Serrande abbassate e concorrenza online: “Solo uniti si salva il commercio in centro” #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Il 15 novembre «La stilografica» ha abbassato per sempre la saracinesca. Aperta dal 1931, aveva resistito a una guerra mondiale e alla pandemia di Covid. Con lei altre botteghe storiche di Novara sono scomparse tra l’estate e l’autunno inoltrato: dalla panetteria dell’angolo delle ore, all’attività «Gastaldi» vicino a piazza delle Erbe con il cartello «affittasi negozio». A loro si aggiungono altri locali sfitti in pieno centro, da tempo in attesa di nuovi imprenditori.

Una crisi nel cuore della città che il neoeletto presidente di Ascom Novara Giacomo Ferraris è chiamato ad affrontare. Titolare dell’omonima gioielleria in corso Italia e già vicepresidente dell’associazione da quattro anni, è stato «promosso» martedì dal Consiglio direttivo provinciale. Sarà lui d’ora in avanti a rappresentare nelle sedi opportune le imprese di commercio, turismo, servizi e professioni di tutta la provincia. A partire da Novara, dove serve subito rimboccarsi le maniche.

«Come tutte le grandi città, anche questa è attraversata da una crisi su più livelli – spiega Ferraris -. I centri soffrono per l’impoverimento dei negozi. A volte perché ci sono richieste di affitto troppo alte che non incentivano giovani imprenditori ad aprire attività. Ma è soprattutto la concorrenza dell’online a fare la differenza». Serve allora un metodo drastico ed efficace per evitare che il tessuto commerciale di Novara si laceri. «Dobbiamo mettere da parte i piccoli interessi personali – dice il presidente provinciale di Ascom – , rimboccarci le maniche e pensare al bene della comunità. In questi tempi difficili, è meglio avere un concorrente in più che una serranda giù».

La disponibilità del Comune

Qualcosa si è già iniziato a fare col Distretto del commercio e le associazioni di categoria, dice Ferraris. Ma la missione per rilanciare il territorio è appena partita e ha l’obiettivo, tra gli altri, di tutelare quei piccoli commercianti che in paesi «come Vespolate, Nebbiuno e Romentino rappresentano ancora un faro per i cittadini». E iniziative come il «Black weekend» di Novara, aggiunge, potrebbero essere avviate più spesso e anche in altri Comuni: «Servirà parlare con le varie amministrazioni per farsi un’idea di cosa sia possibile fare».

L’assessore al Commercio di Novara Maria Cristina Stangalini prende atto che la situazione nel centro storico non è rose e fiori. «Sicuramente c’è una crisi economica che sta decimando il potere d’acquisto dei clienti e penalizza i negozianti – spiega -. Tra i fattori, oltre alla concorrenza online e ai grandi centri commerciali dove acquistare determinati prodotti a basso costo, c’è anche una discontinuità generazionale: molte botteghe sono familiari e capita che i figli o i nipoti decidano di non proseguire l’attività». A quel punto subentra il circolo vizioso dei cartelli «vendesi» e «affittasi» senza aspiranti commercianti pronti a investire.

Stangalini, a fronte di ciò, propone idee ad ampio raggio per un rilancio del centro storico: «Pensiamo a incentivi e agevolazioni da studiare per i commercianti che hanno intenzione di aprire. Usciranno anche dei bandi il prossimo anno e si potrà eventualmente attingere a diversi fondi». Nel frattempo, si possono attivare anche dei progetti a breve termine: «Stiamo predisponendo un elenco di bar e ristoranti con orari d’apertura collegati alla mostra al castello. Al momento hanno aderito una ventina di locali».