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“Non sono gli affitti brevi i responsabili dell’emergenza abitativa” — idealista/news #finsubito richiedi mutuo fino 100%


La grave carenza di immobili disponibili per le locazioni abitative in Italia non può essere attribuita né al fenomeno delle locazioni turistiche e brevi né alla mancanza di abitazioni in senso assoluto. Al contrario, il problema risiede nel fatto che, su un totale di 35 milioni di abitazioni presenti nel nostro Paese, ben 9,5 milioni risultano vuote e non vengono reimmesse sul mercato immobiliare. Lo dice la FIMAA-Confcommercio per bocca del vicepresidente vicario Maurizio Pezzetta.

Nel corso della presentazione al Senato del terzo Rapporto Federproprietà-CENSIS intitolato “Agenda 2024-2030: la transizione abitativa – La casa possibile”, Pezzetta ha affrontato il tema, sottolineando l’urgenza di un approccio coordinato e costruttivo per affrontare le molteplici problematiche legate al settore abitativo. “È necessario istituire un Tavolo Unico che coinvolga forze politiche, associazioni professionali e imprenditoriali, al fine di riformare una normativa ormai desueta in materia di locazioni e di edilizia nel suo complesso. Questo processo deve rispettare la tutela della proprietà privata, senza però criminalizzare i proprietari che cercano il miglior reddito per i loro beni,” ha affermato il Vicepresidente Vicario.

Pezzetta ha poi ribadito che le locazioni brevi e turistiche non rappresentano la causa principale del problema. “Non bisogna demonizzare questi strumenti, che incidono in minima parte sul patrimonio immobiliare complessivo. In media, le abitazioni destinate a locazioni brevi costituiscono appena il 2% del totale nazionale, con un massimo del 6% nelle città d’arte,” ha precisato.

Il vero nodo cruciale, secondo Pezzetta, è rappresentato dall’enorme quantità di abitazioni lasciate vuote dai proprietari. “Quasi 9,5 milioni di case sono inutilizzate, una cifra enorme che richiede interventi mirati. Il problema non è la scarsità di abitazioni, ma le motivazioni economiche, fiscali e legali che portano i proprietari a non reimmetterle sul mercato,” ha spiegato. Per incentivare la riattivazione di queste unità immobiliari, Pezzetta ha proposto una serie di misure concrete, tra cui agevolazioni fiscali e tutele più forti per i proprietari.

Tra le proposte avanzate dalla FIMAA figurano il dimezzamento dell’IMU per chi concede l’immobile in locazione con un contratto abitativo ordinario e l’esenzione dalle imposte sui redditi non percepiti nei casi di inquilini morosi. Inoltre, Pezzetta ha suggerito una riforma per rendere il contratto di locazione un titolo esecutivo, permettendo ai proprietari di rientrare in possesso del proprio immobile senza dover attendere lunghe procedure giudiziarie.

Affrontando poi il tema delle locazioni brevi e turistiche, il Vicepresidente Vicario ha evidenziato come la recente normativa relativa al Codice Identificativo Nazionale (CIN) stia creando non poche difficoltà. “L’applicazione della normativa è disomogenea e presenta evidenti criticità interpretative, spesso in contrasto con regolamenti comunali, regionali e nazionali. Questa situazione genera inevitabilmente incertezza per gli operatori del settore, che si trovano a non sapere quale regola rispettare,” ha dichiarato.

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Pezzetta ha citato, tra gli altri, il caso dell’obbligo di esposizione del Codice CIN all’esterno delle strutture ricettive. “Il decreto prevede che il CIN debba essere visibile, ma allo stesso tempo impone il rispetto di eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici. Questo pone molte strutture in una situazione di impasse: in alcuni edifici, per esempio, esiste un divieto assoluto di affissione o non c’è lo spazio materiale per rispettare l’obbligo. Tuttavia, in assenza di deroghe, il rischio di sanzioni resta alto, se i controlli verranno effettuati seguendo rigidamente il dettato normativo,” ha concluso Pezzetta, evidenziando l’urgente necessità di un intervento chiarificatore per evitare penalizzazioni ingiuste.



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