Cade dalla barella al Dea dell’ospedale di Verbania: l’Asl Vco paga il risarcimento #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

La premessa è che il risarcimento, «per una triste storia di omissione di assistenza ai ricoverati al Dea di Verbania», lo devolverà in beneficenza. Era caduto dalla barella al pronto soccorso, si è spaccato il naso e ferito alla fronte. Il protagonista della disavventura conosce bene come funzionano gli ospedali: è stato medico chirurgo e ci ha lavorato per tanti anni.

Adesso che ne ha 78, ed è iscritto al Tribunale del malato, guarda con amara apprensione i reparti da prima linea, dove si fa presto ad andare in affanno, per i quali non si trova personale da assumere e dove è più alta la percentuale di medici gettonisti.

Sono tutte considerazioni che il paziente caduto dalla barella, mentre era in uno stato di incoscienza e agitazione, da addetto ai lavori comprende ma non giustifica.

Il 1° febbraio 2023 racconta di essersi sentito male per uno scompenso elettrolitico. Soccorso dal 118, nel percorso da Stresa a Verbania è stato sedato per calmare uno stato di forte agitazione. Arrivato al Dea, con lui c’era la moglie – anche lei medico -, che non è stata fatta entrare. Lasciato da solo in attesa dell’esito degli esami, ha tentato di alzarsi ed è caduto.

Ricoverato poi in nefrologia e dimesso dopo una settimana, la prima intenzione non era stata ricorrere alle vie legali contro l’Asl, ma esporre il caso ai vertici aziendali. «Si sono meravigliati di quanto mi era accaduto e mi hanno congedato con il classico “faremo una verifica interna”» riporta il chirurgo in pensione. «A giugno – continua – non avendo ancora ricevuto nessun riscontro, mi sono rivolto a un avvocato. Ad agosto, mentre stavo ancora completando una serie di accertamenti, mi hanno risposto che dalla verifica interna non erano emersi profili di responsabilità, come se mi fossi buttato volontariamente dalla barella».

Il passo successivo è stato consultare un esperto di medicina di emergenza che ha valutato che in quello stato la «caduta era prevedibile ed evitabile», anche soltanto con attenzioni di base per la messa in sicurezza.

Per la controparte invece – il Comitato gestione sinistri dell’Asl – il paziente ha scavalcato «spondine» della barella e l’evento che l’ha riguardato è da ritenersi imprevisto e imprevedibile. Al tavolo di mediazione del mese scorso – passaggio obbligatorio prima di aprire la causa civile – a fronte della prospettiva di un contenzioso che si sarebbe trascinato per anni, il paziente ha deciso di accettare il risarcimento proposto dall’Asl, poco più che simbolico. «È comunque – evidenzia – ammissione di responsabilità, che avrei voluto si accompagnasse perlomeno a delle scuse, mai arrivate».