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“Soldi pubblici utilizzati a fini personali da 2 dirigenti dell’Agenzia regionale del Turismo”, scattano i sequestri #finsubito prestito immediato


La Guardia di Finanza ha eseguito, nelle province di Bari, Torino, Cremona e Lodi, un decreto di sequestro per beni del valore complessivo di circa 400mila euro. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale barese su richiesta della locale Procura. Gli indagati, in concorso tra loro e a vario titolo, devono rispondere di peculato, falso ideologico, ricettazione, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio.

L’inchiesta riguarda un presunto “utilizzo di denaro pubblico per fini esclusivamente personali da parte del dirigente generale ad interim” e del “dirigente amministrativo pro-tempore (poi deceduto) dell’Agenzia Regionale del Turismo della Regione Puglia. La Gdf avrebbe effettuato approfondimenti sul “massivo e anomalo utilizzo di una carta di credito ricaricabile assegnata, per ragioni di ufficio, al citato dirigente pubblico. In particolare, la ricostruzione delle operazioni finanziarie, supportata dal raffronto con la documentazione amministrativa e contabile del predetto ente pubblico” avrebbe “consentito di accertare le modalità con le quali il denaro pubblico, con il concorso dell’allora Responsabile dell’Ufficio Pagamenti, sarebbe stato ‘dirottato’ da un conto di tesoreria per eseguire ricariche su una carta di credito” e, successivamente “utilizzato per effettuare innumerevoli prelevamenti di denaro contante e sostenere spese di qualsiasi natura (dai viaggi all’acquisto di attrezzature per la ristorazione o il confezionamento degli alimenti a favore della ditta intestata al figlio del citato ex direttore generale), disattendendo quanto previsto dal Regolamento di contabilità e amministrativo dell’Agenzia e senza osservare alcuna procedura di verifica o rendicontazione della spesa”.

L’esame degli estratti conto della carta, inoltre, avrebbe consentito “di rilevare che le causali non facevano riferimento a Determinazioni del Direttore Generale di liquidazione, come previsto, bensì a Determine di impegno, che non avrebbero dato titolo per disporre pagamenti di somme e il cui richiamo, quindi, avrebbe rappresentato solo un espediente per dare una parvenza di regolarità al trasferimento dei fondi dal conto di tesoreria. Inoltre, gli oltre 160 mandati di pagamento oggetto d’indagine recavano le causali più varie (quali, ad esempio: fondo cassa, rimborso spese, compenso al Direttore, premi assicurativi, traslochi, contributi a carico del personale, versamento per conto terzi, ecc…) ma, una volta accreditate, le relative provviste sarebbero state destinate ad altri utilizzi, evidenziando una palese mancanza di collegamento tra le varie prestazioni oggetto di pagamento e le funzioni pubbliche istituzionali”.

Per gli inquirenti vi sarebbe stati un vero e proprio “metodo” adottato dal 2017 al 2021 dai due dipendenti pubblici “attraverso cui gli stessi avrebbero sistematicamente distratto denaro pubblico – di cui avevano il possesso per motivi inerenti al proprio ufficio – appropriandosene per finalità di natura esclusivamente personale”.

I riscontri investigativi hanno anche individuato molteplici trasferimenti di fondi a favore dei familiari del principale indagato (come detto poi deceduto), i quali, nella consapevolezza della provenienza illecita del denaro, avrebbero contribuito a “ripulire” le somme a loro accreditate, nonché a “reimpiegare” i beni strumentali acquistati con i soldi pubblici nell’attività di ristorazione. 

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