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Lavorare nel metaverso, le professioni, i vantaggi e i rischi #finsubito prestito immediato


Lavorare nel metaverso presenta nuove opportunità di sviluppo per le aziende, ma anche occasioni di crescita professionale per i lavoratori di oggi e del futuro. Il metaverso è uno spazio virtuale immersivo popolato da avatar controllati da utenti, che possono interagire con altri utenti o oggetti attraverso tecnologie come la realtà virtuale (VR) e aumentata (AR).

Questo universo digitale offre molte opportunità, ma comporta anche nuovi rischi per la salute fisica, mentale e sociale dei lavoratori, che necessitano di essere analizzati e gestiti adeguatamente. Vediamo allora quali sono le professioni più richieste nel metaverso, i vantaggi e le tutele per i lavoratori del futuro.

Metaverso: ecco le professioni del futuro

Una ricerca condotta dalla società di consulenza e ricerca di personale Randstad Professional, ha stilato le 7 professioni del metaverso:

  • Network Engineering: uno specialista nella gestione delle reti aziendali e dei dati;
  • Cybersecurity Specialist: un esperto nella protezione degli utenti da attacchi informatici e frodi;
  • Blockchain Specialist: il professionista specializzato nella tecnologia di creazione dei dati alla base del metaverso;
  • Virtual Reality Designer: crea mondi digitali immersivi;
  • Innovation Manager: aiuta le aziende nella innovazione digitale necessaria per operare nel metaverso;
  • Crypto Artist: realizza opere d’arte digitale attraverso software specifici (motion graphic, realizzazione 3D etc);
  • Head Of Metaverse: sviluppa una strategia digitale per aumentare la presenza di un brand.

A quali rischi vanno incontro questi professionisti?

I vantaggi per i professionisti del metaverso

La Commissione Europea nella comunicazione sul “Web 4.0 e i mondi virtuali” ha stimato che il mercato del Metaverso raggiungerà gli 800 miliardi di euro entro il 2030 creando 860.000: nuovi posti di lavoro in Europa entro il 2025.

Lavorare in questo spazio immersivo permette ai professionisti di svolgere la propria attività ovunque si trovino, stimolando quindi una maggiore flessibilità lavorativa e una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e personale. Inoltre, agire in contesti esclusivamente virtuali esclude la necessità di un luogo di lavoro fisico abbattendo tempi e costi (anche ambientali) legati allo spostamento dei lavoratori.

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Tuttavia, per sfruttare appieno questi vantaggi, è essenziale che le aziende investano in formazione e infrastrutture tecnologiche, creando ambienti di lavoro digitali sicuri e sostenibili.

I rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori in spazi virtuali

Svolgere un’attività lavorativa nel metaverso comporta diversi rischi per la salute e la sicurezza. Secondo una ricerca condotta dall’Istituto di ricerca europeo (ETUI), i principali pericoli riguardano:

  • Salute visiva: l’uso prolungato da visori VR può causare la “sindrome della visione al computer” (CVS), che provoca occhi secchi, pruriginosi e affaticati.
  • Posture: il peso dei visori può aumentare il rischio di dolori su schiena e collo.
  • Contaminazione batterica: le superfici dei visori VR possono ospitare contaminanti batterici equivalenti o superiori a quelli delle tastiere, aumentando il rischio di infezioni.
  • Stress e isolamento: una ricerca sperimentale su lavoratori in VR ha evidenziato un aumento del 35% del carico di lavoro percepito, insieme a sentimenti di frustrazione (42%), ansia (19%) e affaticamento oculare (48%).

Quali azioni preventive occorre allora programmare per evitare che i rischi per chi lavora nel metaverso diventino ingestibili?

Come proteggere il professionista del metaverso?

La ricerca condotta dall’ETUI ha individuato delle prime azioni correttive: per combattere la cybercinetosi, una malattia simile al mal di mare, ad esempio, è possibile permettere di regolare all’interno del visore la profondità di campo in base allo sguardo dell’utente o ridurre i movimenti rotatori delle immagini riprodotte.

Per ridurre i disturbi muscoloscheletrici la soluzione è nell’utilizzo di visori più leggeri con una migliore distribuzione del peso e senza fili o cavi per evitare urti e collisioni mentre si opera in un ambiente immersivo. La sterilizzazione con etanolo al 70% riduce significativamente il rischio di contaminazione e infezione da visori.

Infine, per i rischi psicosociali essenziale sarà cercare un equilibrio tra lavoro virtuale e realtà realizzando pause per attività sociali e programmi di supporto psicologico e ridurre il rischio di stress o isolamento.

Lavoro e nuove tecnologie: serve più consapevolezza dei rischi

Tutto questo rappresenta senz’altro un buon inizio per organizzare le tutele dei professionisti del metaverso: bisogna però considerare che le tecnologie di “realtà estesa” espongono a rischi “di confine” per i quali la ricerca è ancora scarsa.

Per questa ragione, sarà necessaria una maggiore consapevolezza delle imprese verso le nuove tecnologie e le stesse dovranno monitorare con attenzione questi sviluppi per garantire che gli ambienti immersivi siano sicuri fin dalla progettazione e nelle strumentazioni di lavoro e che non sia compromessa la sicurezza dei lavoratori del futuro.

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