Il piano del Governo: più Gnl Usa, gas da Algeria e Libia. Rischio rincari 300 € in bolletta. Besseghini: “Prezzi in rialzo ma lontani da 2022”. Dal Fabbro: “Italia centrale per gas Ue”

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Il piano del Governo: più Gnl da Usa, gas da Algeria e Libia. Rischio di rincari fino a 300 € in bolletta a famiglia. Besseghini (Arera): “Prezzi in rialzo ma lontani da 2022”. Dal Fabbro (Iren): “Italia centrale per gas Ue”. La rassegna Energia

Il gas russo occupa le prime pagine dei giornali. Aumentare le importazioni dagli Usa e acquistare gas anche in Algeria e Libia. È questo il piano del Governo dopo lo stop ai flussi dalla Russia verso l’Europa, secondo un retroscena de La Stampa. Intanto, le associazioni dei consumatori temono rialzi delle bollette fino al 30%. Nei prossimi tre mesi i prezzi energetici seguiranno un “andamento rialzista”, con aumenti che per il gas potrebbero superare i 50 euro a megawattora, ma «rimarremo comunque lontani dai 130, 150 euro del 2022″, secondo Stefano Besseghini, Presidente di Arera. Besseghini, intervistato da La Repubblica, sottolinea che il gas liquido è il principale elemento di bilanciamento del sistema, ma siamo esposti alla concorrenza degli altri Paesi. L’Italia avrà un ruolo fondamentale per il gas nell’Unione Europea, questo inverno non si prevedono problemi di approvvigionamento, ma l’Ue deve tenere alta l’attenzione. A dirlo è Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, intervistato da La Stampa, sottolineando che abbiamo aumentato la capacità di importazione di GNL da nuove fonti. La rassegna Energia.

IL PIANO DEL GOVERNO PER IL GAS, IL RETROSCENA

“Il definitivo stop al gas russo verso l’Europa potrebbe far convergere gli interessi di Italia e Stati Uniti. Al presidente eletto Donald Trump che chiede un aumento delle spese militari e minaccia dazi sull’export dei Paesi europei, l’Italia potrebbe rispondere mettendo sul piatto una richiesta ulteriore di Gnl americano (gas naturale liquefatto) per compensare la quota residuale che fino a qualche giorno fa poteva arrivare da Mosca via Ucraina. Una fonte spiega a questo giornale che il governo sta valutando di incrementare l’acquisto di Gln dall’estero con contratti spot di breve durata soprattutto da Stati Uniti, Algeria e probabilmente Libia. (…) L’Italia ha già potenziato gli stoccaggi, oltre ad aver diversificato le forniture grazie a contratti consistenti proprio con Algeria, Stati Uniti, Azerbaijan, Qatar e ha rafforzato le infrastrutture con i due rigassificatori di Piombino e Ravenna. Proprio quello in Romagna è stato citato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che ha ricordato il suo avvio in aprile, una soluzione che «aumenterà ancora la capacità di importazione di Gnl nella nostra rete»”, si legge su La Stampa.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

“Per affrontare l’inverno dunque non ci saranno problemi di quantità di gas, anche perché le temperature non sembrano troppo rigide, e le industrie utilizzano meno volumi rispetto al passato. Il problema che angoscia l’esecutivo e soprattutto i clienti è rappresentato dal costo che resta ai massimi da ottobre 2023. Anche ieri il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam è tornato sopra i 50 euro al megawattora. Le associazioni dei consumatori temono rialzi delle bollette fino al 30%, visto che i rincari dell’energia elettrica (il cui prezzo è comunque legato al gas) nel primo trimestre saranno superiori del 18%. Il governo non ha misure da mettere in campo immediatamente per arginare la risalita dei prezzi, ma monitora la condizione dei clienti “vulnerabili”, ovvero anziani over 75, percettori di bonus sociale e persone con disabilità. Il ministro Pichetto auspica un intervento europeo attraverso «l’adozione del price cap, in grado di proteggere tutti i Paesi in egual misura». (…) I rincari riaccendono la polemica politica. Il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte attacca il centrodestra: «Arriva una batosta tutta a carico dei cittadini. Nel 2025 possibili aumenti fino al 30% su luce e gas, rincari sulla maggior parte delle tratte autostradali e anche sull’assicurazione dell’auto». Conte accusa l’esecutivo di aver stanziato «risorse record sulle armi per portare avanti una strategia fallimentare sulla guerra in Ucraina, che a pagare sono – come sempre – i cittadini con spese militari e rincari in bolletta»”, continua il giornale.

