Partite Iva, la «flat tax» può diventare più generosa anche per i dipendenti: ma cos’è e come funziona? #finsubito prestito immediato

Introdotto a partire dal 2015 il regime forfettario sta registrando da parte dei contribuenti un’adesione pressoché costante nel corso degli anni. Secondo i dati resi noti dal dipartimento delle Finanze, nel 2022 una partita Iva su due (49,2%) ha scelto la flat tax. Su una platea di 3,8 milioni di persone fisiche titolari di partita Iva che hanno presentato dichiarazione ai fini delle imposte dirette, quelle in regime fiscale di vantaggio o regime forfettario rappresentano sono la metà e di questi la quasi totalità è nella tassa piatta (circa 1,8 milioni, con una crescita del 4,4% rispetto al 2021). I destinatari del regime forfettario sono i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni. I requisiti sono due:

Alzare il limite a 50mila euro da lavoro dipendente

Ora la Lega, molto attenta al mondo delle partite Iva, punta a rendere questo regime agevolato ancora più appetibile. Il Carroccio vuole aumentare il limite per accedere alla tassa piatta (dagli attuali 30 mila) fino a 50 mila euro per chi percepisce anche redditi da lavoro dipendente o da pensione. Una mossa contenuta in un emendamento super-segnalato dalla stessa forza politica alla manovra di Bilancio 2025. Una mossa che punterebbe ad arginare il sommerso per le seconde attività non dichiarate.

Che cosa è cambiato nel 2023

Ad ampliare la platea dei beneficiari della flat tax è stata la legge di Bilancio del 2023, che ha spostato la soglia dei redditi tassabili con l’imposta unica da 65 mila a 85 mila euro di ricavi all’anno. Con questo regime fiscale agevolato si paga solo il 15% di tasse oppure il 5% per i primi 5 anni quando si apre una nuova attività (cioè non si ha esercitato attività artistica, professionale ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare, nei tre anni precedenti l’inizio dell’attività forfettaria; e l’attività da esercitare non costituisca, in nessun modo, mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo). Tra i vantaggi della flat tax vi è anche l’esonero dal pagamento dell’Iva (ideale per chi vende al consumatore finale), mentre lo sconto sui contributi Inps per artigiani, fornitori di servizi e commercianti è del 35%. Infine la gestione è molto più snella (anche se la fatturazione elettronica dal 2024 è passata da facoltativa a obbligatoria).

Ma attenzione agli svantaggi: i costi non si possono scaricare

Il regime forfettario ha però anche degli svantaggi. Non si possono scaricare i costi e in alcuni rari casi si potrebbero anche pagare più tasse. Ma soprattutto quando ci si avvicina al tetto di reddito massimo previsto (85 mila euro) per la flat tax l’autonomo è spinto a fatturare meno per non rischiare di superarlo e passare al regime ordinario l’anno successivo.