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KTM pianifica l’uscita da Moto2 e Moto3 come contromisura per risolvere la propria crisi finanziaria #finsubito prestito immediato


Durante un’assemblea coi creditori avvenuta alla Corte Regionale di Ried im Innkreis, è stata svelata la proposta.


Il 26 novembre scorso KTM, attraverso un comunicato, aveva fatto sapere dell’inizio di un periodo di novanta giorni in amministrazione controllata, tutt’ora in corso. Per legge, entro tre settimane dall’inizio di questo lasso temporale, dev’essere svolta un’assemblea tra i creditori per valutare il rapporto del curatore fallimentare e determinare possibili soluzioni volte alla salvaguardia del gruppo.

Le tre aziende sotto la lente d’ingrandimento sono KTM AG (in tedesco “AG” sta per “Aktiengesellschaft”, ovvero azienda pubblica), KTM Components e KTM Forschungs & Entwicklungs (il reparto ricerca e sviluppo della Casa di Mattighofen), con la prima identificata come società centrale e dunque l’insolvente primaria. Il totale dei debiti delle tre realtà ammonta a 2,9 miliardi di euro.

Le principali ragioni che hanno portato alla crisi del gruppo sono due: i pesanti investimenti a debito compiuti per ingrandire la società ed acquisire altre realtà (GasGas e MV Agusta ad esempio) e il volume produttivo che, dopo il periodo del Covid-19, avrebbe dovuto subire un calo decisamente più importante. Il risultato è stato che le vendite, tra il 2023 ed il 2024, non sono aumentate sufficientemente per compensare i costi fissi di produzione.

In seguito all’incontro, il documento redatto dalla AKV (“Alpenländischer Kreditorenverband”, ovvero l’Associazione dei Creditori Alpini che ha indetto la riunione) dà qualche spiraglio di luce a KTM per il suo futuro: in primo luogo è stata ammessa la continuazione dell’attività dell’impresa, il cui periodo di amministrazione controllata proseguirà. Inoltre, i salari per i dipendenti torneranno ad essere pagati per dicembre, dopo le notizie circolate per quanto concerne novembre e i mancati stipendi versati. Questo vale per tutt’e tre le società citate in precedenza.

Tuttavia, il resto delle notizie non sono propriamente positive: le altre filiali e società del gruppo KTM sono probabilmente destinate a patire ulteriori fallimenti o pesanti riorganizzazioni, in quanto ritenute “non essenziali alla prosecuzione dell’attività dell’impresa”. Inoltre, il taglio netto sui dipendenti proseguirà e, dai 500 previsti originariamente per continuare la ristrutturazione, il curatore ha valutato di ridurre ulteriormente il numero a meno di 300 unità, per tutt’e tre le imprese sotto osservazione.

Oltre a ciò, ulteriori rimedi valutati per sanare il gruppo KTM sono stati la vendita delle quote della Pierer Immoreal, la ricerca di eventuali investitori, una delocalizzazione (almeno parziale) della produzione e la liquidazione dei prodotti KTM già presenti nei vari rivenditori e concessionarie. Ciò potrebbe significare che, nei prossimi mesi, le moto della Casa austriaca potrebbero venire anche svendute pur di far fronte a questa necessità, con un possibile (e probabile) tracollo dei prezzi.

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La notizia più grossa, in ambito sportivo, riguarda però una delle opzioni svelate durante l’assemblea ed ideata dall’insolvente (dunque KTM stessa), ovvero la pianificazione di un addio alle categorie Moto2 e Moto3 del Motomondiale. Nel documento questa soluzione è stata posta come già avviata ma, ad una prima occhiata, non andrebbe ad intaccare il lavoro della Casa né per quanto riguarda la classe regina (nel testo il termine MotoGP viene più utilizzato per far riferimento al Circus stesso comprendente le classi più piccole, data l’inesistenza, in tedesco, di un termine equivalente al nostro “Motomondiale”), né per quanto concerne il ricchissimo programma nel motocross. Inoltre, non sono state svelate date di quando quest’addio si concretizzerebbe.

L’uscita di scena della Casa significherebbe la perdita di un attore importantissimo per il Circus, anche se solo nelle due classi propedeutiche. In particolare per la Moto3, che vede uno schieramento composto, per oltre la metà, di moto del gruppo KTM (dall’anno prossimo GasGas e Husqvarna scompariranno come brand, mentre rimarrà CFMoto).

Una situazione che sta volgendo al paradossale, specie se pensiamo ai proclami compiuti dalla Casa di Mattighofen fino a pochi mesi fa (come la promessa del supporto factory in MotoGP a Tech3 o persino l’interesse mostrato a far debuttare MV Agusta come marchio a sé stante nel 2027).

Il prossimo incontro avverrà il 24 gennaio, durante il quale il curatore del fallimento darà ulteriori aggiornamenti sull’andamento della procedura di ristrutturazione e KTM risponderà alle richieste avanzate dai creditori. La speranza è che Pierer Mobility riesca a trovare, per allora, un investitore interessato, di rilievo e disposto a sanare i grossi debiti del gruppo.

Fonte immagine: press.ktm.com


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