Furto a casa di Luca Tommassini, il coreografo era al lavoro all’estero: «Spariti i ricordi di una vita» #finsubito prestito immediato

Una casa devastata: quella del ballerino e noto coreografo soprattutto televisivo Luca Tommassini, che su Instagram ha postato le foto delle stanze a soqquadro, accompagnandole con un lungo post pieno di sconforto. 

«Hanno portato via la collana con la croce ricordo di mio padre»

«Calcolando che la mia casa è di quattro piani vi lascio solo immaginare la devastazione che c’è ovunque. Io sono ancora lontano in mezzo al Mediterraneo per lavoro – racconta – mai mollerei un mio progetto, per me il lavoro è sacro, ma questa volta è dura pensare che dovrò tornare per fare la conta di tutto quello che non c’è più. Si sono attaccati a tutto, ovviamente alle casseforti ma pure alle mie scarpe, camicie e mutande». Prosegue, costernato: «Ciò che fa più male, dove sono crollato in un pianto, sono i miei cassetti del cuore, quelli vicino al mio lato del letto, lì dove tenevo ogni piccolo oggetto appartenuto alle persone che ho amato e a cui ho voluto bene nella mia vita. Hanno rubato anche la collana con la piccola croce di papà che era l’unico oggetto a me rimasto di lui, l’anello di mia nonna, e tantissimi doni dei miei collaboratori del cuore e artisti che amo. Cassetti che tenevo chiusi con dei lucchetti, erano la mia vita». 

Violata la mia casa, «premio di tanti sacrifici»

S’affollano i ricordi: «Sono cresciuto senza mai avere un mio letto o un mio spazio per custodire le mie cose. Come dice un brano che ho sempre amato, “Home”, la mia casa, per me rappresenta il mio tutto.  È la mia conquista che nessuno mi dato o regalato, il mio premio per i tanti sacrifici. Questa è forse la violenza più brutta che io abbia mai subìto. Scusate lo sfogo ma ci sto così male che rimango senza respiro. Come sapete voi che mi seguite l’utilizzo che faccio io di Instagram é quello di un “diario”: é qui che ritrovo tante delle tracce del mio vissuto, dei miei viaggi, delle cose belle e brutte che faccio e che penso, ed è qui che denuncio spesso quello che trovo ingiusto. Già so per esperienza che nessuno verrà punito per questo reato e fa tanta rabbia. Nessuno chiederà scusa o pagherà per il danno psicofisico recato a me e al mio fratellino del cuore Nico (Fratacchiò) che stavolta si è trovato quattro infami armati davanti. Mi farò una ragione delle cose materiali che non ci sono più, anzi già non me ne frega un ca…, ma non perdonerò mai chi fa del male a coloro cui  voglio bene».