Federazione canottaggio al voto, con Davide Tizzano in pole position #finsubito prestito immediato

Modello Colamonici. A Siviglia è stato premiato come Coach of the Year alla World Rowing Awards. Diversamente dagli atleti napoletani e campani, le sue Olimpiadi di Parigi sono state un vero successo come direttore tecnico della Romania, mettendo in bacheca due medaglie d’oro e tre d’argento.

Considerazioni. «E’ la terza nomination che ricevo negli ultimi sette anni dopo quella del 2021 e 2017. La consacrazione è arrivata a Parigi: davvero gratificante”, spiega l’allenatore  del Crv Italia.

Quadro del canottaggio. Nonostante gli indicatori siano decisamente negativi (si contavano 54 mila tesserati nel 2017, dopo 12 anni sono scesi a 16 mila, di cui praticanti agonisti soltanto 6 mila, master esclusi) e con una controtendenza preoccupante, c’è un modello partenopeo di esportazione, modello Colamonici appunto. «Le differenze si vedono nei piccoli particolari»,  ammette soddisfatto il classe 1971.

Preoccupa e non poco lo stato di forma del canottaggio all’ombra del Vesuvio e in Campania. «Viviamo un momento molto difficile. Per diversi anni abbiamo vissuto in una bolla, dove le società campane investivano molto. I ragazzi non avevano spese per remare. Negli ultimi anni abbiamo avuto un grosso declino, perché le società hanno iniziato a riscontrare criticità. Con la riduzione demografica e la mancanza di risorse le società si sono molto ridotte», tiene a precisare il Coach of the Year. “Non abbiamo più gli stessi numeri di 15 anni fa”, sentenzia netto Colamonici.

Elezioni. «Sono comunque ottimista. Il rilancio può essere quello offerto da Davide Tizzano come nuovo presidente della Fic», auspica fiducioso. «Confido in Davide Tizzano: spero possa apportare il suo contributo», argomenta Colamonici. Domenica alle urne per il futuro remiero azzurro. Bisogna rimodellare il canottaggio su quelle che sono le attuali problematiche sociali e nuovi ritmi di vita», afferma il dt della Romania. «Non serve riproporre il canottaggio di 20 anni fa: il mondo è cambiato», ricorda. «I ragazzi sono cambiati, le esigenze sono cambiate, così come le famiglie».

Nuovo corso. E allora urge un cambio di paradigma. «Non basta soltanto un progetto  da esporre. Le idee vanno affiancate alle disponibilità e alle possibilità oggettive che la Federazione mette in campo concretamente», annuncia Colamonici, che propone la sua ricetta per l’immediato rilancio del canottaggio nostrano. «C’è bisogno di reinventare qualcosa. Urge una rivoluzione non tecnica, -i modelli di allenamento sono quelli-, ma culturale, proprio come in Romania. Deve cambiare la consapevolezza degli atleti e non solo».

Colamonici evidenzia, infine, il suo profondo legame con Napoli. «Sono fiero di allenare il Crv Italia. Ho un grande debito di riconoscenza con la mia società». Da qui il suo give back per i giovani di Napoli. «È tempo di restituire ai ragazzi quanto ho ricevuto». E domani l’urbe di Partenope potrà avere il giusto riconoscimento dalla tornata elettorale per la presidenza della Fic. «L’Italia del canottaggio avrà quello che si merita. Sono disponibile a dare il mio contributo», conclude Antonio Colamonici.