampliamento della rete di asili nido, con tariffe abbattute fino alla gratuità per molte famiglie, e politiche per la casa che offrono contributi per l’affitto fino a 1.000 euro, reso possibile anche grazie alla Fondazione Roma

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“Dobbiamo costruire un sistema che sostenga le famiglie e migliori la qualità del lavoro, soprattutto per i giovani”, ha affermato Gualtieri. “Nella fase del loro ingresso nel mercato del lavoro si trovano spesso ad essere sfruttati tra contratti precari e attività a cifre indecenti rendendo così impossibile formarsi una famiglia. Quindi, dobbiamo favorire la diffusione del lavoro di qualità, contrastare il precariato”. Il sindaco ha sottolineato l’importanza di estendere modelli di contrattazione virtuosi, come quelli introdotti per i lavori del Giubileo, anche al settore terziario.

La crisi delle nascite non è solo un problema nazionale, ma coinvolge profondamente i territori. Come sottolineato da Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, “le politiche per la famiglia possono essere decisive, ma devono essere integrate e coordinate su più livelli”. L’iniziativa Rome for Baby, che distribuisce card per sostenere le spese delle neo-famiglie, rappresenta un piccolo passo nella giusta direzione. Tuttavia, il quadro complessivo richiede un approccio ben più ambizioso.

Quali soluzioni per il futuro?

Il presidente De Palo ha enfatizzato la necessità di rendere le città “a misura di famiglia”, puntando sulla conciliazione tra lavoro e vita privata. Le esperienze locali come quella di Roma possono fungere da modello, ma senza un coordinamento nazionale il rischio è quello di ottenere risultati frammentari e disomogenei.

Se l’Italia vuole superare la crisi demografica, deve puntare su interventi strutturali e coordinati. Tra le soluzioni proposte durante l’evento spiccano:

  • sostegno economico diretto alle famiglie: contributi per l’infanzia, agevolazioni fiscali per i genitori e incentivi per le coppie giovani;
  • politiche per il lavoro femminile: garantire maggiore autonomia e indipendenza economica alle donne attraverso contratti stabili e servizi di conciliazione lavoro-famiglia;
  • potenziamento del welfare locale: ampliare la rete di asili nido e introdurre politiche abitative che rendano gli affitti sostenibili per le famiglie;
  • un’agenzia nazionale della natalità: un ente capace di coordinare politiche a lungo termine, indipendentemente dal colore politico del governo in carica.

Il Tour della Natalità dimostra come il tema non sia solo una questione nazionale, ma anche locale. “Le politiche familiari territoriali possono incidere profondamente”, ha affermato De Palo. A Roma, come a Palermo e Milano, le amministrazioni locali sono chiamate a favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro, rendendo le città a misura di bambini. Eventi come quelli organizzati dalla Fondazione per la Natalità servono a sensibilizzare l’opinione pubblica e a mettere pressione sulle istituzioni affinché agiscano.



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