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Milano nuovo paradiso fiscale: agevolazioni sulle tasse, investimenti nelle case. Aumentano i nuovi residenti da Lussemburgo, Cipro e Caraibi #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


di
Elisabetta Andreis, Gianni Santucci

Impennata delle iscrizioni all’anagrafe dei «migranti di lusso», rotte al contrario anche dai paradisi fiscali: le tasse agevolate per capitali che rientrano e il mercato immobiliare redditizio portano ai trasferimenti

L’Italia è diventata (per qualcuno) un paradiso fiscale. E Milano ne è la capitale. Domanda (solo all’apparenza) secondaria: come mai nel 2023 hanno spostato la propria residenza a Milano persone che prima la avevano ad Antigua (2 persone), alle Bahamas (4), alle Barbados (3), a Panama e Cipro (30 e 69, dato più alto di sempre)? Cosa c’è dietro questi arrivi a Milano da Paesi considerati tra i migliori rifugi al mondo per i grandi patrimoni? Non sono state mai così tante come nel 2023 anche le nuove iscrizioni all’anagrafe di persone provenienti da Belgio (395), Canada (281), Francia (4.862), Olanda (567), Spagna (3.121), Stati Uniti (1.627, dato più alto dal 2003), Regno Unito (2.130).

Per una cospicua fetta di questi nuovi immigrati, la spiegazione è questa: spostando la propria residenza fiscale in Italia, su tutti i redditi prodotti all’estero, indipendentemente dal valore, beneficiano di una flat tax. Fino a pochi mesi fa era di 100mila euro, ora 200 mila. Per chi ha redditi da milioni di euro, nei fatti vuol dire passare a un regime zero tasse. E dato che acquistando un immobile in Italia il beneficio di questa paradise tax si allunga da 5 a 10 anni, questa nicchia di facoltosi migranti sta riversando capitali enormi sugli alloggi extra lusso: sul mercato di Milano è un’inondazione.




















































«Si direbbe che la città si stia davvero avviando a diventare nella percezione dei “paperoni” una sorta di paradiso fiscale dove spostare la residenza per sfruttare i vantaggi della flat tax, che impone di pagare una cifra risibile rispetto ai grandi patrimoni», osserva Mario Breglia, presidente del centro di ricerca Scenari immobiliari. Il beneficio tocca anche i familiari, con vantaggi macroscopici: tassa secca da 25 mila euro. Il numero delle compravendite superiori al milione di euro è il 6 per cento del totale, ma il loro valore si sta gonfiando a dismisura. Notai, fiscalisti, avvocati e grandi agenti immobiliari, in totale discrezione e da un paio d’anni, chiudono a ritmo continuo operazioni per i neo-residenti. Per citarne di recentissime: casa cielo-terra in zona Sant’Ambrogio, una coppia di inglesi che lavorano nella finanza l’ha pagata 10 milioni. Attico da 500 metri quadrati venduto dagli eredi di nobili milanesi, in zona Pinacoteca di Brera, a un imprenditore spagnolo, costo 15 milioni. Per 9 milioni un imprenditore belga ha comprato in via della Moscova un quarto piano con terrazzo, 350 metri quadrati; un argentino e un indiano hanno puntato su alcuni appartamenti del Bosco verticale offrendo cifre monstre (al momento il fondo del Qatar però non vende), mentre un argentino ha comprato per 7,5 milioni due interi piani alla torre Solaria, sempre a Porta Nuova.

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Il meccanismo è banale: su un reddito da 10 milioni in un Paese Europeo, spostando la residenza si possono risparmiare anche 4-5 milioni di tasse. Secondo le stime del «Private wealth migration report 2024» di Henley & Partners, quest’anno 128 mila milionari hanno cambiato residenza fiscale e l’Italia, come nuova destinazione, è al sesto posto a livello globale e al primo in Europa, con un afflusso di 2.200 super ricchi: la maggior parte a Milano (seguita da Portofino). Vuol dire un mastodontico approdo di capitali in città, ma anche una metamorfosi sociale.

Per 9 milioni una coppia di francesi nel settore assicurativo ha comprato una palazzina in zona Conservatorio; quasi 10 milioni investiti per 600 metri quadrati in via Mozart da una coppia di inglesi; una coppia di turchi ha preso un attico su piazza Gae Aulenti: 6,5 milioni. «Un americano ha appena comprato un attico con terrazzo in via Pantano per 4 milioni e anche gli affitti di lusso sono presi d’assalto: un imprenditore svizzero ha appena firmato il contratto per un alloggio in viale Majno con canone annuo di 140 mila euro», racconta Valeria Lovo, dell’agenzia Via della Spiga Wonderful houses di Maurizia Serra. «Non si può ragionare sul valore al metro quadrato, è l’oggetto in quanto tale che fa prezzo a sé, gli alloggi unici sono sempre più rari da trovare», racconta il notaio Luciano Quaggia.

La Luxury Real Estate ha appena chiuso con una signora parigina l’affitto di un attico sui Giardini Montanelli per 15 mila euro al mese. In largo Treves, nell’immobile che era del Comune (ceduto al gruppo Stella della famiglia Chiarva), hanno preferito creare alloggi grandi: già tutti prevenduti a più di 20 mila euro al metro. «La strategia di attrarre persone ad altissimo reddito è senz’altro positiva per l’indotto di spesa e perché le somme della flat tax altrimenti andrebbero ad altri Stati», spiega Gianluca Sinisi, partner di Engel & Volkers. Tuttavia, visto che ad attrarre ricchezze è soprattutto Milano, relativamente piccola, «questo fenomeno impatta sulla composizione sociale della città e rischia di penalizzare il benessere generale, perché salgono i prezzi e non si adeguano i salari»

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11 dicembre 2024 ( modifica il 11 dicembre 2024 | 08:05)



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