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Definanziamento opere pubbliche siciliane per 338mln #finsubito prestito immediato


Attualità

di Dario Di Gesù



Il Cipess nella seduta del 29 novembre presieduta da Giorgia Meloni ha deciso il definanziamento di 79 progetti siciliani in scadenza al 31 dicembre del 2022, per mancato conseguimento delle obbligazioni giuridicamente vincolanti.

Stop a 79 progetti già finanziati per 338 milioni di euro in Sicilia. Il definanziamento è arrivato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica che ha deciso di stralciare i progetti siciliani in scadenza al 31 dicembre del 2022, per mancato conseguimento delle obbligazioni giuridicamente vincolanti. Sono comprese anche infrastrutture del sistema idrico di raccolta e distribuzione, alcune proprio in tema emergenza idrica, come la sistemazione di vasche e canali delle dighe Olivo, Sciaguana e Villarosa nell’Ennese, la messa in sicurezza dell’invaso di Rosamarina di Caccamo (Palermo), il consolidamento della diga Disueri di Gela”. Fra i 338 milioni definanziati nell’Isola, 104 sono di competenza della Regione siciliana.

Minardo: «Fondi persi? In Sicilia serve metodo Musk»

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«In Sicilia servirebbe un metodo Musk e la creazione di un Dipartimento per l’efficienza governativa sulla falsariga di quanto ha in mente la nuova Amministrazione americana».  lo dice il deputato di Modica (Ragusa) Nino Minardo, presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati.

Per Minardo «al netto delle battute la notizia del definanziamento da parte del Cipess di 79 progetti delle Regione e delle tre Città metropolitane impone una riflessione sull’efficienza della macchina amministrativa siciliana. In qualsiasi azienda privata se qualcuno avesse perso 338 milioni come minimo sarebbe stato messo alla porta».

«Il Presidente della Regione – continua il deputato siciliano – nei giorni scorsi ha annunciato un profondo rinnovamento dei vertici dell’Amministrazione regionale, un approccio che condivido, soprattutto per l’aspetto generazionale, ma che credo non sarà sufficiente a garantire alti livelli di efficienza. Serve una forma di vigilanza per evitare inefficienze e che la nostra terra perda ancora risorse preziose», conclude.  

Accertamento ispettivo urgente disposto dal governatore

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha dato mandato al segretario generale della Regione, in collaborazione con l’avvocato generale e il dirigente generale del dipartimento della Programmazione di disporre un accertamento ispettivo urgente per verificare «le ragioni che hanno determinato la mancata assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2022 e il conseguente definanziamento di 45 interventi a valere sul Fsc 2014-20, per un importo di 102 milioni di euro».

Palazzo d’Orléans precisa che si tratta di «opere che avrebbero dovuto conseguire un’obbligazione giuridicamente vincolante entro il 31 dicembre 2022. Tempistica che ha reso nei fatti impossibile all’attuale governo regionale, entrato nelle piene funzioni il 16 novembre di quell’anno, completare l’intero iter amministrativo che aveva come presupposto la presentazione dei relativi progetti».  Sostanzialmente Schifani punta il dito contro la precedente amministrazione guidata da Nello Musumeci, attuale ministro per la Protezione Civile, per la perdita di ingenti fondi europei destinati allo sviluppo dell’Isola. 

L’attuale amministrazione, tuttavia, «si è adoperata per salvare il possibile». Infatti, 10 dei 45 interventi definanziati, per un importo complessivo di 12 milioni di euro, sono stati recuperati grazie all’inserimento nella nuova programmazione Fsc 2021/27, sottoscritta con il governo nazionale a maggio scorso. Il “recupero degli interventi” non compensa le risorse perse ma incardina le opere nella nuova programmazione, impegnando somme che avrebbero potuto essere destinate ad altro.

Sicilia risorse Fsc: Geraci (Lega), agire subito per evitare ulteriori definanziamenti per opere Psc, Schifani avvii interlocuzione con Cipess

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«Fa bene il presidente Renato Schifani ad avviare un’ispezione sul definanziamento delle opere del Piano sviluppo e coesione. Ma da subito serve un nuovo modello di gestione, quasi una struttura di missione, per non perdere ulteriori risorse del Psc e trovare una soluzione ponte per recuperare eventualmente le opere definanziate a causa dei ritardi.Credo ci siano i margini per un’interlocuzione con il ministero per la Coesione e il sud al fine di trovare utili intese. Chiederemo al presidente della Regione Schifani di avviare subito un confronto con il governo nazionale e il Cipess». Lo afferma Salvo Geraci, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana.

«Scippo di 340 milioni per la Sicilia porta la firma di Nello Musumeci». La senatrice M5S Ketty Damante: «Lo impediremo».

«Lo scippo di 340 milioni di euro che il governo Meloni ha tagliato alla Sicilia, porta un nome ed un cognome ovvero quello di Nello Musumeci, già presidente della Regione ed oggi Ministro di questo sciagurato governo. Già nel  2023 abbiamo denunciato pubblicamente l’operato dell’allora presidente Musumeci, divenuto componente dell’Esecutivo Meloni, di voler lasciare a Roma quasi un miliardo di fondi PSC, ovvero quei fondi nazionali del Piano di Sviluppo e Coesione, che la Sicilia avrebbe potuto utilizzare per colmare il gap infrastrutturale con il resto del Paese. Soldi dei siciliani e gestiti da un presidente di Regione che, con con certa arroganza politica, aveva volutamente tenuto per sé la delega alla Programmazione».

