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sanità al collasso, infermieri in stato d’agitazione #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


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Vogliamo un ambiente di lavoro sano. È necessaria una terapia d’urto per contrastare tutti quei fattori tossici che hanno portato ad un quadro preoccupante, quasi irreversibile, che non è più sostenibile da parte di tutti gli operatori sanitari del comparto. Così la Fials di Crotone in un comunicato stampa annunciando lo stato di agitazione dei lavoratori della sanità pubblica che risulterebbe al collasso, sia in ospedale che sul territorio, per una serie di gravi criticità ed irregolarità che stanno fortemente demotivando il personale. Il nostro obiettivo vuole essere un chiaro segnale di protesta e di analisi obiettiva dei punti critici e del comportamento illegale e dell’abuso di potere da parte di alcuni dirigenti o direttori, denuncia il segretario provinciale Francesco Sarcone, descrivendo un ambiente di lavoro caratterizzato da una generale e diffusa demotivazione per l’assenza di tutele fondamentali e di incentivi economici.

La denuncia Fials: irregolarità su turni, indennità e stipendi



Occorre restituire energia, prosperità, identità e dignità agli operatori sanitari dell’Asp, nonché ai pazienti che chiedono un’assistenza adeguata, sottolinea il rappresentante sindacale spiegando che lo stato di agitazione mira a tutelare la salute collettiva nonché a risollevare l’Azienda dando inizio ad una nuova fase organizzativa.

Deve essere legale, più umana, senza sfruttamento sul lavoro e che ponga fine a comportamenti repressori e spudoratamente clientelari – spiega, dicendosi disponibile ad un confronto con i vertici aziendali -. Entro il termine di quindici giorni, chiediamo un tavolo di concertazione seria e permanente, sollecita elencando le varie problematiche, a partire dallo stipendio che risulterebbe il più basso d’Italia.

Si tratta infatti di uno stipendio senza incentivi e rivisitazioni relativamente alle varie indennità, precisa Sarcone denunciando la mancata applicazione del contratto collettivo nazionale del lavoro ed elencando tutte le voci mancanti dalla busta paga. Festivi, notturni, vestizioni, mensa, videoterminali, indennità di cassa, produttività.

Chiediamo altresì la verifica in merito alla pianificazione e alla gestione della reperibilità”, continua denunciando anche che l’organizzazione aziendale avrebbe una gestione clientelare e utilizzerebbe in maniera impropria l’istituto dello straordinario.

Secondo la Fials, non solo il limite delle 180 ore pro capite di lavoro straordinario fissato dal Ccnl sarebbe stato ampiamente superato, ma sarebbe addirittura corrisposto anche ai dipendenti in perenne debito orario. Mancherebbero anche le richieste validate di autorizzazione preventiva che, ricorda il sindacato, devono essere previste con una specifica delibera da parte del commissario straordinario.

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Lo straordinario è un istituto che deve essere attivato nell’emergenza e nella imprevedibilità organizzativa. Invece nell’Asp di Crotone esso viene usato come elemento organizzativo programmato inserito nei vari turni di lavoro del personale, denuncia la Fials sottolineando come tale pratica risulti evidente dagli atti.

Il sindacato segnale irregolarità anche sulla mobilità interna. Non sarebbe applicato il regolamento, approvato con le organizzazioni sindacali, che ne disciplina la materia.

Chiediamo l’immediata applicazione del contratto collettivo e la revoca di tutte le disposizioni contrastanti, sollecita Scarone intervenendo anche in merito alla libera professione per il comparto che ritiene urgente regolamentare. Sono state riscontrate difformità, addebitabili alle varie direzioni che si sono avvicendate, anche per quanto riguarda la gestione della formazione professionale extra aziendale, nello specifico al master di secondo livello in “Management ed economia sanitaria”, che risulterebbe un privilegio riservato soltanto ad alcuni dirigenti amministrativi e sanitari.

È necessario prendere atto delle nuove professionalità emergenti del comparto, riconosciute dalle varie università ma non dalla nostra Azienda, conclude Sarcone sottolineando come l’utilizzo improprio delle competenze abbia generato un anarchia preoccupante nonché la perdita di vista del paziente.

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