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Mancata disdetta prestazioni sanitarie: tempesta di avvisi di pagamento dalla Asl1 #finsubito prestito immediato


“Chiediamo, con estrema urgenza, un’audizione presso la Commissione Vigilanza, alla presenza della ASL1, al fine di ottenere tutte le informazioni sulle attuali circostanze di fatto e, per l’effetto, di salvaguardare i cittadini e le cittadine della Provincia dell’Aquila”. Ad inoltrare la richiesta al presidente della Commissione di vigilanza della Regione Abruzzo Sandro Mariani, la CGIL L’Aquila a seguito dei numerosi avvisi di pagamento che recentemente i cittadini della Regione Abruzzo si sono visti recapitare da parte dell’Agenzia delle Entrate per “mancata disdetta delle prenotazioni di prestazioni sanitarie”.

Cartelle recapitate a cittadini, molti dei quali pensionati, che a detta della ASL non avrebbero disdetto prenotazioni relative a prestazioni sanitarie mai effettuate, alcune delle quali relative “anche a periodi molto risalenti nel tempo e – precisano dalla CGIL – che presentano numerose criticità”. In primo luogo quelle relative alla “prassi aziendale” per la quale “la disdetta delle suddette prestazioni sanitarie avveniva tramite una semplice telefonata al CUP che, di rimando, non inviava alcuna conferma scritta dell’avvenuta disdetta, né a mezzo mail, né per raccomandata, né via sms o messaggi whatsapp, o, addirittura, fino ad un anno fa, recandosi personalmente presso il CUP e comunicando verbalmente la disdetta della prestazioni sanitaria, disdetta a fronte della quale, si precisa, il CUP non rilasciava alcuna ricevuta”. Una prassi che, sottolinea il sindacato, rende impossibile a”i cittadini e alle cittadine della Provincia dell’Aquila “comprovare l’avvenuta disdetta e pertanto, di non dover effettuare il pagamento richiesto”.

Una condotta colposa della ASL1 che, ribadiscono dalla CGIL, non può ripercuotersi sui cittadini anche perché “in molti casi tali avvisi di pagamento fanno riferimento a periodi risalenti nel tempo per i quali dovrebbe considerarsi già intervenuta la prescrizione”. Ma a parte l’aspetto legale, “già oggetto di approfondimento da parte degli uffici legali”, ciò che preme ribadire è che “la ASL1 esige, oggi, il pagamento dei ticket ospedalieri per prestazioni sanitarie, in effetti, mai effettuate” e questo, continuano dal sindacato, rischia di provocare conseguenze pericolose “sotto il profilo dell’allarme sociale”. Come potrebbero infatti, si legge nel comunicato a firma CGIL, “i cittadini e cittadine dell’Aquila, spesso pensionati e pensionate che percepiscono importi di pensione mediamente pari, per gli uomini, a circa 1.010,00 euro e, per le donne, a circa 600,00 euro, effettuare i pagamenti richiesti, se non con grande sacrificio?”. Cittadini che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese dai quali la ASL 1 pretende pagamenti “proprio oggi, e cioè nel periodo di fine anno e a chiusura del bilancio in corso, per ripianare i debiti prodotti dalla stessa azienda, debiti che, peraltro, si ripercuotono, con un malfunzionamento dei servizi sanitari, proprio sui medesimi cittadini e cittadine della nostra Provincia”.

Una situazione ancor più inaccettabile se si considera che la ASL 1 è “l’azienda nella Regione Abruzzo con il maggior debito che, a quanto pare, è onere dei cittadini e delle cittadine della Provincia dell’Aquila ripianare, prima, a mezzo del piano di razionalizzazione della spesa e, oggi, con gli avvisi di pagamento per la asserita mancata disdetta di prestazioni sanitarie mai effettivamente eseguite”. Prestazioni che fino a poco tempo fa venivano disdette con una semplice telefonata o con mera comunicazione verbale, senza mai determinare una procedura che implicasse, da parte della ASL1, una conferma scritta dell’avvenuta disdetta, né altra formalità in merito.

Considerato quindi, che “la condotta e le scelte della ASL1 non possono ripercuotersi sulle tasche dei cittadini e delle cittadine che non hanno, peraltro, fruito di alcuna prestazione sanitaria né hanno in capo alcuna responsabilità per l’incertezza determinata sul punto dalla ASL1 stessa – continua la CGIL – riteniamo necessario revocare, o, in subordine, sospendere gli avvisi di pagamento, in attesa di chiarimenti sulla questione”. E, per un puntuale chiarimento sulla vicenda il sindacato chiede di udire congiuntamente l’assessora alla sanità della Regione Abruzzo Nicoletta Verì, il direttore generale della ASL1 Ferdinando Romano e il direttore amministrativo della ASL1 Stefano Di Rocco.

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