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Un’azione più efficiente sulla riparazione delle perdite pregresse che stanno allargando la forbice della dispersione della risorsa su reti e condotte già colabrodo nel distretto irpino-sannita. Il tavolo operativo che si è aperto ieri in Regione Campania sulla crisi idrica che attanaglia i 126 comuni gestiti dall’Alto Calore ha acceso i riflettori su questo aspetto più che su ogni altro elemento di un’emergenza che va avanti dalla metà dello scorso giugno.

Dal vice governatore Fulvio Bonavitacola indicazioni chiare e perentorie sulla necessità di interventi più rapidi per smaltire guasti e rotture precedenti. Ma, soprattutto, la richiesta di un Piano preciso che metta nero su bianco un programma di interventi comprensivo della quantificazione delle risorse, sia in termini economici che di addetti tecnici, delle quali ha bisogno l’Acs per attuarlo. Due giorni per redigerlo, poi dovrà cominciare la fase operativa.

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Al responsabile dell’Area Esercizio della partecipata di corso Europa, l’ingegnere Francesco Monaco, presente all’incontro, il compito di mettere a punto una pianificazione dettagliata. Poi il confronto riguarderà finanziamenti e tempistiche. Al tavolo erano presenti anche l’amministratore unico di Alto Calore, l’avvocato Antonio Lenzi, il direttore generale dell’Ente idrico campano, Giovanni Marcello, con il presidente Luca Mascolo collegato da remoto, i coordinatori dei Consigli degli Ambiti distrettuali “Irpino”, Beniamino Palmieri”, e “Sannita”, Pompilio Forgione, rispettivamente sindaci di Montemarano e Solopaca, e i consiglieri regionali irpini Maurizio Petracca ed Enzo Alaia.

Oltre al dirigente del Ciclo delle Acque e dei Rifiuti di Palazzo Santa Lucia, Rosario Manzi, e al consulente dell’Acs, Gianluigi Palmieri. «Abbiamo rappresentato le cose fatte in questo periodo – spiega Lenzi al termine dell’appuntamento – ma c’è stato chiesto di essere più performanti in linea con le problematiche legate alla crisi. Nel giro di 48 ore modificheremo il Piano sull’emergenza già redatto e attivato, efficientando mansioni interne ed esterne, attraverso una più organizzata ed organica suddivisione dei compiti. Interverremo a pieno regime con 11 ditte di manutenzione e, per migliorare l’operatività, agiremo anche con manodopera esterna sulle stesse riparazioni e non solo sugli scavi propedeutici ai lavori idraulici».

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E aggiunge: «La relazione che ho presentato è in sintonia con la strategia dell’assessore Bonavitacola che, ancora una volta, ha mostrato grande disponibilità e vicinanza alle esigenze dell’Irpinia e all’Alto Calore. Adesso ci prepareremo velocemente allo step successivo e avvieremo il programma». Ad accompagnare la discussione rappresentando politicamente le istanze irpine rispetto alla crisi idrica i consiglieri regionali che hanno condiviso i passaggi tecnici concordati. «È necessario stare sul pezzo – afferma Petracca – di fronte ad un’emergenza che sta causando ancora tanti disagi alla popolazione. Bisogna essere rapidi anche se sull’aspetto manutentivo va detto che l’Acs ha vissuto una fase di difficoltà nel periodo di pre-omologa del concordato, durata circa due anni, durante i quali, proprio nel rispetto delle procedure in corso, anche l’esecuzione della manutenzione ordinaria si è scontrata con iter burocratici e autorizzazioni. Adesso, sempre nel solco delle regole imposte dal Tribunale, si può finalmente mettere in campo un piano straordinario, sul finanziamento del quale la Regione Campania ha dato la sua disponibilità».

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Per l’esponente del Pd, dunque, si può avviare un programma di interventi su vasta scala: «Il fattore climatico con la carenza di pioggia e neve – conclude Petracca – è risultato fondamentale anche dalle analisi fatte al tavolo. Possiamo agire, però, sull’elemento che sta aggravando i riflessi del calo delle portate delle sorgenti e cioè sulla dispersione idrica. Le risorse ci sono e con il contributo concreto della Regione possiamo farcela».