«I nostri palazzi come una giungla» #finsubito finanziamenti e gestione bed & breakfast

Sui pali della segnaletica stradale e su quelli della luce. Ma anche sulle maniglie dei portoni, sulle grate delle finestre e addirittura sugli alberi. Si vedono ovunque e sono le cosiddette keybox, ovvero i lucchettoni per i check-in automatici che da tempo stanno riempiendo molte zone della Capitale, specialmente quelle del Centro. Una soluzione ideale per turisti e albergatori, ma che sta diventano un vero e proprio inferno per i residenti. Le principali vittime di questa pratica sempre più diffusa sono infatti gli abitanti, letteralmente «invasi da comitive di sconosciuti che affollano i palazzi», lamenta chi vive nei quartieri più turistici auspicando che la stretta prevista dal Viminale contro le keybox possa «avere un effetto immediato». Quella dei lucchettoni è infatti una pratica diffusa tanto tra le strutture autorizzate quanto tra quelle abusive, altra piaga che affligge Roma da tempo.

LE ZONE

Da Prati a Trastevere. Da Monti a Testaccio. Dall’Esquilino all’Ostiense. Nonostante i controlli del Campidoglio siano aumentati il problema resta. Ovunque si vedono lucchettoni e anche targhe che segnalano strutture ricettive. E tra le tante targhe affisse sui palazzi, molti dei quali storici, ci sono anche i cartelli degli amministratori di condominio che, sollecitati dai residenti, chiedono a tutti di rispettare gli spazi comuni. È il caso di un palazzo al civico 38 di via Leone IV, «un luogo stupendo ormai deturpato dai tanti clienti che bivaccano tra cortile e giardino», denuncia chi ci vive. La stessa criticità la riscontra chi abita in via Giovanni Bettolo. «Nel mio palazzo – racconta un residente – ci sono sei bed and breakfast regolari, ma non escludo che ce ne siano anche altri dato l’elevato numero di gente che ogni giorno entra ed esce da qui. Io ho fatto un calcolo e all’incirca ogni anno transitano più di 1500 persone». Persone che, sottolineano gli abitanti, sono degli estranei spesso maleducati perché «quasi sempre lasciano le porte degli ascensori aperte costringendo gli anziani a fare la scale». Ascensori, ma anche portoni, «consentendo così a chiunque di entrare nelle nostre case con molta facilità», dicono ancora i residenti. E lo conferma Paola De Vecchis, presidente del comitato Trionfalmente17 che si sta «battendo da anni contro la turistificazione». Un fenomeno «distruttivo per l’identità delle città e dannoso per la qualità della vita degli abitanti», osserva la presidente del comitato che ha «inviato al sindaco Roberto Gualtieri una lettera, corredata da oltre mille firme, con richieste specifiche per porre fine al problema» che a causa del Giubileo è peggiorato. Prati, infatti, è uno dei quartieri più vicini alla Basilica di San Pietro, cuore dell’Anno Santo. Ma anche le zone più lontane «non sono messe meglio», notano altri romani. E lo sa bene chi vive a Trastevere, meta amata dai turisti per le loro vacanze e per questo scelta dai gestori come posto ideale per realizzare strutture ricettive. Basta addentrarsi nel rione per averne la conferma. Via del Mattonato, ad esempio, è l’emblema del fenomeno: in quel vicolo nel cuore di Trastevere ci sono ingressi “martoriati” dalle keybox.

LA SICUREZZA

Un problema di decoro e «soprattutto di sicurezza», sottolinea Simonetta Marcellini, presidente del Comitato Emergenza Trastevere osservando come negli anni «c’è stata una vera e propria invasione anche a causa delle molte strutture religiose della zona che hanno iniziato con questo tipo di attività» contribuendo così alla «desertificazione del Centro». Esausti e preoccupati sono anche gli abitanti dei quartieri Esquilino e Ostiense. «È un continuo viavai di sconosciuti a tutte le ore. Un conto è avere come vicino di casa una persona che conosci e che se hai una necessità può aiutarti. Un conto è avere gente che non sai da dove viene e cosa fa nella vita», osserva preoccupata una trentenne uscendo da uno dei palazzi di via Ostiense dove ogni giorno si vedono spuntare nuove strutture ricettive.