“(…) «Ci siamo attrezzati, grazie al rigassificatore di Piombino e a quello di Ravenna, che entrerà in funzione ad aprile: una attivazione essenziale perché ci permetterà di bilanciare le quantità di gas che importavamo dalla Russia. Anche se a riequilibrare il sistema c’è anche, purtroppo, un minor consumo da parte dell’industria». (…) «I Paesi del Centro Europa, in particolare quelli che non hanno accesso al mare, e che quindi non possono fare ricorso ai rigassificatori (se non indirettamente), si trovano a vivere la stessa situazione che tutti gli altri Paesi hanno vissuto quando è scoppiata la crisi ucraina. Una situazione che potrebbe dare una ulteriore spinta al rialzo ai prezzi all’ingrosso»”, si legge su La Repubblica.

GAS, POSSIBILI RINCARI IN BOLLETTA FINO A 300 EURO

“Il prezzo del gas torna vicino ai 50 euro al megawattora (Mwh) in Europa, per un rialzo di un altro 1,7% ieri al Ttf. Il mercato crede più a dati e prospettive – di crescente tensione tra domanda e offerta in un 2025 partito orfano del gas russo via Ucraina – che non alle rassicurazioni della Commissione Ue. Ribadite ieri, dopo una riunione straordinaria del Gas coordination group con i Paesi dell’Europa centrale e orientale: «Non ci sono problemi di approvvigionamento energetico nell’Ue per la fine dell’accordo di transito del gas russo in Ucraina – sostiene l’esecutivo europeo – (…) Bruxelles, però, resterà «in contatto con Stati membri e partecipanti al mercato per garantire la sicurezza della fornitura ai Paesi più colpiti e evitare speculazioni». Le misure prese dall’inizio della guerra russa, nel garantire l’autonomia dal gas di Mosca senza traumi (dal 40% al 10% dei flussi importati), non hanno stabilizzato i prezzi. Lo si vede da settimane sulla piattaforma Ttf, dove ieri si superavano i 45 euro al Mwh per ogni consegna nei prossimi 12 mesi”, si legge su La Repubblica.

“Ma più della speculazione c’entra il fatto che sul mercato ora mancano altri 15 miliardi di metri cubi di gas russo (tra l’altro il più economico e meno inquinante per l’Europa); che la produzione locale continua a rasentare lo zero; che le fonti alternative e rinnovabili, benché in crescita e al centro del dibattito, restano inadeguate, specie in un inverno piuttosto freddo. Ieri s’è aggiunta la cattiva notizia del guasto al terminale di liquefazione gas di Hammerfest, nel Mar di Barents, che starà fermo fino a giovedì. Hammerfest, controllato da Equinor ma partecipato da Vaar Energi (società satellite dell’Eni), è il primo impianto Gnl in Europa, per 6,5 miliardi di metri cubi all’anno di capacità. Pure gli stoccaggi danno segni di tensione, meno pieni degli ultimi anni. (…) Il rincaro delle quotazioni annuncia bollette in crescita. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, vede per la famiglia media 250-300 euro in più per la bolletta energetica 2025, e fino a 30 mila euro in più per imprese da 1 milione di kwh l’anno. Il guaio, per l’Italia, è che l’elettricità si fa col gas. E il suo prezzo ieri, in una giornata semifestiva, era a 122 euro a Mwh”, continua il giornale.

GAS, BESSEGHINI (ARERA): “RIALZI PREZZI MA NON TORNEREMO A 2022”

“Per i prossimi tre mesi ci attende un “andamento rialzista”, con aumenti che per il gas potrebbero superare il picco di 50 euro a megawattora raggiunto qualche giorno fa. Ma «rimarremo comunque lontani dai 130, 150 euro del 2022, quando tutta l’Europa venne presa in contropiede dall’effetto strumentale delle iniziative adottate dalla Russia per finanziare l’imminente campagna bellica in Ucraina», assicura Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. (…) «Il mercato libero non è tenuto ad applicare le tariffe che abbiamo annunciato il 27 dicembre scorso, però in qualche maniera gli operatori hanno sempre usato il prezzo della maggior tutela come riferimento, anche se ci potrebbe essere chi riesce a fare meglio. C’è da aspettarsi dunque un andamento non troppo dissimile, anche se non con le stesse percentuali: la variazione di questo trimestre contiene infatti una certa quota di perequazione, che il mercato libero invece non applica. Le quotazioni all’ingrosso del gas avranno sicuramente un andamento rialzista, ma non ci aspettiamo una pressione simile a quella del 2022 (…) al massimo raggiungano i 50, 55 euro a megawattora per il gas”, si legge su La Repubblica.

