Dal mondo delle imprese ai sindacati fino a Forza Italia, coro di critiche sulle modifiche al codice degli appalti volute dal ministro Salvini
Imprese, sindacati e persino uno dei principali partiti della maggioranza di centrodestra. Tutti contro il correttivo al Codice degli Appalti. Ed è caos. Il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei Ministri durante le festività natalizie ed è in vigore dal 31 dicembre 2024. E adesso con il cerino in mano sono rimasti la Lega e Fratelli d’Italia.
FI CRITICA LE MODIFICHE AL CODICE APPALTI: “SALVINI TORNI SUI SUOI PASSI”
Forza Italia si schiera apertamente contro. La deputata Erica Mazzetti, responsabile del dipartimento Lavori Pubblici di Forza Italia, ha espresso forti perplessità sull’iter e sui contenuti del maxitesto in un’intervista al Sole24Ore.
Secondo Mazzetti, il testo, composto da 500 pagine, è stato portato in Cdm “all’insaputa di tutti”, stravolgendo principi fondamentali del Codice del 2023. La deputata ha invitato il ministro Salvini a intervenire subito tramite il decreto Milleproroghe, sottolineando l’importanza di salvaguardare la maggioranza e rimediare alle problematiche che il correttivo rischia di generare, specialmente per le piccole e medie imprese.
Forza Italia inoltre ha puntato il dito sul mancato rispetto delle procedure previste dalla legge delega. E’ stato ricordato come il parere delle commissioni parlamentari, pur obbligatorio, non sia stato preso in considerazione, né siano state fornite adeguate motivazioni per il rigetto. Inoltre, non vi è stato un ulteriore passaggio parlamentare per la stesura definitiva del testo. Le critiche non si sono limitate all’aspetto procedurale. Mazzetti, infatti, ha evidenziato che alcune norme penalizzano gravemente le PMI, mancandone un adeguato coinvolgimento nonostante le oltre 100 audizioni svolte in commissione.
PD: “TESTO SBAGLIATO, IL GOVERNO AMMETTA I PROPRI ERRORI”
Anche il Partito democratico si è unito al coro delle critiche. Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente, ha accusato il governo di non aver ascoltato le istanze delle associazioni di categoria. “Questo correttivo penalizza interi settori, compromettendo l’equilibrio economico delle imprese e i livelli occupazionali”, ha affermato, sottolineando che il suo partito aveva già proposto le modifiche ora richieste dalla destra. L’esponente del Pd ha attribuito la responsabilità del caos normativo alla “colpevole complicità” della premier Giorgia Meloni e ha annunciato l’intenzione del suo partito lavorare in Parlamento per rimediare agli errori del governo.
CONFINDUSTRIA E UCSI: UN COLPO ALLE PMI E ALL’OCCUPAZIONE
Critiche ancora più severe arrivano non solo dai sindacati (e dalla Cgil in particolare), ma dal mondo delle imprese. L’Unione Consorzi Stabili Italiani e Confindustria Servizi HCFS hanno inviato lettere al presidente Meloni e al ministro Salvini, denunciando l’impatto devastante del correttivo sui consorzi stabili e sulle PMI.
Giuseppe Costantino, presidente dell’UCSI, evidenzia che le nuove norme limitano la capacità delle PMI di accedere ai bandi di gara, relegandole al ruolo di subappaltatrici e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Le modifiche, sostiene, rappresentano un freno per l’intero settore delle costruzioni, privando il Paese di un motore economico fondamentale.
Simili preoccupazioni sono state espresse da Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi HCFS, che denuncia la disparità di trattamento tra lavori e servizi nei contratti pubblici. La mancata revisione dei prezzi per i contratti pluriennali, afferma, rischia di compromettere la continuità dei servizi essenziali come mense scolastiche e ospedaliere. Le associazioni chiedono una revisione urgente delle norme attraverso un confronto con le rappresentanze di categoria, l’introduzione di regole più inclusive per le Pmi e una maggiore attenzione all’impatto occupazionale delle modifiche.
Con il decreto Milleproroghe all’orizzonte, quindi, il governo potrebbe avere l’occasione di correggere il tiro. Tuttavia, il dibattito rimane acceso, tra le critiche dell’opposizione e la crescente pressione del mondo produttivo.
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