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Edison Next ripensa le scuole. Renderle il centro vitale del quartiere #finsubito prestito immediato


AMPLIARE l’utilizzo degli edifici scolastici, che oggi è parziale, trasformandoli in strutture efficienti dal punto di vista degli spazi e dei consumi energetici e creando al loro interno servizi a beneficio delle famiglie. Le scuole italiane hanno in media 56 anni e ben 18mila sono state realizzate prima degli anni ’80 del Novecento, oltre 10mila sono sottoutilizzate, meno della metà sono dotate di palestra e solo l’11% ospita sul tetto pannelli fotovoltaici. Ammodernare queste strutture è l’obiettivo di Edison Next – la società del Gruppo Edison che accompagna clienti industriali e pubblica amministrazione nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica – che insieme al partner EY ha realizzato uno studio sullo stato dell’edilizia scolastica del Paese servito come punto di partenza per strutturare il progetto su una Nuova infrastruttura scolastica italiana.

Lo studio è incentrato sulla scuola pubblica primaria e secondaria di primo grado. Lo stato dell’arte (21mila edifici in totale solo su scuola primaria e secondaria di primo grado) presenta diverse criticità che ne limitano significativamente la capacità di svolgere un ruolo chiave a favore delle famiglie e della comunità che vada al di là della semplice erogazione di servizi di didattica. Infatti, le strutture, per lo più obsolete, sono spesso carenti di dotazioni base (57% degli edifici non sono dotati di palestra, il 64% non ha mensa) e con spazi non ottimizzati (circa 3mila edifici presentano un livello di circa 6 alunni ogni 100 metri quadri contro i 12 alunni ogni 100 metri quadri richiesti dagli standard normativi). Le prestazioni energetiche degli edifici, poi, sono molto basse (solo il 7% degli edifici ha subito interventi di riqualificazione energetica “profonda” e limitata è la penetrazione di sistemi fotovoltaici, installati solo sull’11% degli edifici), con impatto sul livello di comfort e sui costi di gestione a carico del sistema pubblico. Inoltre, stante la carenza nella gestione dei servizi extra-didattici e la chiusura estiva il risultato è un utilizzo dell’infrastruttura molto limitato, per circa il 20% del tempo potenziale.

“Dobbiamo immaginare – spiega l’architetto Stefano Boeri – il futuro della scuola e pensarla come la più estesa infrastruttura sociale del nostro Paese, come uno spazio sostenibile perché autosufficiente dal punto di vista energetico e insieme verde, a contatto con la natura. Per questo dobbiamo immaginare per le nuove scuole un’architettura attrattiva e aperta tutte le ore del giorno, tutti i giorni dell’anno e per tutte le età. Un luogo di formazione e di incontro; farne, di fatto, il cuore civico dell’Italia del futuro”.È su queste premesse che si basa il modello proposto da Edison Next.

L’adeguamento delle infrastrutture da un punto di vista sia funzionale che energetico potrebbe richiedere fino a 13 miliardi (coperti al 50% dallo Stato a fondo perduto), di cui 9 miliardi per lavori di efficientamento energetico e impianti di energia rinnovabile e 4 miliardi per ricostruzione e riqualificazione. L’impatto di un simile intervento sarebbe rilevante anche dal punto di vista dell’occupazione, perché coinvolgerebbe almeno 400mila professionisti, ma anche dell’ambiente con 630mila tonnellate di CO2 risparmiate, circa il 15% del target annuo PNIEC da efficientamento. Non mancherebbero risparmi nei consumi ed energia verde prodotta: sul primo fronte saremmo di fronte a 135 kTEP di risparmio annuale e sul secondo circa 800 GWh di produzione energetica verde annua da fotovoltaico.

“Il nostro modello ripensa gli edifici scolastici in modo da lasciare lo spazio destinato alla didattica in condizioni più efficienti, ma anche di aprire ad altre iniziative pomeridiane e serali. Siamo convinti che per permettere una maggiore apertura delle scuole la sinergia pubblico-privato può essere la risposta. Grazie allo strumento del PPP, già utilizzato in tante strutture come gli ospedali, si può sviluppare una scuola che spreca meno energia e diventa un centro vitale del quartiere, in cui potrebbe nascere anche una comunità energetica”. Ha dichiarato Giovanni Brianza (nella foto in alto), ceo di Edison Next. Edison Next si candida come attore chiave nel coinvolgimento degli stakeholder e nella gestione dell’attività esecutiva di progetto, fermo restando che l’infrastruttura è di proprietà del Comune e l’offerta di attività extra-didattiche è in capo all’Istituto scolastico, con conseguente gestione economico-finanziaria separata.

L’esperienza scolastica internazionale, con casistiche interessanti in Francia, Germania e Regno Unito, evidenzia una situazione interessante, con un utilizzo sistematico delle infrastrutture per l’offerta di servizi extra-didattici, facendo leva o sulla capacità di dirigenti scolastici di attivare partnership con associazioni e enti esterni unicamente focalizzate sull’extra-didattica (Francia e Germania), o attraverso un modello di gestione più manageriale dell’istituto che si estende anche alla componente didattica (Regno Unito). Un caso di successo in Gran Bretagna è quello di Coopers che si distingue per l’offerta extra-didattica completa, garantita a tutti gli studenti e alla comunità grazie ad attività erogate da esperti nei diversi ambiti in spazi rinnovati, digitali e polifunzionali, con diversi benefici sulle comunità con potenziali risparmi per le famiglie in termini di spesa (attività extra-didattiche, baby-sitter) e benefici lavorativi per il genitore che potrebbe passare da impieghi part-time a full-time oltre all’abilitazione dell’occupazione femminile.

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Anche in Italia abbiamo un esempio di successo: l’Istituto Comprensivo 3 di Modena, un’eccellenza che, partecipando proattivamente a bandi statali ed europei, garantisce una scuola all’avanguardia in grado di offrire attività extra didattiche gratuite organizzate dalla scuola stessa e disponibilità di spazi polifunzionali.



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