nuove minacce per il testimone di giustizia Caminiti – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni

Da oltre trent’anni, la vita di Franco Gaetano Caminiti, 67 anni, è una lunga battaglia contro la criminalità organizzata. Originario di Delianuova e residente da anni a Pellaro, frazione di Reggio Calabria, Caminiti è diventato un bersaglio per aver scelto di non piegarsi alle intimidazioni, di non cedere al ricatto della ‘ndrangheta.

La sua storia, segnata da attentati, minacce e due tentativi di omicidio, è quella di un uomo che non ha mai abbassato la testa, ma che ha pagato – e continua a pagare – un prezzo altissimo per la sua determinazione a restare libero.

La ‘ndrangheta non dimentica. Lo sa bene Franco che ancora deve continuare a lottare e proteggere la sua famiglia. 

Il 13 dicembre scorso, Caminiti ha trovato nella sua cassetta delle lettere un messaggio macabro. Una busta rossa, con quattro croci nere disegnate, che conteneva un biglietto con altre croci e la frase: “Sei morto, basta una di questa. Ti diamo in pasto ai maiali”. Ad accompagnare la minaccia, un proiettile calibro 7.65.

Un gesto che rievoca i rituali più cruenti delle ‘ndrine e che conferma come chi l’ha inviato conosca bene la vita di Caminiti: nei pressi della sua abitazione non ci sono telecamere di sorveglianza, un dettaglio che rende ancora più inquietante l’azione.

Ancora una volta questo uomo, questo testimone di giustizia, ha avuto il coraggio di andare a denunciare. Si è presentato alla stazione carabinieri di Pellaro e ha fatto mettere nero su bianco quanto accaduto. Ha consegnato la busta e il proiettile. 

Trent’anni di minacce e attentati

È dal 1993 che subisce minacce e attentati. Da quando aprì una sala giochi a Pellaro. Già all’inizio, gli vennero offerti 30 milioni di lire per cedere l’attività. Al suo rifiuto, seguì l’incendio della sua auto, poi di un’altra, e di un’altra ancora. Un’escalation culminata nel Capodanno del 2008, quando un incendio distrusse la sua sala giochi, provocando danni ingenti e mettendo a rischio la vita di suo figlio Gianluca, ricoverato per giorni in rianimazione.

Due sono stati i tentativi di omicidio. Nel 2000, un agguato fallì per un imprevisto. L’episodio più grave avvenne nel 2011, quando due uomini a bordo di una moto gli spararono cinque colpi di pistola mentre guidava sulla Statale 106. Miracolosamente, fu ferito solo di striscio al braccio: gli altri proiettili si fermarono contro il montante della sua Smart.

Le denunce

In questi anni, Caminiti ha sporto 65 denunce contro la criminalità, molte delle quali hanno portato ad arresti e processi di rilievo. Tra le operazioni scaturite dalle sue segnalazioni, spiccano Gambling, Casco e Las Vegas, che hanno smantellato reti criminali legate al gioco d’azzardo e all’estorsione.

Il coraggio di denunciare gli è valso periodi di scorta, revocati quando si è ritenuto che le minacce non fossero più imminenti. Ma per Caminiti la paura non è mai cessata e dice: “Non ho più protezione, eppure queste persone non dimenticano. Anche a distanza di anni, chi appartiene a quel mondo resta pericoloso”.

Franco Gaetano Caminiti è riuscito sempre a risollevarsi e ricominciare, soprattutto per la sua famiglia. Con i figli infatti gestisce un’agenzia postale e un punto vendita di energia.