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Il futuro delle automobili. Che cosa sono e che cosa saranno? – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Si è svolta in Fiera a Treviglio la seconda giornata di “SwitchH2On” organizzata da Pianura Network per parlare di Tpl, Automotive, Logistica & Trasporti. Mercoledì pomeriggio 26 novembre è stato dedicato al mondo dell’automobile, in bilico tra sostenibilità e crisi di mercato.

Il futuro dell’automobile è stato al centro del dibattito, partendo dai grandi player mondiali, come la Cina, che rappresenta il primo esportatore mondiale di veicoli. I brand cinesi raggiungeranno per la prima volta una quota del 51% nel mercato locale, che oggi conta 25 milioni di mezzi circolanti.

L’area della pianura (province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi Mantova e Pavia) registra un aumento complessivo delle immatricolazioni, passate dalle 54.703 del 2023 alle 58.825 del 2024 (+7,5%). A spiccare è però in primis la flessione delle nuove auto elettriche, in calo del 5,5% rispetto a un anno fa. Il tipo di alimentazione più gettonato è l’ibrido elettrico con 22.137 (+14,2%
rispetto al 2023). Per il resto tengono anche le ibride elettriche plug-in, in crescita del 3,2%, ma il segmento di mercato presenta numeri decisamente contenuti (sono state solo 1.760 le immatricolazioni nel 2024, contro le 1.705 del 2023). La benzina rimane la scelta più gettonata, visto che tra gennaio e agosto 2024 si sono contate 20.610 immatricolazioni, in incremento del 10,6% sull’anno precedente. Il diesel invece prosegue la discesa ed evidenzia una diminuzione del 16,7%, con 5.582 immatricolazioni nel 2024 contro le 6.703 del 2023.

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In futuro ci saranno implicazioni riguardanti anche l’occupazione. Il McKinsey Global Institute sostiene infatti che metà dei posti di lavoro umani potrebbe essere sostituita dalla tecnologia entro 20 anni. Solo in Italia sono ad oggi 300 mila gli addetti della filiera dell’automobile con tutta l’Europa che dovrà fare i conti con i dazi sulle importazioni ed esportazioni di auto.

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Nel frattempo l’Italia ha chiesto una revisione delle scadenze imposte dall’UE per lo stop ai motori endotermici nel 2035, proponendo i biocarburanti come alternativa agli e-fuels, che dovranno tener conto dei costi di produzione, mentre biometano e Gnl sono le alternative già pronte. Il dibattito coinvolge diversi settori industriali e associazioni, tra cui Confindustria e FederAuto, che criticano la mancanza di neutralità tecnologica nelle politiche europee e l'esclusione dei biocarburanti dai piani per la decarbonizzazione.

Nel 2030 il parco auto italiano sarà composto da 7 milioni di vetture con il 20% composto dalle classi Euro 4, 5 e 6. In questo ragionamento bisogna tener presente che un’auto elettrica costa mediamente il 30% in più rispetto ad un mezzo con motore endotermico. Il passaggio all’elettrico comporterebbe peraltro la chiusura del 30% delle imprese lombarde attive nell’automotive,
mentre l’idrogeno potrebbe rappresentare la sfida, anche italiana, del futuro dell’auto.

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Saverio Gaboardi, presidente del Cluster lombardo della Mobilità ha esordito dicendo che “stiamo andando verso una transizione ecologica, digitale e geopolitica dove il 50% della componentistica sarà appannaggio della parte digitale. La crisi dell’automotive colpisce direttamente due regioni come Lombardia e Piemonte, che vantano rispettivamente il 27 e il 35% della produzione nazionale componentistica. Dal 2019 l’Europa ha perso 4 milioni di veicoli prodotti con un calo delle vendite che riguarda in particolar modo i mezzi elettrici – ha aggiunto Gaboardi -. Calcoli alla mano, assisteremo alla chiusura di dieci stabilimenti di assemblaggio, oltre ad una trentina di componentistica: solo in Lombardia sono a rischio 18mila lavoratori”.

Roberto Scarabel, presidente di AsConAuto e vicepresidente di Federauto, ha affermato come “nell’ultimo decennio il parco auto è invecchiato da 8 a 12 anni. Se da un lato va molto bene il settore dei ricambi, dall’altro i piazzali dei concessionari sono pieni di mezzi perché non sono quelli richiesti dai clienti. Tra le misure da adottare potrebbe esserci la defiscalizzazione delle auto aziendali, anche perché non è possibile andare avanti di questo passo”.

Valerio Alfonzetti, direttore di Tutto Porsche, ha sentenziato come “il marketing dell’auto è morto, nel senso che le grandi industrie in questo momento non ascoltano né i clienti né le concessionarie”. Mariarosa Baroni, presidente NGV Italy ha ricordato come “nel 2018 la parola metano è diventata qualcosa di sporco, mentre oggi stiamo spingendo sulle biomolecole. Nel prossimo futuro noi italiani dovremo utilizzare l’intelligenza del Rinascimento per guardare uniti anche al di fuori dei nostri confini, cercando sostegno con l’obiettivo di difendere il motore endotermico. Stiamo lavorando con il governo per togliere la multa che ricadrebbe sul prezzo di vendita al consumatore finale”.

Il manager automotive, Andrea Taschini, ha evidenziato come “l’Europa è già un continente decarbonizzato. Le emissioni di CO2 stanno semmai continuando a crescere in altri Paesi, come la Cina, autosufficiente rispetto a 20 anni fa, che proseguirà sulla strada dei dazi, così come anche gli Usa guidati da Trump punteranno a tutelare al massimo i propri interessi. Un altro aspetto da tener presente è che entro il 2050 aumenterà del 50% il consumo di energia nel mondo”.

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