“(…) «Disaccoppiare i prezzi delle rinnovabili da quello del gas richiede che l’energia prodotta da queste fonti venga “catturata” da contratti a termine (CFD o PPA) prima di esser collocata nel mercato giornaliero. Anche nella recente analisi della Commissione e nel rapporto Draghi si indica come il sistema del prezzo marginale abbia il vantaggio di fornire i giusti segnali di prezzo, e si debbano mitigare gli effetti sui consumatori favorendo la contrattualizzazione a termine e sistemi di supporto per gli utenti più esposti. La crescita delle fonti a bassa emissione carbonica, con la loro capacità di soddisfare quote crescenti di domanda, rimane quindi la strada principale per ridurre i costi dell’energia, anche se deve essere chiaro che la loro introduzione spingerà sulla componente dei costi di realizzazione degli impianti e delle infrastrutture necessarie per gestirle. Una redistribuzione dei costi che però avrà l’innegabile vantaggio di ridurre la dipendenza e quindi la volatilità dei prezzi». (…) ha senso portare avanti il nostro percorso di decarbonizzazione». (…) «Al momento il gas liquido è il principale elemento di bilanciamento del sistema: non è una situazione di per sè critica, però ci espone alla concorrenza degli altri Paesi, le navi si dirigono dove il prezzo offerto è migliore, non è facile resistere a chi offre di più. Lo scenario è variabile, una situazione delicata che va gestita per non rimanere vittima di un eccesso di oscillazioni dei prezzi»”, continua il giornale.

GAS, DAL FABBRO (IREN): “ITALIA STRATEGICA PER UE”

«L’Italia ha e avrà un ruolo fondamentale per il gas in Europa. Già oggi è cruciale per la sicurezza strategica e deve continuare su questa strada». Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, ragiona sulle conseguenze dello stop alle forniture di metano dalla Federazione Russa attraverso l’Ucraina. Un blocco che ha creato turbolenze sui mercati e che sta facendo impensierire famiglie e imprese. «Non c’è motivo di preoccupazione, ma bisogna stare all’erta e continuare con le rinnovabili. E magari aumentare le importazioni dagli Stati Uniti», sottolinea. (…) «L’interruzione del contratto con Gazprom era prevista dall’agosto scorso, secondo quanto comunicato dall’Ucraina. E si traduce in un danno da circa 6,5 miliardi di dollari per la società russa e per circa un miliardo per Kiev per i diritti di trasferimento. Ma eviterei gli allarmismi». (…) È chiaro che abbiamo dovuto sostituire in questi tre anni diversi miliardi di metri cubi di gas. Ma in Italia ci sono quattro fattori che aiutano». (…) «La domanda generale sta scendendo. C’è un chiaro processo di de-industrializzazione di alcune operazioni particolarmente energivore. Quindi ne deriva che consumiamo meno gas». (…) «abbiamo un buon 75%-80% di riempimento a oggi. Un livello decisamente notevole». (…) «Il terzo aspetto è che questo inverno, al momento, non è rigido. (…) «Abbiamo aumentato la capacità di importazione del gas naturale liquefatto (Gnl). Abbiamo nuove fonti di approvvigionamento, come l’Algeria, l’Egitto, il Qatar, per circa 3 miliardi di metri cubi, dagli Stati Uniti, per quattro miliardi, e dall’Azerbaijan. (…) «A livello europeo non possiamo abbassare la guardia»”, si legge su La Stampa.

“«Oggi rappresenta uno degli elementi di sicurezza energetica europea più importante che esistono. Con le sue importazioni di Gnl e i suoi gasdotti – Transmed, GreenStream e Tap – è passata dall’avere un ruolo marginale ad averne uno fondamentale. Funzione che deve essere assolutamente cavalcata, anche in termini di politica estera». (…) «Sì. Il governo e l’Eni hanno avuto meriti nel migliorare i rapporti con l’Algeria e si sono rafforzate le relazioni con Azerbaijan ed Egitto. In Europa rappresentiamo uno dei pilastri cruciali. C’è il nucleare della Francia, c’è il gas che importiamo noi e ci sono i rigassificatori tedeschi e polacchi. A oggi si può affermare che l’Italia è un Paese essenziale». (…) «Già compriamo gas naturale da Washington, quindi non sarebbe un problema. Può essere una strada, perché dobbiamo guardare a qualunque direttrice al fine di rafforzarci. Loro si stanno rafforzando e sono un partner affidabile. In generale occorre spogliare il tema energia dagli elementi più ideologici e concentrarsi sulle vere priorità come il riscaldamento globale. Come ha affermato il Presidente Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno, il contrasto al climate change è prioritario ed è un aspetto vitale insieme alla sicurezza energetica e ai costi per produrre e distribuire energia». (…) «Sì, ed è per questo che sul metano dobbiamo aumentare gli investimenti, incrementando la nostra capacità di importare Gnl. Magari anche con un nuovo terminale di rigassificazione».

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