Website Editore!

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
Affitto Immobili
Agevolazioni - Finanziamenti
Aste Abruzzo
Aste Basilicata
Aste Calabria
Aste Campania
Aste Emilia Romagna
Aste Friuli Venezia Giulia
Aste Italia
Aste Lazio
Aste Liguria
Aste Lombardia
Aste Marche
Aste Molise
Aste Piemonte
Aste Puglia
Aste Sardegna
Aste Sicilia
Aste Toscana
Aste Trentino Alto Adige
Aste Umbria
Aste Valle d'Aosta
Aste Veneto
Auto - Moto
bed & breakfast
Immobili
Trump sceglie Scott Bessent: un ex di Soros alla guida del Tesoro del 47esimo presidente Usa #finsubito richiedi prestito immediato


Un ex di George Soros alla guida del Tesoro del Trump II. Quello che potrebbe essere definito un ossimoro è realtà, visto che Donald Trump ha scelto Scott Bessent, gestore di hedge fund ed ex super manager della galassia finanziaria del finanziere ungherese, alla guida del ministero più strategico per la sua agenda economica che si fonda su dazi e tagli fiscali e di bilancio. La nomina, la più attesa e (forse) sofferta, è giunta dopo un valzer di totonomine che ha visto inseriti tra i papabili i nomi più disparati. Scartato il primo in ordine di tempo, ovvero Howard Lutnik, amministratore delegato di Cantor Fitzgerald e alfiere delle criptovalute, posizionato da Trump al dicastero per il Commercio, le indiscrezioni davano per favorito Kevin Warsh nel ruolo di «segretario in transito» per poi affidargli il timone della Federal Reserve dal 2026 quando terminerà il mandato di Jerome Powell. Secondo il Wall Street Journal, il presidente eletto ne avrebbe parlato direttamente con il già membro del board dei governatori della Federal Reserve in questi giorni a Mar-a-Lago.

Nell’ipotetico Risiko delle eco-nomine emerso alla vigilia, il tycoon avrebbe anche valutato l’ipotesi di nominare Bessent alla guida del National Economic Council, passandolo poi al Tesoro quando Warsh sarebbe diventato presidente della Banca centrale degli Stati Uniti. Le cose hanno però preso una piega diversa, ma non è escluso che Warsh possa ricoprire un incarico di rilievo, alla Casa Bianca o direttamente come prossimo numero uno di Constitution Avenue. Il suo nome, nonostante la giovane età di allora, visto che è nato nell’aprile del 1970) era già emerso in pole per le guida della Fed nel 2017, in particolare quando fu osservato parlare in maniera fitta e confidenziale con l’allora presidente della Banca centrale europea Mario Draghi a margine dei lavori di Jackson Hole, la località del Wyoming dove si tiene l’annuale riunione dei banchieri centrali del Pianeta. Allora però Trump, in carica da un anno alla Casa Bianca preferì Powell. Un altro dei nomi nella rosa dei ‘finalisti’ comparsi negli ultimi giorni era quello del Ceo di Apollo Global Management Marc Rowan, ma pare che le sue quotazioni fossero già in discesa.

Candidature di fatto azzerate dall’imprevedibile Trump che, del resto ,ha abituato a sorprendere anche nelle designazioni della sua seconda squadra di governo. Ancor di più perché nel curriculum di Bessent c’è una evidente incongruenza con quelle che sono le posizioni trumpiane o trumpiste che dir si voglia, specie di quell’ala che abbraccia le teorie cospirazioniste e che è nemica giurato dei poteri forti, della grande finanza internazionale e del «deep state». Il miliardario 62 enne della South Carolina, fondatore della società di investimento Key Square Capital Management, è stato direttore finanziario alla Soros Fund Management dal 2011 al 2015, finanziaria non quotata con sede a New York fondata nel 1970 da George Soros e, nel 2010 segnalata come una delle aziende più redditizie nel settore degli hedge fund, con un tasso di rendimento annuo medio del 20% in otto lustri. Il finanziere di origini ungheresi è considerato negli occhi da un certo movimento di opinione, specie per alcune sue operazioni speculative. In particolare, dalla rete dei sovranisti europei, tra cui lo stesso presidente magiaro Viktor Orban, che vedono nel tycoon un punto di riferimento.

Eppure, quest’ombra nel curriculum di Bessent non ne ha impedito la nomina, forse perché Trump lo ha ripagato (e non sarebbe la prima volta) per il suo sostegno indefesso e la sua vicinanza. Negli ultimi mesi è diventato il suo più importante consigliere economico difendendolo per tutta la campagna elettorale sulla proposta di imporre dazi estremi nonostante l’opposizione di Wall Street che teme guerre commerciali e l’impennata dei costi per gli americani. The Donald sarebbe stato colpito da lui quando dichiarò che, secondo le sue previsioni, il mercato azionario sarebbe crollato se Kamala Harris avesse vinto le elezioni. Di recente l’investitore ha scritto un editoriale sul Wall Street Journal bocciando la tesi di un gruppo di premi Nobel secondo cui l’agenda economica di Trump avrebbe danneggiato l’economia degli Stati Uniti. Tra gli alleati più di lunga data di Bessent, che hanno spinto per la sua nomina, c’è Larry Kudlow, il noto volto della televisione finanziaria che guidò il Consiglio economico nazionale durante il Trump I.

Tra i detrattori, che evidenziano peraltro la sua militanza nella compagine Soros (manifesto sostenitore di Harris in Usa2024) c’è niente di meno che Elon Musk, che voleva con forza il Ceo di Cantor Fitzgerald. Lutnick, ha scritto Musk su X, «metterà in atto il cambiamento». Bessent è una «scelta di business as usual». Forse per questo Trump ha nominato Lutnick Us Trade Representative (ovvero capo del ministero per il Commercio), un modo per mettere fuori gioco con eleganza l’uomo più ricco al mondo e suo fedele alleato tanto da meritare l’appellativo di «first Buddy». Se confermato Bessent avrà il ruolo strategico di attuare l’agenda economica del Presidente eletto rigidamente in linea con le sue linee guida, dai dazi alle tasse passando per la deregolamentazione e la politica delle sanzioni. Tra i consigli che ha dato al presidente eletto c’è quello di perseguire la politica del «3-3-3», una sorta di «trinità economica» la cui dottrina prevede il taglio del deficit di bilancio al 3% del Prodotto interno lordo entro il 2028, la crescita del Pil del 3% grazie a deregolamentazione e riduzione del peso fiscale e l’aumento della produzione a 3 milioni di barili al giorno di petrolio e derivati. Una formula che pare abbia conquistato Trump il quale nell’annunciare la nomina di Bessent che ha definito un «bel ragazzo», ha detto: «Mi aiuterà ad inaugurare la nuova età dell’oro per gli Stati Uniti».

Conto e carta difficile da pignorare

Gestione Bed & Breakfasts

Carta di credito con fido

Procedura celere

Finanziamenti Bed & Breakfasts

Proteggi i tuoi risparmi

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Conto e carta difficile da pignorare

Proteggi i tuoi risparmi

Carta di credito con fido

Procedura celere

Gestione Bed & Breakfasts

Finanziamenti Bed & Breakfasts

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui