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Aumenta la povertà energetica, 2,36 milioni di famiglie faticano a pagare le bollette di luce e gas #finsubito prestito immediato


Sono 2,36 milioni le famiglie Italiane che si trovano in una situazione di povertà energetica, ovvero che si trovano in difficoltà a pagare le bollette di luce e gas. Si tratta di un dato su cui non si riflette a sufficienza, considerato che percentualmente sono il 9% dei nuclei familiari italiani e che, tra l’altro, sta emergendo un trend tutt’altro che rassicurante: il dato è in forte crescita rispetto al 2022, con un +1,3% che rappresenta oltre 340mila famiglie che si aggiungono a quelle già colpite dal fenomeno. Tutto ciò emerge da un rapporto sulla povertà energetica realizzato dall’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe) insieme a Fondazione Banco dell’energia, ente filantropico che ha tra i suoi obiettivi quello di sostenere persone e famiglie vulnerabili e a rischio povertà attraverso progetti solidali. «Ad aumentare significativamente è la componente di famiglie in povertà energetica “nascosta” – aggiungono da Oipe – cioè le famiglie con spesa complessiva al di sotto della media che hanno dichiarato di non aver speso nulla per il riscaldamento. Un fenomeno preoccupante perché segnala un inasprimento delle condizioni di disagio delle famiglie più povere, costrette a spegnere i sistemi di riscaldamento per risparmiare». 

Leggendo nel dettaglio l’analisi Oipe, sono le Isole e il Nord Ovest i territori in cui si è registrato, in particolare, l’aumento della quota di famiglie in povertà energetica. Un fenomeno che, come negli altri anni, incide di più nei piccoli centri e nelle aree suburbane, a fronte di una lieve riduzione nelle aree metropolitane. La regione con il tasso più alto di povertà energetica si conferma essere la Calabria (con 19,1%) mentre quella con il tasso più basso è anche per il 2023 la regione Marche (4,9%). La Basilicata, invece, è la regione che registra l’incremento maggiore (+4,4%).

Nel 2023, la spesa energetica domestica media delle famiglie italiane si è ridotta del 6,4%, attestandosi a circa 1.800 euro, 120 euro in meno rispetto al 2022, con le famiglie più povere che hanno ridotto i consumi energetici più della media. In particolare, la spesa per energia elettrica e per il gas di rete si è ridotta rispettivamente del 1,9% e del 14,8%, a fronte di una crescita dei prezzi per l’elettricità del 6,2% e di una sostanziale stabilità per il gas. Considerando tutte le fonti energetiche per il riscaldamento, la spesa si è ridotta del 10% rispetto al 2022. Tra le ragioni, secondo Oipe, il fatto che l’inverno del 2023 sia stato particolarmente mite, con temperature minime significativamente al di sopra della media storica, riducendo il fabbisogno di riscaldamento, in particolar modo quelle di gas naturale (-16,8%).

Infine, nel corso del 2023 c’è stata una riduzione progressiva delle politiche di sostegno alla spesa energetica delle famiglie avviata nel corso del 2021 e continuata poi nel 2022, con uno stanziamento di 10 miliardi a fronte di 27,3 miliardi di euro nel 2022. In particolare, per i bonus sociali sono stati stanziati oltre 2,2 miliardi di euro (3,2 nel 2022) che sono andati a beneficio di 4 e 2,5 milioni di famiglie, rispettivamente per il bonus elettrico e per il gas.

Quello evidenziato è un fenomeno che colpisce particolarmente minori e stranieri. In base alle elaborazioni di Oipe, infatti, nel 2023 poco più di un quarto delle famiglie in povertà energetica aveva almeno un minore in famiglia: si tratta di circa 693mila famiglie e di 1,15 milioni di minori, il 10,6% del complesso delle famiglie con minori residenti in Italia. Nel 2023, l’incidenza della povertà energetica nelle famiglie con minori è stata di 2,8 volte più alta nelle famiglie straniere (circa 200mila famiglie, in crescita) per l’effetto congiunto di una maggior concentrazione delle famiglie straniere nei gradini più bassi della distribuzione della spesa e di un numero maggiore di minori in tali famiglie. Un risultato in linea con la quota di famiglie straniere che risulta in povertà energetica in Italia e che, nel 2023, era di oltre il 24%, con forte concentrazione della loro presenza nel Nord Italia.  

«La povertà energetica è un fenomeno preoccupante e in particolar modo quella “nascosta”, difficile da intercettare e supportare, è un aspetto che occorre seriamente considerare e capire come affrontarlo – ha commentato il presidente di Banco dell’energia, Roberto Tasca – per questo la Fondazione Banco dell’energia  sta proseguendo con diversi progetti e ampliando sempre di più il suo network per arrivare a sostenere un numero crescente di famiglie in difficoltà in tutta Italia. Il nostro aiuto deve poter raggiungere le fasce della società più deboli e i più giovani in primis, ai quali una condizione di povertà energetica può precludere o limitare la crescita e le opportunità».

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«I dati sulla povertà energetica sono scioccanti – ha commentato Benedetta Scuderi, Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo – sono numeri che crescono sempre di più e creano sempre più diseguaglianze. Come gruppo dei Verdi in Parlamento europeo stiamo agendo su più direttrici. La prima è quella dei prezzi dell’energia, promuovendo l’inserimento delle rinnovabili nel mix energetico e spingendo sull’elettrificazione, anche con sistemi di district heating e district cooling. La seconda mette in relazione l’efficienza energetica e la giustizia sociale: in questo senso, dopo la direttiva sull’efficientamento degli edifici, abbiamo proposto di prevedere sia finanziamenti diretti per i gruppi in condizioni di grandissima vulnerabilità sia meccanismi innovativi come una garanzia europea per mutui a tassi estremamente agevolati per chi non può permettersi interventi di questo tipo».

I dati sulla povertà energetica del 2023 sono «allarmanti» sia perché, rispetto al 2022 , ci sono 340 mila famiglie in più in condizioni di difficoltà, sia perché questo è successo nonostante oltre 10 miliardi di aiuti destinati alle famiglie, ha sottolineato la presidente Oipe Paola Valbonesi: «Questo indica la necessità di migliorare la selettività e l’efficacia di tali aiuti, specie perché l’inverno 2025 potrebbe essere complicato da una situazione climatica meno mite rispetto ai due anni precedenti, e da una ripresa dei prezzi del gas sui mercati internazionali».



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