Bologna, contagiata alle Serre dei Giardini: «Febbre alta e malesseri come una mia amica, diagnosi di polmonite batterica. Sospetti? La macchina del fumo» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Il racconto di Matilde presente con Margherita alla serata di venerdì 29 novembre nel locale Serra Madre, è lineare, ma lascia ancora aperti diversi quesiti. Sono state male entrambe e Margherita è l’unica a cui è stata diagnosticata una polmonite.

«La serata s’intitolava Le Cannibale, con un collettivo di dj al centro della sala, in stile boiler room, una bella atmosfera con luci riflettenti e la macchina del fumo, per noi e tanti altri l’indiziata numero uno. C’erano circa 200 persone, drink e vino, ma niente da mangiare. Abbiamo chiuso la serata contente verso le due».

E i primi sintomi quando sono emersi?
«Non sabato, ma domenica. Marghe febbre alta di mattina, con mal di testa, vomito e confusione, mentre io nel pomeriggio, tornando da Rimini dove ero andata con altri amici a pranzo. A casa ho trovato a pezzi Marghe con 39.5 di febbre, come me. La notte è stato un inferno: brividi, diarrea, vomito».

Quando avete collegato il malessere alla serata delle Serre?
«Lunedì, chiamando le amiche che erano nella stessa condizione. Sull’account Instagram delle Serre c’erano commenti ironici sulle condizioni di salute. Sui social è scoppiata la (prima) verità: tutti stavano male. Ha iniziato a girare un foglio excel preparato da un ragazzo, con nome, cognome dei partecipanti, sintomi e tempistica. Tutti erano stati male domenica. Erano circa 160 iscritti, ma tanti, per privacy, non sono in elenco. Intanto a me la febbre era calata, ma a Marghe no, aveva tosse e bruciore al petto. Alle 22 siamo andate al pronto soccorso del Sant’Orsola».

E lì cosa vi hanno detto?
«Dopo 4 ore di attesa è entrata al triage, le hanno fatto raggi, esami del sangue e delle urine e l’hanno messa su una sedia fino alle 7 del mattino. Così è andata».

Diagnosi?
«Polmonite batterica. Niente ricovero perché avrebbe dovuto aspettare le 13, ma era stremata. Quindi a casa con antibiotico “valido anche per la legionella’” ci hanno detto. La mattina stessa la Ausl ci convoca in via Gramsci per le 14, insieme a tanti altri che incontreremo lì, per farci un tampone, che rileva più cose dicono, e portando le urine. Abbiamo compilato un questionario dettagliato. C’è stato un po’ di caos con convocazioni fatti da più enti che sembrava non si fossero parlati. Non c’erano abbastanza tamponi, ma alla fine l’abbiamo fatto».

Il responso?
«Negative alla legionella, ma per sicurezza serve un test sierologico. Nessuno per ora ci ha riconvocate. Alcuni amici sono andati per vie private».

E ora?
«Vogliamo assicurarci che le indagini vengano condotte in modo esaustivo e corretto. Non sappiamo ancora se la macchina del fumo è stata sequestrata e analizzata. Prima di agire per vie legali vogliamo i risultati. Ma anche se risulteranno negativi dovranno spiegare a cosa è dovuto il malessere subito da oltre 200 giovani. Non vogliamo pensare a insabbiamenti».

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