Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e il futuro: ho tante idee, lista fucsia alle elezioni. E attacca l’opposizione: dice bugie
«Il mio successore? È presto, manca un anno e mezzo… Luca Zaia scade a settembre e non si è ancora posto il problema, perché me lo devo porre io? E comunque ricordo che un sindaco si può candidare in Regione anche senza dimettersi, ma non un sindaco sotto inchiesta. Non capita, ma se capita…». Luigi Brugnaro la butta lì, all’ultima domanda. Ma chi lo conosce conferma che quando parla non lo fa a caso. Sarà dunque Palazzo Balbi il suo prossimo impegno? Lui, ai microfoni, minimizza: «Ho tante cose da fare, tante idee che ho lasciato nel cassetto – afferma – non vivo o vivrò di politica, ma non ammazziamo tutti gli imprenditori che si candidano, altrimenti il rischio è che vengano solo gli incapaci, che saranno anche onesti ma fanno danni più di Attila».
La condizione per la candidatura
Ovviamente, però, la premessa è che una sua eventuale «discesa in campo» il prossimo settembre possa venire solo se uscirà «pulito» dall’inchiesta Palude che lo vede indagato per corruzione: per i pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini, che stanno per chiudere le indagini, Brugnaro avrebbe promesso al magnate di Singapore Ching Chiat Kwong di incrementare l’edificabilità nell’area dei Pili di sua proprietà in cambio di un aumento enorme del valore, 150 milioni di euro a fronte dei 5 pagati nel 2006 per acquistarla. «L’anno che sta per finire è stato un anno bisesto e funesto – dice – Ho nel cuore una grande sofferenza personale, ma ho deciso di mantenere il sorriso e non cadere nel rancore verso gli altri. Difenderò la mia onesta fino in fondo con la forza della legge e del diritto».
Il «pensierino» sulla discesa in campo
Detto questo, su Palazzo Balbi un pensierino c’è. Qualche mese fa addirittura si parlava di uno «scambio» con Zaia, in campo come sindaco, ma l’inchiesta su di lui e sul sodale di Coraggio Italia Giovanni Toti ne hanno fatto scendere le quotazioni. Lui però tira dritto: «Alle comunali ci sarà una lista fucsia sicuramente, che punta sull’aiuto all’impresa privata, al lavoro». E critica un’opposizione, sia politica che da parte di alcuni comitati, a suo dire solo distruttiva. «Abbiamo ottenuto il barcavelox con il mio “partitino” – prosegue il sindaco – Ci piacerebbe che arrivassero anche ringraziamenti da chi da anni specula sui problemi. Ma per loro è meglio protestare alla Regata storica in diretta tv». Poi ci sono le «cause pretestuose, fatte per rallentare tutto». «Come su San Giuliano, hanno protestato neanche cento persone, molte ingannate in buona fede – accusa – Il Tar ha dato ragione a noi». Poi cita le polemiche sull’accordo del Vallone Moranzani: «Era irrealizzabile, c’erano 80 milioni da spendere per spostare la San Marco Petroli, ma non si era capito chi li avrebbe dovuti tirare fuori. Per anni hanno raccontato balle, noi abbiamo riscritto l’accordo togliendo le cose da libro dei sogni».
Gli strali
Il protocollo fanghi? «C’era qualcuno a Roma che ha fatto di tutto per bloccarlo», attacca. E anche la Cittadella della giustizia non è stata una passeggiata. «Dicevano che non dovevo usare i soldi delle periferie – dice – loro facevano frammentazione della spesa pubblica per avere voti, invece per me era importante avere una giustizia veloce». Infine il Salone nautico, il suo pallino: «Noi ci crediamo e lo finanziamo, speriamo che se cambia amministrazione continuino a farlo», conclude.
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