Lo dichiara la senatrice del Movimento 5 Stelle Ketty Damante a proposito del taglio, da parte del governo nazionale, di 339 milioni di euro alla Sicilia di fondi PSC. Già nel 2023 Ketty Damante insieme al Gruppo M5S all’ARS, denunciò cosa stesse accadendo, inducendo, grazie anche all’onda mediatica, l’allora Ministro Fitto ad aggiustare il tiro salvando diversi progetti per la Sicilia.

«Grazie a quelle denunce – ricorda la senatrice – siamo riusciti ad evitare il disastro totale, ma l’azione politica di Musumeci e Meloni è vergognosa. Musumeci ha svenduto gli interessi dei siciliani, tagliando soldi per strade, dighe e ferrovie per ottenere una ben remunerata poltrona da Ministro. A questo punto anche l’attuale governatore della Sicilia, Renato Schifani può dimostrare ai siciliani da che parte stare, infatti nella nuova imminente delibera del CIPES vi sarà un altro riconteggio, auspichiamo che non spariscano altri progetti. Per quanto attiene al Movimento 5 Stelle, anche oggi metteremo in campo tutte le nostre forze per difendere i siciliani scongiurando che perdano un solo euro. Le responsabilità non sono dei cittadini isolani, ma dei loro rappresentanti politici che, anziché fare gli interessi del territorio, lo svendono per interessi personali» conclude Damante.

Schillaci, M4s: «È davvero inaccettabile che la Sicilia perda ancora risorse che erano state assegnate per varie emergenze, ma soprattutto per ridurre il gap infrastrutturale con il resto del Paese. 338 milioni di euro sarebbero potuti servire per bonifiche, invasi e progetti culturali. In particolare le risorse definanziate dal Cipess potevano essere impiegate per combattere il dissesto idrogeologico e per l’emergenza idrica. Avevano già lanciato l’allarme chiedendo con un ordine del giorno all’Ars di istituire una cabina di regia sui fondi Psc». Lo afferma Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Assemblea regionale siciliana.

Risorse definanziate Fsc 2014-2020, ecco i progetti recuperati per dighe e trattamento dei rifiuti

Ci sono gli interventi nella diga Rosamarina e la realizzazione del Tmb di Sciacca tra i progetti “recuperati” dal governo regionale dopo il definanziamento delle somme del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) 2014-2020. L’assessorato dell’Energia chiarisce che le nuove risorse impegneranno somme, oltre che dal ciclo di programmazione Fsc 2021-2027, anche da altre linee di finanziamento.

Per i lavori di consolidamento e messa in sicurezza della diga Disueri, a Gela, in provincia di Caltanissetta, l’importo iniziale di 20 milioni è passato a 70 milioni. Gli interventi per l’invaso, a uso essenzialmente del settore agricolo, sono stati inseriti nella classe B del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (Pnissi). La progettazione era già stata finanziata con il ciclo di programmazione Fsc 2014-2020.

Recuperati anche gli interventi di mitigazione della caduta massi sulla sponda destra della diga Rosamarina. In questo caso, il finanziamento arriva dai fondi del Programma operativo complementare (Poc) Sicilia 2014-2020. Il contratto per i lavori, dall’importo di quasi 1,7 milioni di euro, è stato affidato il 19 novembre scorso.

Per quanto riguarda la diga Olivo, il finanziamento di oltre 46 milioni di euro è stato inserito nell’Accordo per lo sviluppo e la coesione del ciclo 2021-2027 stipulato nel maggio scorso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Regione Siciliana. Le opere prevedono interventi di manutenzione straordinaria degli scarichi e del sistema di tenuta del bacino. Il 29 novembre scorso il progetto esecutivo ha ottenuto la verifica del Dipartimento regionale tecnico e a breve si procederà all’appalto.

Nel settore dei rifiuti, il progetto di realizzazione del Tmb (trattamento meccanico-biologico) e della discarica nella contrada Saraceno Salinella a Sciacca, nell’Agrigentino, è stato finanziato il 27 novembre scorso con 30 milioni di euro di fondi Poc 2014-2020. La Srr Ato 11 Agrigento Provincia Ovest dovrà appaltare i lavori.

Per la discarica di Castellana Sicula, in provincia di Palermo, l’intervento da 8 milioni di euro è stato inserito tra i fondi Fsc 2021-2027.

Per il progetto di riqualificazione e recupero del Centro di raccolta (CCR) nella frazione di Massannunziata di Mascalucia, nel Catanese, nel giugno scorso l’assessorato dell’Energia aveva revocato il finanziamento dato che il Comune non aveva sottoscritto alcun “Obbligo giuridicamente vincolante” entro la scadenza prevista del 31 dicembre 2022.

L’assessorato, infine, ricorda che le bonifiche ambientali nei Comuni sono di competenza delle rispettive amministrazioni.

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