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Delegati del Tesoro nelle aziende? Una mossa che rievoca il fascismo #finsubito prestito immediato




Ultim’ora news 13 dicembre ore 12


Oggi dovremmo poter verificare quale sarà la posizione del governo, che si preannuncerebbe emendata rispetto alle norme in precedenza proposte (tra Milleproroghe e Legge di Bilancio), in particolare sul finanziamento dello sconto previsto per l’Ires premiale e sulla presenza di delegati ministeriali nei collegi sindacali o dei revisori in tutte le realtà che ricevono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi a carico dello Stato.

Prima ancora si dovrebbe chiarire definitivamente se resta in piedi o se, per una salutare resipiscenza, sia accantonata la sconsiderata abrogazione delle multe a suo tempo irrogate, e poi ripetutamente sospese, per l’inosservanza della vaccinazione anti-Covid: un condono inscrivibile in una visione da oscurantismo medievale, su cui abbiamo già scritto su queste colonne.
 

Quanto al contributo «volontario» delle banche ( e delle assicurazioni) allo sconto Ires (si parla di un importo sui 250-300 milioni, ma la cifra è ballerina) si seguirebbe lo schema già adottato per la precedente contribuzione imperniato di fatto su di una sorta di anticipo di liquidità che fa leva sui crediti fiscali.

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A questo proposito, come ieri questo giornale ha riferito, si è registrato un sostanziale via libera da parte di Intesa Sanpaolo con il suo presidente Gian Maria Gros-Pietro, il quale si è dichiarato d’accordo sul contributo che è diretto al benessere collettivo, ma a patto che non comprometta la forza del settore bancario che è anche la forza del Paese. Vedremo quali ripercussioni avrà nel sistema questa posizione.

Comunque non è nuovo un atteggiamento da capofila da parte di Intesa che è la prima banca italiana ( o abbiamo già visto, per esempio, a proposito della disponibilità relativamente agli aspetti economici della negoziazione del rinnovo del contratto dei bancari). Sarà da chiarire eventualmente quali siano i rischi di compromissione del settore.

Al di là della specifica misura è comunque una concezione, che potrebbe farsi strada, del settore come refugium per interventi che sarebbero di pertinenza della finanza pubblica, concezione che non andrebbe di certo assecondata. E ciò, prima ancora che per l’autonomia e la difesa del settore – dove sono allocati, come ha detto Gros-Pietro che è anche uno stimato accademico, i risparmi degli italiani – per il rigore delle manovre finanziarie e della politica di bilancio.

La soglia dei contributi pubblici 

Quanto ai contributi pubblici, sembra si pensi di innalzare la soglia, a partire dalla quale scatterebbe nei diversi soggetti l’obbligo della presenza dei delegati ministeriali: si passerebbe da 100 mila euro di contribuzione a un milione. Con un decreto ministeriale successivo sarebbero emanate le disposizioni di attuazione. In sostanza, si circoscriverebbe l’estensione dei destinatari della misura, ma resterebbero, se così sarà, molti punti indeterminati e, soprattutto, rimarrebbe un’impostazione dirigistica «vecchio stile».

Non si capisce quale sia la motivazione di questa norma se non la sfiducia negli organi istituzionalmente preposti ai controlli nei soggetti in questione. D’altro canto, per il ruolo che i ministeriali dovrebbero svolgere, si deve escludere, per la natura degli organi, qualsiasi intervento sul merito delle decisioni che vengono assunte.

Allora, se si ritengono necessari riscontri, occorre, innanzitutto, definire rigorosamente il perimetro degli stessi – non potendo i ministeriali, per esempio, esaminare complessivamente l’attività che viene svolta la quale non si traduce solo nell’impiego dei contributi pubblici – poi, semmai valutare con quale tipo di reporting periodico soddisfare le esigenze di controllabilità strettamente connesse con gli impegni previsti in connessione con l’erogazione del contributo dello Stato, senza alcun bisogno di presenza di delegati negli organi di controllo.

Presenza che rievoca invece quelle promosse dal regime fascista negli istituti di credito di diritto pubblico, presenza il cui obbligo fu soppresso per iniziativa della Banca d’Italia oltre quarant’anni fa e la decisione venne accolta con un unanime consenso nelle diverse sedi istituzionali, scientifiche, economiche e sociali.

Oggi qualcuno potrebbe ritenere, spero erroneamente, che l’istituzione delle progettate presenze obbedisca solo all’intento di prevedere e conferire nuovi incarichi. (riproduzione riservata)

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