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L’accordo sul finanziamento del fondo di aiuti ai paesi vulnerabili pare ancora molto lontano #finsubito prestito immediato


Mentre è stata bocciata la prima bozza dell’accordo sul finanziamento, sono continuate le proteste a margine della conferenza.

KEYSTONE

Bocciata la prima, si aspetta la seconda. La presidenza della COP29 di Baku ha diffuso la prima bozza di documento sul nuovo fondo di aiuti ai paesi vulnerabili per il cambiamento climatico. Una bozza che si limita a riepilogare le posizioni (ancora lontanissime), e che alla fine non è piaciuta a nessuno.

Ora si aspetta una seconda bozza, che si spera conterrà una vera proposta di mediazione da parte della presidenza azera.

All’inizio si sperava arrivasse durante la serata di giovedì, ma diverse fonti sostengono che sarà diffusa più avanti. È quindi probabile un prolungamento della conferenza alla giornata di sabato.

Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres si è mostrato ottimista: «percepisco una volontà per l’accordo – ha detto – Le aree di convergenza si stanno mettendo a fuoco».

Tuttavia, ha aggiunto, «le differenze rimangono. Abbiamo bisogno di una spinta maggiore per portare la discussione sulla linea del traguardo».

Le opzioni messe sul piatto

La bozza diffusa dalla presidenza azera sul tema della finanza climatica (il più importante della conferenza) contiene due diverse formulazioni.

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L’opzione uno rispecchia la posizione dei paesi emergenti e in via di sviluppo del G77+Cina, mentre l’opzione due quella dei paesi ricchi e donatori, guidati dall’Unione europea.

In entrambe le formulazioni si parla di aiuti per migliaia di miliardi. E questo è un grande passo avanti rispetto al fondo da 100 miliardi all’anno previsto dall’Accordo di Parigi e in scadenza nel 2025.

Ma dove si dovrebbe indicare il numero di questi trilioni, entrambe le opzioni presentano una vistosa «X».

Pesante disaccorso

I G77+Cina, a Baku, hanno detto che vogliono subito, dal 2025, 1300 miliardi di dollari all’anno, 500 dei quali in contributi pubblici a fondo perduto.

I paesi sviluppati dicono che questa cifra è irraggiungibile, e propongono un aumento graduale del contributo annuo, partendo da 100 miliardi e arrivando a un migliaio di miliardi nel 2035. E vogliono includere non solo i contributi pubblici, ma anche i prestiti delle banche multilaterali di sviluppo e delle banche private.

La bozza uscita alle 7 del mattino di giovedì è stata discussa poche ore dopo in assemblea plenaria, e subito affondata. «Inaccettabile» è stata giudicata dal commissario europeo Vopke Hoekstra, mentre il delegato cinese Xia Yingxian l’ha bollata come «non soddisfacente né accettabile». «Delusi» si sono detti i G77 e l’Alleanza dei piccoli Stati insulari (AOSIS).

SDA





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