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con i prestiti green le imprese si fanno più competitive- Corriere.it #finsubito prestito immediato


 Tassi e incentivi: con i prestiti green le imprese si fanno più competitive
Crediti foto: Getty Images

Gli ambiziosi piani della Commissione europea per ridurre del 55 per cento le emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 contenuti nel pacchetto “Fit for 55” richiedono un colossale ammontare di investimenti. Secondo stime di Ecco – il think tank italiano per il clima, un’organizzazione indipendente e senza fini di lucro dedicata alla transizione energetica, l’ammontare di risorse necessarie all’Italia per il raggiungimento degli obiettivi europei superano i 100 miliardi l’anno, dei quali solo una frazione può essere coperta dalle risorse dedicate del Pnrr. Diventa così necessario mobilizzare le risorse finanziarie pubbliche, e soprattutto l’ingente ricchezza finanziaria dei privati, che in Italia ammontava a circa 5.400 miliardi di euro a fine 2023 secondo dati Bankitalia.

Gli strumenti finanziari verdi hanno costi più vantaggiosi. Tra le famiglie si diffondono i mutui per rendere più efficiente la casa. Mentre le aziende che raggiungono obiettivi Esg ottengono garanzie e linee di credito dedicate

I principali strumenti messi a punto dalla finanza verde per convogliare queste risorse verso progetti di transizione energetica o Esg (ambiente, società, governo dell’impresa), in questi anni, sono i green bond. La loro raccolta è finalizzata a specifici obiettivi di sostenibilità, e gli strumenti creditizi che passano attraverso l’intermediazione bancaria. Tra questi, un ruolo centrale spetta ai mutui green e ai prestiti green alle imprese. Strumenti che per i privati o le aziende finanziate offrono anche un vantaggio in termini di costo.

Abitazioni a minor impatto

Secondo una recente elaborazione del portale Mutuionline.it, dedicato alle scelte di finanziamento immobiliare, i mutui green – ovvero i finanziamenti per l’acquisto o la ristrutturazione di abitazioni ai fini di migliorarne il profilo energetico – rappresentano circa un quarto del totale dei nuovi mutui concessi dal sistema bancario alle famiglie italiane. E la spiegazione non è solo nella crescente attenzione ai consumi e all’incidenza della bolletta energetica sui budget famigliari, ma va ricercata «anche nella propensione delle banche a favorire finanziamenti a minor rischio».

Ecco perché, secondo la società di analisi del rischio di credito Crif, i mutui green potrebbero arrivare a rappresentare dal 24 al 30 per cento del mercato dei mutui nel 2030 e oltre il 50 per cento nel 2050. Si tratta di stime alle quali gli analisti sono arrivati analizzando il processo in atto di efficientamento energetico degli immobili italiani e gli scenari di sviluppo possibili. Il riferimento è in primo luogo alla direttiva europea Case Green, che impone il miglioramento della prestazione energetica da parte degli immobili più vecchi già nel medio termine. Ma visto che le abitazioni in classe A attualmente costituiscono appena il 4 per cento del totale, l’aumento di questa quota dipenderà dal ritmo della produzione di nuovi immobili ad alta efficienza energetica.

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Tassi più bassi

Ma i mutui green, finalizzati all’acquisto di abitazioni di alto standard energetico, costano di più o di meno rispetto ai mutui tradizionali? Ebbene secondo uno studio condotto dalla Banca d’Italia sul mercato dei prestiti immobiliari, tra settembre 2022 e giugno 2023 il differenziale di tasso di interesse tra i mutui tradizionali e quelli verdi è in media di circa 7 centesimi di punto a favore di questi ultimi. E spesso è prevista una riduzione degli interessi proporzionale al miglioramento di classe energetica realizzata.

Fondi Pnrr

Le analisi del think tank Ecco evidenziano che le informazioni statistiche relative ai prestiti green sono scarse e frammentate e non consentono una visione d’insieme del mercato. Tuttavia si tratta di un’area del credito in piena espansione, tanto più che nell’era del nuovo Pnrr inaugurata nel dicembre dello scorso anno sono stati destinati 12 miliardi di ulteriori incentivi sotto forma di agevolazioni proprio per le imprese che sono, o vogliono diventare, più green. Si tratta di agevolazioni che prendono spesso la via di una condizione migliore del credito per i progetti legati alla sostenibilità. Le principali banche italiane praticano infatti uno sconto compreso tra i 5 e i 10 punti base, in media, per il tasso sui finanziamenti legati a obiettivi di transizione energetica o Esg.

Vantaggi sul mercato

Questo “sconto” viene praticato all’atto del raggiungimento di precisi obiettivi legati alle emissioni e si tratta di traguardi che vengono monitorati a cadenza precisa, quasi sempre annuale, sulla base di indicazioni quantitative stabilite in base alla tassonomia delle emissioni definita in sede Ue per i diversi settori e rami d’industria. Le banche tuttavia ci tengono a sottolineare che la riduzione del tasso di finanziamento praticato alle aziende più virtuose rappresenta solo una piccola parte del vantaggio di una partnership banca-impresa, che punta invece a creare le migliori condizioni per le società per competere all’interno del settore.

Un migliore profilo Esg generale dell’azienda si traduce infatti in una maggiore preferenza da parte degli investitori (se si tratta di imprese quotate), o in un miglioramento competitivo di mercato. Tutti vantaggi economici rilevanti che non è facile quantificare a priori e che vanno molto oltre il risparmio sul costo del finanziamento bancario.

I prestiti verdi godono anche della Garanzia Green di Sace – il gruppo assicurativo-finanziario controllato dal ministero dell’Economia e specializzato nel sostegno alle imprese. Si tratta di una garanzia che consente alle aziende di accedere più facilmente alle linee di fido disponibili presso il sistema bancario per realizzare progetti ecosostenibili finalizzati ad agevolare la transizione verso un’economia pulita e circolare, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi a minor impatto, accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e multimodale, ridurre o prevenire l’inquinamento, ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità, promuovere la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e proteggere le acque e le risorse marine.



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