di Tommaso Cerutti
Si è recentemente conclusa l’ultima riunione della FIA in Ruanda, dove sono stati rivisti e aggiornati i vari regolamenti, con l’apporto di modifiche e l’introduzione di importanti innovazioni, come quella dell’Heat Hazard Kit.
Durante il Gran Premio del Qatar 2023 i piloti hanno dovuto affrontare condizioni estreme. Le temperature elevate, l’umidità molto alta e le forze G hanno reso quasi impossibile portare a termine la gara. Logan Sargeant si è ritirato perché si sentiva male, Esteban Ocon ha dichiarato di aver vomitato all’interno del casco e Lance Stroll è addirittura svenuto al volante della sua Aston Martin.
I piloti hanno da subito espresso queste criticità e, dopo quasi 2 anni, la F1 Commission, il capo della FIA Nikolas Tombazis e il CEO della F1 Stefano Domenicali hanno finalmente deciso di prendere provvedimenti, introducendo nei nuovi regolamenti l’Heat Hazard Kit, pronto per essere utilizzato già durante la prossima stagione.
Heat Hazard Kit, come funzionerà?
Il nuovo kit di raffreddamento non sarà sempre presente, infatti lo vedremo in azione soltanto in situazioni particolari in cui sarà la stessa FIA ad imporre l’utilizzo dell’equipaggiamento dichiarando un pericolo dovuto alle temperature ambientali, o in generale quando le temperature superano i 30,5ºC, come potrebbe capitare in Qatar o a Singapore.
L’articolo 4.7 del nuovo regolamento tecnico 2025 prevede che il sistema venga obbligatoriamente indossato dai piloti, con un peso di non meno di 5 kg che non verrà aggiunto alla massa minima di 800 kg di monoposto e pilota, per tutta la durata del weekend di gara. In concreto in queste situazioni i piloti avranno sul sottotuta una serpentina in grado di espellere il calore, ovviamente regolamentata da norme che ne esprimono nel dettaglio il funzionamento.
Modifiche anche alle monoposto
Inoltre è prevista anche la possibilità di apportare modifiche alla monoposto per migliorare l’efficienza dell’Heat Hazard Kit, come espresso nell’art 14.6.7: “esclusivamente per lo scopo di fornire aria allo scambiatore di calore che fa parte del sistema di raffreddamento del pilota, un’apertura aggiuntiva possa essere effettuata – o ampliata una già esistente – per un incremento totale dell’area di apertura di 10.000 millimetri quadrati. Sono consentite le seguenti ventole: una fino a 12 watt di potenza, esclusivamente per estrarre aria dal condensatore di un sistema di refrigerazione. Un’altra ventola esclusivamente per lo scopo di alimentare aria fredda nell’abbigliamento del pilota”.
Una norma molto rigida
L’articolo 14.6.1 esprime nel dettaglio il funzionamento del sistema: “può impiegare il cambiamento di fase di una sostanza nel suo funzionamento. Un sistema che utilizza un processo continuo deve essere in grado di estrarre il calore dal pilota a un tasso di almeno 200 watt a una temperatura ambientale di 40° C.”
La norma è molto rigida, come deve essere una norma che garantisce la sicurezza del pilota, e vieta ogni tipo di sistema che non sia quello indicato dalla FIA: “Non deve essere impiegato ghiaccio secco. All’interno dell’equipaggiamento del pilota, il mezzo di raffreddamento può essere esclusivamente aria, acqua o una soluzione acquosa di cloruro di sodio, cloruro di potassio o glicole propilenico”. Il ghiaccio secco non potrà quindi essere utilizzato, così come le “giacche” che da tempo vediamo sui piloti prima dei Gran Premi più caldi.
Sempre più in sicurezza
L’introduzione dell’Heat Hazard Kit testimonia un enorme passo avanti ai fini della sicurezza dei piloti, soprattutto nei sempre più presenti Gran Premi in Medio Oriente, in cui le condizioni sono spesso proibitive. Ancora una volta la F1 si dimostra all’avanguardia nel motorsport, e finalmente si è data importanza anche alle richieste dei piloti, che speriamo abbiano sempre più voce in capitolo per quanto riguarda la propria sicurezza.
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