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stabilità nella domanda (ma ancora -9% sul 2019) #finsubito richiedi prestito immediato



Home > News > Petrolio > Energia in Italia: stabilità nella domanda (ma ancora -9% sul 2019) e crescita delle rinnovabili nel 2024. Il Report

Il preconsultivo petrolifero di Unem, stabile la domanda di energia

Nel 2024, la domanda di energia in Italia è stimata stabile rispetto al 2023, attestandosi sui 144,3 Mtep, ma segnando un calo dell’8,7% rispetto al 2019. La diminuzione è attribuibile in gran parte alla riduzione del consumo di gas naturale, che rappresenta l’80% del calo totale.

Tra il 2019 e il 2024, le emissioni di CO2 legate al consumo energetico sono scese del 15%, grazie all’aumento delle fonti rinnovabili e a una maggiore efficienza energetica, secondo il preconsuntivo petrolifero presentato da Unem.

Il ruolo delle fonti energetiche

  • Petrolio: Si conferma la principale fonte di energia con il 39% del totale. I consumi petroliferi sono cresciuti dell’1,7% (+0,9 Mtep), sostenuti dall’aumento della domanda di carburanti per trasporti e mobilità, trainata dal turismo e dai servizi. Benzina (+5,8%) e carboturbo (+10,2%) hanno superato i livelli pre-pandemici del 3%, mentre i consumi industriali e della petrolchimica sono in calo.
  • Gas naturale: La seconda fonte energetica italiana ha registrato una leggera flessione dello 0,7% (-0,3 Mtep), con una frenata nella domanda industriale compensata in parte da temperature miti e dall’espansione delle rinnovabili nella produzione elettrica.
  • Rinnovabili: Le fonti energetiche con la dinamica migliore del 2024, con una crescita del 12% (+3,4 Mtep), trainata dal fotovoltaico (+31%) e dall’idroelettrico (+35%). Questo aumento ha compensato i modesti cali di geotermico ed eolico.
  • Carbone: Ha registrato un calo record del 63% (-3,8 Mtep), scendendo ai minimi storici. Il suo contributo alla generazione di energia elettrica si è ridotto all’1%, rispetto al 5% del 2023.

Energia tra settori e consumi

L’industria ha visto una flessione nella domanda energetica, aggravata dalla contrazione produttiva, in particolare nel settore automobilistico. In controtendenza, i settori civile e dei trasporti hanno evidenziato un aumento della domanda, favorito dalle alte temperature estive e dall’uso intensivo di climatizzatori.

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Con un panorama energetico in evoluzione, caratterizzato dalla crescita delle rinnovabili e dalla decisa contrazione del carbone, il sistema italiano sta compiendo passi significativi verso una maggiore sostenibilità e resilienza, pur mantenendo il petrolio e il gas come pilastri del mix energetico nazionale.

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Il petrolio nel mondo

Secondo il documento Unem, nel 2024 la domanda di petrolio è stata pari a 102,8 milioni b/g, ovvero 0,9 milioni b/g in più rispetto al 2023, un rallentamento rispetto 2,1 milioni dell’anno precedente, ma comunque in linea con la media degli ultimi 10 anni.

Secondo lo studio, c’è stata una frenata della Cina, che ha contribuito solo per il 14% all’incremento totale rispetto al 67% del 2023, compensato da Africa, Medio Oriente, America del Sud e dagli altri Paesi asiatici.

Nel periodo 2000-2024 la crescita della domanda è stata di 25,6 milioni b/g, quale saldo tra il calo di 2,9 milioni b/g dei Paesi Ocse e l’aumento di 28,5 milioni per quelli non-Ocse.

Nel 2024 l’offerta di petrolio è stata pari a 102,9 milioni b/g, solo 600.000 b/g in più del 2023, effetto della gestione dei tagli da parte dei Paesi Opec Plus, confermati in parte fino a dicembre 2026, rispetto all’evoluzione della domanda. Spare capacity cresciuta fino a 6 milioni b/g. 

Stati Uniti sempre più protagonisti del mercato, con una produzione superiore a quella di Arabia Saudita e Russia messe insieme.

I prezzi del petrolio nel corso dell’anno hanno risentito solo in parte delle molteplici criticità in aree decisive come Medio Oriente e Mar Rosso, oscillando nella forchetta 70-90 dollari/barile.

Crescono gli investimenti in clean energy

In crescita, infine, gli investimenti energetici mondiali che nel complesso sono ammontati ad oltre 3.000 miliardi di dollari (+5% rispetto al 2023), di cui i due terzi in clean energy, in cui l’Europa ha investito l’85% delle risorse impiegate, contro il 79% della Cina e il 55% degli Stati Uniti

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