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Assistenza agli anziani semi (in)ferma. Corsa per attivare il bonus da 850 euro #finsubito prestito immediato




undefined – IMAGOECONOMICA

In quali condizioni si è considerati “anziani non autosufficienti gravissimi”? Ruota intorno a questo quesito la realizzazione definitiva della principale – quasi unica – novità concreta della riforma dell’assistenza. Quella approvata con la legge delega 33/2023 e resa operativa dal decreto attuativo 29 del marzo 2024. Al suo interno, appunto, la previsione di una quota aggiuntiva all’indennità di accompagnamento, primo embrione di quella Prestazione universale differenziata che doveva ridisegnare e rafforzare gli attuali sostegni (oggi fermi a 531 euro al mese). Si tratta di ben 850 euro mensili, riservati però in maniera sperimentale per il biennio 2025-2026 ai soli ultra80enni con limite Isee di 6mila euro e in condizioni appunto “gravissime”. Soldi in più spendibili solo in cure e servizi certificati. Per questa partita sono stati già stanziati 500 milioni per il biennio e si stima che i potenziali beneficiari possano essere 25mila anziani, circa lo 0,6% dei 3,8 milioni di non autosufficienti.

L’ultimo requisito da fissare

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Sul termine “gravissimi”, quindi, si gioca ora la corsa contro il tempo per rispettare la scadenza di partenza del beneficio, fissata per il prossimo gennaio. Una nuova riunione operativa tra ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e ministero della Salute, assieme all’Inps, si terrà oggi, praticamente a ridosso di Natale e Fine dell’anno, con il rischio di arrivare con il fiato corto all’inizio del 2025. Quando la novità della Prestazione universale aggiuntiva, con i parametri ben esplicitati, dovrà essere anzitutto comunicata e pubblicizzata, per poi permettere alle persone interessate di presentare una specifica domanda all’Inps, in proprio o attraverso un patronato.

«Noi siamo intenzionati a rispettare la scadenza di gennaio e contiamo di farcela – spiega Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro, già coordinatrice della stesura del decreto attuativo della riforma e ora posta a capo del neonato Cipa, il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana –. Stiamo confrontandoci con l’Inps in particolare per semplificare al massimo le procedure per la richiesta della prestazione da parte dei cittadini e la successiva prima verifica dei requisiti da parte dell’ente previdenziale stesso». In questi mesi i dicasteri e le diverse commissioni hanno lavorato molto anche sui Leps (i livelli essenziali delle prestazioni sociali) e sulle differenze nei diversi ambiti territoriali per confrontare i modelli organizzativi, «quelli che in definitiva danno concretamente forza all’efficientamento delle risorse pubbliche e risposte adeguate ai cittadini», dice ancora Bellucci. I risultati di questi monitoraggi arriveranno però nel corso dell’anno.

Una sola visita

L’altra novità per il 2025 dovrebbe essere l’introduzione di una Valutazione multidimensionale unica per la condizione dell’anziano non autosufficiente al posto di quelle diverse oggi previste. Su questo al ministero della Salute spiegano che «si è già riunito un primo gruppo di lavoro tecnico-sanitario ristretto composto da Rappresentanti del Ministero della Salute, di Agenas e dell’Iss che a breve sottoporrà i suoi risultati ai rappresentanti degli altri dicasteri coinvolti, l’Inps, la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, le Regioni e le Province autonome». Inoltre, è in fase di «definitiva approvazione un documento sui criteri generali e omogenei di livello nazionale per l’accreditamento delle strutture residenziali e semiresidenziali per le persone anziane non autosufficienti, con un documento valido come cornice di riferimento anche per le strutture sociosanitarie rivolte ad altre tipologie di utenti». Insomma, anche in questo caso mancano alcuni tasselli ma si spera di rendere concreta la previsione nel corso dell’anno.

Ciò che è rimasto invece sostanzialmente al palo è il cuore della riforma prevista dalla legge delega: il potenziamento dell’Assistenza domiciliare ai non autosufficienti. O meglio, rispetto al grande progetto iniziale – costo totale previsto: almeno 7 miliardi – in questa manovra di bilancio, già piuttosto difficile, non sono stati individuati ulteriori stanziamenti.

Pnrr a domicilio

A questo proposito, il Ministero della Salute spiega che «sta seguendo il potenziamento delle cure domiciliari per il raggiungimento dell’obiettivo del Pnrr di pervenire alla presa in carico di almeno il 10% delle persone over65 in cure domiciliari. Questo obiettivo è stato indicato specificamente nel Decreto ministeriale 77 del 2022, precisando che il sistema di cure domiciliari deve garantire condizioni omogenee di qualità e sicurezza». Lo stesso dicastero spiega poi di stare monitorando l’adeguamento dei sistemi regionali «a quanto previsto dall’Intesa 4 agosto 2021 sull’accreditamento delle organizzazioni per le cure domiciliari» e di aver provveduto al riparto tra le Regioni delle risorse Pnrr dedicate.

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Insomma, piccoli, quasi impercettibili passi avanti. «In realtà stiamo anche predisponendo la base adeguata di dati per mettere ordine e poi potenziare tutto il sistema delle prestazioni e dei sussidi – ci tiene a precisare la viceministra Bellucci –. Sono stati stanziati 14,5 milioni di euro per la realizzazione di una piattaforma digitale che da una parte semplificherà l’accesso e dall’altra permetterà la misurazione dei servizi socio assistenziali. Quindi noi mettiamo a sistema l’innovazione tecnologica del welfare italiano attraverso una piattaforma di data analytics e che utilizza strumenti avanzati di decision making e di intelligenza artificiale per creare anche una interoperabilità dei dati che finora non c’era tra i diversi sistemi pubblici. Un livello, ad esempio quello regionale, non sapeva cosa venisse erogato da quello comunale, con il risultato spesso di una stratificazione di sussidi e assistenza per alcuni e indennità scarse per altri».

Insomma, avanti pianissimo: per gli anziani non autosufficienti qualcosa si muove, ma certo è molto limitato rispetto alle speranze accese dalle previsioni quasi rivoluzionare di una legge delega tanto necessaria quanto impegnativa sul fronte dei costi; tanto ambiziosa quanto forse difficile da realizzare; tanto innovativa quanto soprattutto giusta.





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